Un estate in compagnia di MILLENIUM

di Patrizia Lùperi


Probabilmente non uscirà il quarto volume di Millenium Trilogy ma chi, come me, ha passato l'estate immerso nelle pagine dei primi 2 libri, o meglio dei primi 2 mondi letterari, resta fermo nella convinzione che la serie debba andare avanti, nonostante la prematura morte dell'autore svedese Stieg Larsson.


Un grande successo internazionale, forse inaspettato, hanno riportato sia Uomini che odiano le donne che La ragazza che giocava con il fuoco, in Italia pubblicati in edizione Marsilio, mentre il terzo volume dovrebbe uscire nell' edizione italiana per le feste del prossimo Natale.


Il mondo dello scrittore Larsson riflecchia pienamente la società svedese, fatta di personaggi inconsueti e coraggiosi, come la geniale hacker Lisbeth Salander, che stenta a trovare una collocazione specifica in un mondo in cui tutto deve essere determinato a priori, dalla sessualità alla fisicità, dalle capacità professionali al ruolo sociale. Lisbeth è diversa, è fisicamente minuta, ricopre ogni parte del suo corpo di tatuaggi e di piercing, ha una memoria visiva di sorprendente portata, usa i segreti informatici con inconsueta disinvoltura e nei momenti di pausa si diletta alla ricerca di una soluzione per alcuni teoremi matematici. Per affascinare Mikael Blomkvist ma soprattutto per compiacere la sua parte femminile, decide di ricostruirsi il seno... ma questa storia meriterebbe un altro libro e non sappiamo ancora se Larsson, strocato a appena 50 anni da un infarto, abbia avuto il tempo di iniziarlo e se Eva, la sua storica compagna e collaboratrice, abbia la voglia e la capacità di completarlo. Quello che però ci rimane dalla lettura delle duemila pagina della trilogia è la sensazione di avere aperto una finestra su un mondo che non conosciamo, lontano dal frastuono che ci sta avvolgendo, dove si può vivere anche in silenzio, in contemplazione di paesaggi innevati, illuminati dalla sola luce lunare, dove la temperatura scende a quaranta gradi sotto zero ma dove non si è mai soli perché si riesce a ritrovare il piacere della solitudine e della riflessione.




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