DONNE CHE BLOGGANO

di Patrizia Lùperi


Più della metà degli italiani (e delle italiane) non sanno che esiste un web 1.0 (figuriamoci 2.0!)...
gli altri, quelli che lo sanno, sono soprattutto uomini, una rete di uomini con un linguaggio maschile e un'alta percentuale di misoginia in circolazione

Quindi auguri particolari di buone feste a tutte le ragazze che bloggano, a quelle che occupano più spazio (web) che possono, a quelle che scrivono forsennatamente, che leggono altrettanto forsennatamente, insomma a tutte quelle che lottano anche per questo spazio virtuale o virtuoso, ma sempre spazio vitale!





14 Commenti

  1. A chi lo dici, Giusi!Trovare uno spazio solo tuo, doove ci siete solo te e te...un paradiso per quanto mi riguarda, raggiunto molto di rado, ore strappate al sonno con occhi rosse e occhiaie ma ne vale di gran lunga la pena! Forse così invecchierà prima il mio corpo, ma la mente, in modo inversamente proporzionale, sarà sempre vivace e ragazzina.
    Forza fanciulle (e fanciulli naturalmente), non lasciamo che l'anima si intorpidisca, neppure nel sopore del postprandiale natalizio!
    ps evviva il pandoro con tanto zucchero!
    Guardate questa cantante e ditemi se non vi infonde energia.
    http://it.youtube.com/watch?v=SSIx1gXkEmE
    Ariel

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  2. sempre a proposito di percentuali, la maggior parte delle donne che bloggano scrive di notte, ore sotratte al sonno, al riposo, alla speranza di avere qualche ruga di meno dormendo di più...
    scrivere o bloggare di notte mi riporta molto a tutte quelle nostre antenate che leggevano di notte...
    proviamo a fare un parallelo?
    patrizia

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  3. Il parallelo non regge, loro se trovavano il tempo di leggere (parlo delle donne di estrazione sociale medio-bassa) erano delle superdonne: pensiamo solo che non esistevano lavatrice, lavapiatti, pannolini usa e getta... alla sera dovevano essere a pezzi!
    Parliamo invece delle privilegiate: grazie alla servitù avevano molto più tempo libero, ma quante di loro volevano impiegarlo leggendo? La cultura, si sa, era sconsigliata al genere femminile: si facevano studiare i maschi di famiglia, le raggazze dovevano sposarsi e far figli quasi per tutta la loro vita per garantire una discendenza maschia.
    La mia bisnonna materna, deceduta alla veneranda età di novantaquattro anni, dicono fosse una donna intelligente e vivace, ma anche molto dispotica. Avevo quattro anni quando è morta, quindi mi ricordo di lei solo un buon profumo di pulito, capelligrigio-miele davvero troppo lunghi che mi divertivo a spazzolare, bocca priva di denti, gambe liscissime che spesso, nel pieno della sfrenata vivacità infantile, mi dilettavo assai a pizzicare, e lei povera vecchietta a soffocare lamenti di dolore e mia madre a brontolarmi e lei sempre a difendermi. Con la sua retina in testa, seduta nella poltrona a dondolo col caffè d'orzo, mi pare di vederla irrompere in esclamazioni di vivida ammirazione mentre, immancabilmente quando mi compravano un vestito nuovo, mi pavoneggiavo davanti a lei.
    So anche che da giovane voleva diventar maestra ma i suoi fecero studiare il maschio. Si sposò già tacciata da zitella (aveva 32 anni!) e mia nonna, nata da quel matrimonio senile, la fece studiare per diventar maestra, levandosi credo il pane di bocca, rimasta vedova precocemente con due bambini piccoli e non privilegiò affatto il mascio, essendo stato dicono un grande scansafatiche e anche un pò asino a scuola. Mia nonna, però, a vent'anni, in piena guerra, si sposò per amore e, ovviamente, dovette lasciare il lavoro alle poste e quello di maestrina perchè prima usava così. Del resto mia nonna ha sempre letto poco, al contrario di mio nonno, forse per il poco tempo (4 figli con poca distanza l'un dall'altro) forse per nostalgia e rimorso per i suoi mancati studi.
    Possiamo davvero confrontarci con le nostre antenate?
    Ariel

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  4. L'unico confronto che può reggere è quello del "saccheggio"! Anche le nostre nonne venivano quotidianamente "saccheggiate" della loro energia, del tempo da dedicare a se stesse, dall'amore per il proprio corpo e per la propria mentre, delle loro passioni e della loro necessità di silenzio.
    Forse...
    Giusi

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  5. anche a me era venuta in mente questa idea del saccheggio... el darsi troppo, dell'eccesso di energie...bene bene
    siamo già in piena scrittura collettanea!!
    patrizia

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  6. Saccheggio sì è la parola giusta...difficoltà a concentrarsi e trovare uno spazio proprio. Spesso sogno di ritirarmi in un eremo nella natura, col silenzio e i suoni degli animali e del vento.
    Un sogno che mi permette di evadere dalla faticosa quotidianità, dal tempo perso a fare cose utili ma aride.
    Questo blog è già una boccata d'aria fresca!
    Ariel

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  7. Ci sono momenti in cui una donna è come un enorme e stridulo urlo in mezzo al deserto. Io provo spesso questa sensazione, nonostante sia attorniata da persone comprensive e collaborative. E' questo ringraziare per l'aiuto, ringraziare per il pensiero, ringraziare per permettermi di lavorare, o di gioire, o di respirare (in fondo è la stessa cosa)... è questo quotidiano essere grata al mondo maschile che mi tormenta e mi lascia esausta! La domanda è: perchè un uomo che si occupa di mille cose (senza ringraziare nessuno) è un genio e una donna che fa lo stesso trascura la famiglia?
    se non è saccheggio questo...
    giusi

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Giusi, se siamo sempre di corsa e affaticate è anche colpa nostra: sempre a voler fare le super mogli, mamme ecc. Siamo anche noi a fare un po' le crocerossine a volte, ce lo hanno inculcato! Cominciamo a fare come i maschi: una cosa alla volta, con la massima calma e pignoleria. Vediamo così se si accorgono quant'è difficile essere femmina! Facciamo del nostro meglio, ma senza dimenticare noi stesse e il nostro angolo di sogno.
    Ariel

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  10. Sì, credo che tu abbia ragione. Comunque credo che siamo portate a fare molte cose insieme proprio per il fatto di essere donne. Sono abbastanza convinta che "biologicamente" siamo in qualche modo programmate per questo. Il fatto che va di sicuro a nostro svantaggio è che i signori credono che questo talento sia tutto a loro servizio! Non è assurdo?

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  11. Sì. E dicono che si manchi di razionalità e potere organizzativo: per quanto mi riguarda, il giorno che avrò una donna delle pulizie e una baby-sitter diventerò una manager da quanto sarò ferrata nei ritmi e negli orari.
    Cerchiamo di educare i figli ad essere il più possibile indipendenti ed autonomi fin da piccini! Sennò la nostra prigione ce la costruiamo da sole...
    Ariel

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  12. Sono una delle donne che bloggano. Penso a lungo e poi scrivo verso le nove di sera cercando di lasciare traccia di me. Le ore sottratte al sonno sono per lo studio perché di giorno cerco di vivere la vita che fino a ora non ho mai vissuto.
    Il blog è uno dei mezzi che uso per affermare me stessa. L'espressione non è mia ma di un amico che mi spronava a farlo.
    Alex

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  13. ma quale stile tengono le donne che bloggano o che navigano?
    Turkle (è una donna) parla di "riconfigurazione delle macchine come oggetti psicologici e delle persone come macchine viventi".

    Fino alla metà degli anni ottanta, la cultura informatica era dominata dagli uomini che consideravano corretto un solo stile e un solo modo di programmare... ma pian piano l'approccio morbido, il sapere negoziare e raggiungere compromessi, il dare e il prendere, diventano oltre che virtù psicologiche, anche modelli molto diffusi a livello comportamentale fino ad arrivare a oggi

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  14. il post precedente è mio

    leggetevi comunque la S.Turkle che parla di fisicità del pc e del passaggio dal pc logico a quello biologico

    patrizia

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