di Chiara Di Salvo
Col termine Bollywood si intende il cinema popolare in lingua hindi e, occasionalmente, in lingua urdu con specifiche caratteristiche che lo differenziano sia dal cinema d’autore sia dalle altre cinematografie indiane, altrettanto ricche di produzioni cinematografiche.
Bollywood nasce negli anni settanta da Bombay + Hollywood e anche se dal 1995 la città indiana di Bombay oggi si chiama Mumbai, questo termine è ormai entrato a pieno titolo anche nel dizionario inglese di Oxford.
In realtà, nell’immensa produzione cinematografica indiana, Bollywood è solo un genere ed oltretutto definito dagli stessi indiani “masala” (la mistura di spezie e sapori della cucina tradizionale) per il mix di contenuti nei film.
La peculiarità di questi film, infatti, è proprio quella di essere una grande raccolta di generi, più o meno occidentali. Innanzitutto, il film nasce come musical al cui interno si creano sempre più elaborate coreografie (si tenga presente che i film durano almeno tre ore). La storia è spesso incentrata sull’amore con risvolti da commedia o da thriller. È essenziale infatti che vi siano amori contrastati, genitori arrabbiati, politici corrotti, rapitori, malviventi e tanti colpi di scena come persone ritrovate dopo anni, coincidenze fatali, cambi di ricchezza economica. Da sottolineare una curiosità (tutta occidentale): nei film di Bollywood gli innamorati non si baciano mai. Viene proibito anche il semplice bacio di due innamorati e questo perché non solo il pubblico ne è contrario, ma anche perché le attrici non voglio essere considerate delle “svergognate” dai loro ammiratori.
Anche se il fenomeno Bollywood è essenzialmente indiano, ci sono vari aspetti di globalizzazione in corso: considerando le passate colonie inglesi su quella terra, gli indiani presenti in Inghilterra, in America e in Australia si sono attrezzati per trovare e rivivere i film della loro terra d’origine. Il sito BollyWhat, ad esempio, contiene trame, informazioni, vocabolario di termini difficili e persino del gossip sugli attori!...insomma, un CineBazar del cinema indiano. Inoltre molti produttori occidentali utilizzano le maestranze e le location di Bollywood per aggiungere scene interessanti ai loro film, sfruttando anche il costo basso della produzione indiana.
Intanto il pubblico indiano si è fatto più colto e cosmopolita e cerca un po’ di occidente anche nei film tradizionali. La lingua dei dialoghi e delle canzoni, ad esempio, sta diventando sempre più l’inglese e la scenografia non si sta limitando più ai confini indiani ma ora sono studiate anche le scene girate all’estero, considerate segno di particolare valore ed interesse.
“Chandni Chowk to China”, questo è il titolo dell’ultimo film prodotto a Bollywood e distribuito dalla Warner Bros che uscirà in contemporanea mondiale il 16 gennaio 2009. Difficile trovare informazioni in rete sull’uscita italiana.
Bollywood in Italia sembrerebbe non essere ancora arrivato. Pochi sono i conoscitori e gli estimatori di questa cinematografia che invece presenta caratteri interessantissimi.
Personalmente ritengo che i balli siano piccoli gioielli coreografici a cui hanno attinto famosi cantanti pop degli anni ’90. Se provassimo a vestirli all’occidentale faticheremmo a distinguerli in un corpo di ballo Dance pop, Teen pop o Pop rock.
Forse le storie peccano di banalità o di retorica ma se quella è la loro cultura, la loro visione della società e delle cose, è normale che vengano riportate trame del genere. La società di un popolo racconta ciò che vive. Anche per questo motivo, oggi, in seguito ai bombardamenti di Mumbai, registi come Vikram Chandra desiderano raccontare i fatti reali e non più solo commedie romantiche; un segno importante per la crescita di una società.
Bisogna però ricordare che in Italia la maggioranza degli stranieri non è indiana, quindi lo spazio a questo genere non viene dato come in Inghilterra dove, per colonie, l’afflusso di questa cultura esiste da sempre.
E poi, facendo un discorso generico, gli italiani sono scettici verso nuove forme di cinematografia. Faticano i film d’essai italiani e francesi, faticano i film in bianco e nero…figuriamoci quelli in cui decine di persone vestite con drappi e stole coloratissime cantano e danzano ininterrottamente in lingua “strana” per tre o quattro ore…
Se abbiamo problemi con il nostro cinema, certo quello indiano di Bollywood fatica a trovare un suo spazio.
In realtà, nell’immensa produzione cinematografica indiana, Bollywood è solo un genere ed oltretutto definito dagli stessi indiani “masala” (la mistura di spezie e sapori della cucina tradizionale) per il mix di contenuti nei film.
La peculiarità di questi film, infatti, è proprio quella di essere una grande raccolta di generi, più o meno occidentali. Innanzitutto, il film nasce come musical al cui interno si creano sempre più elaborate coreografie (si tenga presente che i film durano almeno tre ore). La storia è spesso incentrata sull’amore con risvolti da commedia o da thriller. È essenziale infatti che vi siano amori contrastati, genitori arrabbiati, politici corrotti, rapitori, malviventi e tanti colpi di scena come persone ritrovate dopo anni, coincidenze fatali, cambi di ricchezza economica. Da sottolineare una curiosità (tutta occidentale): nei film di Bollywood gli innamorati non si baciano mai. Viene proibito anche il semplice bacio di due innamorati e questo perché non solo il pubblico ne è contrario, ma anche perché le attrici non voglio essere considerate delle “svergognate” dai loro ammiratori.
Anche se il fenomeno Bollywood è essenzialmente indiano, ci sono vari aspetti di globalizzazione in corso: considerando le passate colonie inglesi su quella terra, gli indiani presenti in Inghilterra, in America e in Australia si sono attrezzati per trovare e rivivere i film della loro terra d’origine. Il sito BollyWhat, ad esempio, contiene trame, informazioni, vocabolario di termini difficili e persino del gossip sugli attori!...insomma, un CineBazar del cinema indiano. Inoltre molti produttori occidentali utilizzano le maestranze e le location di Bollywood per aggiungere scene interessanti ai loro film, sfruttando anche il costo basso della produzione indiana.
Intanto il pubblico indiano si è fatto più colto e cosmopolita e cerca un po’ di occidente anche nei film tradizionali. La lingua dei dialoghi e delle canzoni, ad esempio, sta diventando sempre più l’inglese e la scenografia non si sta limitando più ai confini indiani ma ora sono studiate anche le scene girate all’estero, considerate segno di particolare valore ed interesse.
“Chandni Chowk to China”, questo è il titolo dell’ultimo film prodotto a Bollywood e distribuito dalla Warner Bros che uscirà in contemporanea mondiale il 16 gennaio 2009. Difficile trovare informazioni in rete sull’uscita italiana.
Bollywood in Italia sembrerebbe non essere ancora arrivato. Pochi sono i conoscitori e gli estimatori di questa cinematografia che invece presenta caratteri interessantissimi.
Personalmente ritengo che i balli siano piccoli gioielli coreografici a cui hanno attinto famosi cantanti pop degli anni ’90. Se provassimo a vestirli all’occidentale faticheremmo a distinguerli in un corpo di ballo Dance pop, Teen pop o Pop rock.
Forse le storie peccano di banalità o di retorica ma se quella è la loro cultura, la loro visione della società e delle cose, è normale che vengano riportate trame del genere. La società di un popolo racconta ciò che vive. Anche per questo motivo, oggi, in seguito ai bombardamenti di Mumbai, registi come Vikram Chandra desiderano raccontare i fatti reali e non più solo commedie romantiche; un segno importante per la crescita di una società.
Bisogna però ricordare che in Italia la maggioranza degli stranieri non è indiana, quindi lo spazio a questo genere non viene dato come in Inghilterra dove, per colonie, l’afflusso di questa cultura esiste da sempre.
E poi, facendo un discorso generico, gli italiani sono scettici verso nuove forme di cinematografia. Faticano i film d’essai italiani e francesi, faticano i film in bianco e nero…figuriamoci quelli in cui decine di persone vestite con drappi e stole coloratissime cantano e danzano ininterrottamente in lingua “strana” per tre o quattro ore…
Se abbiamo problemi con il nostro cinema, certo quello indiano di Bollywood fatica a trovare un suo spazio.
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