Democrazia: Verità e Menzogna sono libere opinioni?

di Dante Lepore


È noto il vecchio detto attribuito a F. Lassalle che la verità è rivoluzionaria. È noto anche l’altro det-to di Goebbels: Ripeti una menzogna cento volte e diventa verità.
Ora, se è raro e problematico verificare il detto di Lassalle, molto più facile è constatare che della menzogna il potere fa largo uso per ottenere il consenso alle imprese più scellerate.

E, sempre alla luce dei fatti, è ingenuo pensare che la menzogna sia uso prediletto delle dittature, come farebbe pensare il personaggio di Goebbels. È vero invece che a farne largo uso sono le de-mocrazie più forti. Il paradosso all’apparenza più sconcertante è che spesso ad ammettere la men-zogna sono gli stessi bugiardi.

Ricordate il romanzo di G. Orwell, 1984? Ma quella è fantapolitica, letteratura. La realtà in questo caso supera la letteratura, se solo si considera che nel febbraio 2002 il New York Times informava che il Pentagono aveva elaborato “un piano di disinformazione rivolto a paesi amici e nemici”. In realtà, questo “Ufficio bugie” lavorava già da anni con ottimi risultati senza essere ufficializzato. Per es., quando l’Agenzia americana Ruder & Finn, ingaggiata sin dal 1993, lavorò per creare il consenso all’aggressione Nato con l’equazione “serbi=nazisti”, inventan-do letteralmente un nuovo olocausto, il “genocidio” nei Balcani, a giustificazione dei bombarda-menti (600 missioni al giorno), le bombe all’uranio impoverito, la distruzione di fabbriche, ponti, acquedotti, centrali elettriche, reti fognarie, scuole, ospedali, ospizi, asili, stazioni, e con una “puli-zia etnica” reale, non virtuale e falsa come quella costruita a tavolino, di circa 300.000 tra serbi, rom, varie altre etnie albanesi e non, nel totale silenzio dei governi occidentali. Agli scettici e ai po-chi amanti della verità sommersa dalla montagna di miti si può indicare il rapporto di Jürgen Elsäs-ser, redattore del mensile tedesco Konkret, tradotto col titolo Menzogne di guerra, Napoli 2002 [o-rig. 2000].

Un’altra menzogna caratterizza questo inizio millennio, la citiamo solo perché aspetta ancora di essere ufficializzata, e riguarda l’11 settembre noto come attentato alle torri gemelle, su cui rinviamo al libro-inchiesta di uno scrittore di fantascienza, R. Quaglia, Il mito dell’11 settembre e l’opzione dottor Stranamore, PonSinMor, Torino, II ed., 2006. Ma l’intento di questo articolo non è quello di denunciare la menzogna di Stato, bensì di constatare un fatto paradossale: per le demo-crazie occidentali non è importante la verità in quanto tale, ma il mito secondo il quale si può e-sprimere anche la verità, accanto alla menzogna, considerate entrambe come libere opinioni indivi-duali.

Verità e menzogna sono semplici modi di pensare degli individui e non hanno a che fare con la società e con i fatti. La verità non si mostra, ma si dimostra e ognuno è libero di pensare come vuole e “dimostrare” quel che vuole. Come la legge che sarebbe uguale per tutti. Un po’ come la media… del pollo.

Non è una constatazione di poco conto! Il 16.03.04 la Camera dei rappresentanti USA presentava un rapporto preparato dal democratico Henry Waxman che inventariava le esagerazioni, approssi-mazioni e menzogne di cui si era resa colpevole l’amministrazione Bush nell’intento di favorire l’invasione dell’Iraq.

Ecco il risultato in tabella:
* n. delle dichiarazioni erronee (misleading statements)
fatte dal presidente Bush, dal vice. Cheney, dal segretario alla difesa Rumsfeld, dal segreta-rio di Stato Powell, dalla consigliera per la sicurezza Rice: 273, nel corso di 40 discorsi, 26 conferenze stampa, 53 colloqui, 4 dichiarazioni scritte e 2 deposizioni davanti al Congresso. Per la maggior parte si esprimeva certezza dove non ce n’era, o si ometteva di citare i dubbi dei servizi di accertamento; per 10 di queste dichiarazioni, si trattava di pure e semplici falsi-tà.

* Calendario delle dichiarazioni:Cheney, il 17.03.02 (un mese prima della dichiarazione delle ostilità) all’Iraq: “Sappiamo che hanno armi chimiche e batteriologiche”.
Cheney, 22.01.04 : “le prove di un legame fra Al-Quaeda e il governo iraqueno sono schiaccianti”.
161 le dichiarazioni menzognere precedenti la guerra. 76 fatte dai 5 personaggi citati dopo la dichiarazione di guerra, a giustificarne la decisione presa.
Fra l’8 set. e l’8 ottobre (prima del voto del Congresso (10-11 ott) 2002, i 5 personaggi, in 16 apparizioni pubbliche, fecero 64 dichiarazioni erronee. Nei due mesi precedenti la guerra (19.01-19/03) ne fecero 48 in 26 apparizioni pubbliche.

* Temi, divisibili in 4 gruppi (tot. 237)
11: l’Iraq è una minaccia da trattare con urgenza (a)
81: esageravano le capacità nucleari dell’Iraq (b)
84. sopravvalutavano l’arsenale chimico e biologico (c)
61: mistificavano (misrepresented) i suoi legami con Al-Quaeda (d)
* Bush
8 set.2002-28 set. 2003: 55 dichiarazioni erronee in 27 apparizioni pubbliche sulla minaccia (a)
(in un solo discorso, a Cincinnati, 3 giorni prima del voto al Congresso) ne fa 11.
* C. Rice
(stesso periodo): 29 dichiarazioni erronee (a) in 16 apparizioni pubbliche, e 8 dichiarazioni menzognere, in un numero minore i apparizioni.

Alcune affermazioni citate nel rapporto:
Cheney, 17 marzo 2002:
« sappiamo che gli Iraqueni dispongono d’armi biologiche e chimiche. (...) E abbiamo ra-gioni di pensare che cercano di procurarsi armi nucleari. » (Casa Bianca, conferenza stam-pa del vice-presidente Cheney e del principe ereditario del Bahreïn.)
Rumsfeld, 14 novembre 2002 :
« Ora, proiettatevi fra un anno, una settimana o un mese, e immaginate che Saddam Hus-sein prenda le sue armi di distruzione di massa e le trasmetta ad Al-Qaeda e che, in una maniera o in un’ altra, Al-Qaeda lanci un attacco contro gli Stati Uniti o contro forze ame-ricane stanziate all’estero. Allora, non si parlerebbe più di 300 morti, o anche di 3 000 morti, ma di 30 000 o di 100 000. » (Intervista in diretta con Infinity CBS Radio.)

Bush, 28 gennaio 2003 :
«Le informazioni pervenute dai nostri servizi d’informazione, le comunicazioni segrete e le dichiarazioni fatte da persone detenute rivelano che Saddam Hussein aiuta e protegge i ter-roristi, ivi compresi quelli di Al-Qaeda. In segreto e senza lasciare le sue impronte digitali, egli potrebbe fornire una delle sue armi nascoste ai terroristi, o permettere di produrre le loro.» (Discorso sullo stato dell’Unione.)

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