INTERCULTURA: LA NUOVA FRONTIERA DEL SAPERE




di Rosa Tiziana Bruno




"L'intercultura non è una moda né un problema che riguarda un segmento di società, ma la connotazione della società del futuro". Felice Rizzi [Prof. Ordinario -Dipartimento di Scienze della persona – Università degli Studi di Bergamo]




Esiste ormai una nuova forma di Pedagogia che parte dal riconoscimento della pluralità delle risposte di senso ai problemi della vita e che si basa sulla capacità di dialogo fra tutti i popoli e ricerca di obiettivi comuni. Questa è la Pedagogia interculturale. Un buon insegnamento della religione, dell'italiano, dell'inglese, della matematica, delle scienze produce ed è chiamato a produrre a livello personale la Convivenza civile. Infatti non è sufficiente erogare informazioni sul codice della strada per formare dei veri "cittadini della strada". Perché le norme devono entrare nelle menti degli allievi ma anche passare attraverso le loro rappresentazioni, reali e immaginarie.


Attraverso le loro aspettative, i loro desideri, i loro sogni. È con questa realtà interiore degli alunni che si è chiamati a fare i conti. Se non si procede in questo modo si rischia di fermarsi alla dimensione informativa, senza fare presa sul modo di vivere di bambini e ragazzi. Che senso avrebbe una classe di persone pienamente informate sugli effetti delle sostanze stupefacenti ma ugualmente dedite all'uso delle sostanze stesse?


Lo specifico dell'educazione interculturale è costituito dai processi di apprendimento che portano a conoscere altre culture e a instaurare nei loro confronti atteggiamenti di disponibilità, di apertura, di dialogo. Conoscere un'altra cultura significa rilevarne gli aspetti che la fanno "diversa" dalla nostra, ma significa anche capire che la rappresentazione che noi ci facciamo delle altre culture (spesso con stereotipi) non coincide necessariamente con quella che esse si fanno di loro stesse. L'intreccio di queste rappresentazioni costituisce la trama complessa dell'interculturale.


L'obiettivo primario dell'educazione interculturale si delinea come promozione delle capacità di convivenza costruttiva in un tessuto culturale multiforme. Quindi non solo l'accettazione ed il rispetto del diverso, ma anche il riconoscimento della sua identità culturale, nella quotidiana ricerca di dialogo e di collaborazione, con un reciproco arricchimento.


Il Consiglio d'Europa nel testo programmatico del 1989 [Conseil de l'Europe, L'education Interculturelle. Concept, context et programme, Strasbourg 1989] opera una distinzione di ordine terminologico tra multicultura e intercultura. Il termine multicultura descrive una situazione di fatto, indica una realtà in cui sono presenti individui e gruppi di etnie e culture diverse. Il termine intercultura evidenzia, invece, le relazioni e i processi che si stabiliscono tra soggetti appartenenti a culture o etnie diverse. Bisogna riuscire a 'straniarsi' da se stessi per riconoscersi diversi e poter sviluppare un pensiero critico e divergente nei confronti della società esistente e dei valori che essa propone. Un percorso di questo tipo può essere pensato solo a lungo termine e dovrà essere concepito come percorso interdisciplinare e trasversale.


Perciò l'atteggiamento interculturale va costruito attraverso una specifica educazione. Quindi la didattica interculturale non può avere carattere di superficialità o di estemporaneità. Il percorso per l'appropriazione di un atteggiamento interculturale deve necessariamente essere intenzionale.


Nel 1989, l'Italia ha introdotto nella scuola, attraverso una specifica normativa, l'approccio dell'educazione interculturale. Esistono, pertanto, norme significative per una definizione degli interventi interculturali nella scuola. Di fatto però, l'interesse concreto nei confronti dell'approccio interculturale è assai poco sviluppato nonostante lo sviluppo notevole del fenomeno migratorio. Secondo la normativa, questo approccio educativo va promosso nella "scuola di tutti" a prescindere dalla presenza o dall'assenza di alunni stranieri.

"L'educazione interculturale viene proposta come occasione per un ripensamento dei contenuti curricolari, come percorso formativo interdisciplinare per tutti, con carattere di ordinarietà da attivarsi per superare particolarismi, stereotipi e pregiudizi, visioni etnocentriche e settarie, per preparare menti aperte al confronto, alla solidarietà, alla cooperazione, alla pace, valori su cui fondare una società multietnica" . [art.45, DPR 394/99 e CM 205/90]



L'approccio interculturale è uno strumento ed un’opportunità di crescita e di trasformazione della scuola. Un cambiamento che si misura in termini di abilità in grado di favorire la cooperazione, la comunicazione, l'interazione e l'acquisizione di abiti mentali che consentano a diversi gruppi e individui di collaborare e cooperare al fine di costruire un ethos condiviso.



L'interculturalità non è qualcosa di originale ed eccentrico, ma è la nuova dimensione dell'educazione, la normalità. L'approccio interculturale è applicabile a qualsiasi disciplina, a qualsiasi segmento del sapere. Non si tratta di aggiungere argomenti nuovi alle discipline tradizionali, ma si tratta piuttosto di applicare un differente metodo di trattazione delle discipline. L'educazione all'ascolto e al decentramento dei punti di vista, non sono obiettivi perseguibili attraverso percorsi frammentari e occasionali.
Tra i modelli operativi che possono orientare nella progettazione di un percorso di didattica interculturale l’approccio narrativo è sicuramente il più adatto sia agli adulti che ai bambini.


Raccontare una fiaba, ad esempio, consente di soddisfare un bisogno molto forte nei bambini (e anche tra gli adulti): l'esigenza di fantasticare, di narrare, di immaginare. La narrazione soddisfa un'esigenza umana fondamentale legata al desiderio del fantastico e alla necessità di sviluppare l'immaginazione.

Post a Comment

Nuova Vecchia