di Giuseppe Gavazza
Ammetto di aver usato già tale titolo: la prima volta nella primavera 2006 per un intervento presso il Politecnico di Milano sul tema Suono e Multisensorialità . L'ho poi ripreso per un contributo alla e-zine TheArtSection nel luglio 2007.
E' un titolo che mi piace e mi piace usarlo e riusarlo; riciclare è ecologico.
mondo voci suono rumore
Viviamo da sempre immersi nei suoni. Le voci del mondo (c'è un bellissimo romanzo con questo titolo) sono la testimonianza del pianeta vivente: qualcuno lo ha chiamato il pianeta azzurro, a me piace pensarlo come il pianeta sonoro. Dove c'è vita c'è suono, ciò che vive fa rumore e solo un cuore fermo è un cuore silenzioso. Silence = death.
Nasciamo nel suono, ed il suono è il liquido amniotico che non ci abbandona e ci circonderà per tutta la vita. Antiche cosmogonie narravano che l'universo nacque dal suono e anche a noi raccontano che in principio era il verbo, la parola detta, la voce.
Mi fa piacere ricordare Inverno in-ver, undici poesie per piccola orchestra una vibrante partitura del 1973 di Niccolò Castiglioni, il cui ultimo brano è “Il rumore non fa bene, il bene non fa rumore”.
artificio musica arte tempo
Mai come adesso e qui siamo circondati da suoni artificiali, manufatti generati dall'attività di esseri umani. I rumori delle macchine, si sa, coprono il fruscio delle fronde e la risacca del mare. Sempre più siamo circondati dai suoni organizzati: insiemi di suoni pensati per essere ascoltati, dunque musica, e mai come ora abbiamo accesso ad una fonoteca infinita che cresce ad una velocità molto maggiore della nostra capacità di ascolto perché la musica è tempo congelato e un minuto di musica è un minuto di ascolto che necessita un minuto di vita, non esistono tempi di ascolto più rapidi.
“La musica ci é data al solo fine di stabilire un ordine nelle cose, ivi compresa, in particolare, la coordinazione tra uomo e tempo”. Igor Stravinskij, Cronache della mia vita
ascoltare
In questo mondo saturo di suoni e di musica faccio mio - come ultima citazione – il Happy new ears di John Cage per un augurio ed un invito: aprite felicemente le orecchie per aprire il cervello: l'ecologia della mente passa (anche) per quella dei timpani. Saper ascoltare aiuta a comprendere.
conosci Giuseppe Chiari, la sua arte e la sua musica??
RispondiEliminaparli lo stesso linguaggio... spero che tu dipinga anche gli stessi splendidi quadri, note e strumenti musicale, spartiti, tastire, violini, gli scalini della musica sono sei...
patrizia
oooops. mi trovo impreparato a rispondere a Patrizia: è qui che lo si fa? Lo faccio. Grazie: bel complimento, non ho potuto conoscere Chiari di persona ma conosco un poco la sua opera e il suo pensiero (ho letto e apprezzato Dubbio sull'armonia, bello e luminoso come il verde della copertina, Hopefulmonster). Io ci provo a fare suoni che suscitino qualcosa, se ci riesco lo sanno gli altri. Gli scalini della musica non sono scalini e sono ben più di 6, sono quasi infiniti.
RispondiEliminail commento qui sopra anonimo che inizia con oooops è mio, non so bene come funziona la risposta ai commenti. giuseppe gavazza (quello che ha scritto l'articolo)
RispondiEliminaFunzioa Giuseppe Funziona! e devo dire che i commenti sono sempre ben accetti per tutti gli articoli e i contributi di Terpress.
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