IL NERO CHE AVANZA



di Michele Cecere


Mi pare che siano pochi a rendersi conto del terremoto in cui stiamo vivendo. Ogni tanto le scosse sono più forti, sono i giorni in cui le borse vanno a picco e le grandi multinazionali annunciano frotte di licenziamenti…

Nei giorni “normali” sono in pochi a rendersi conto che il cambiamento è continuo e che, dopo averci ubriacato di “new economy” e globalizzazione, oggi dobbiamo ascoltare gente come il “compagno Tremonti” affermare che ”i processi della globalizzazione sono stati mal guidati da un eccessivo liberismo.”

Dal mio piccolo osservatorio del lavoro posso vedere tante piccole cose…Vedo gente che preleva solo contanti per effettuare pagamenti solo in contanti. Vedo diminuire la massa di assegni e aumentare a dismisura l’economia sommersa.




Il PIL cade anche perché il nero avanza. Tra qualche mese la crisi mostrerà il suo volto più feroce, finora abbiamo solo scherzato….

Tra qualche mese crolleranno le entrate dello Stato, ovvero le tasse che paghiamo sui nostri redditi, ma se continuiamo ad evadere…lo Stato non sarà più in grado di pagare gli stipendi degli statali! Per anni ci siamo cullati in un sistema che cresceva malato, come un castello di carta. Alcuni clienti mi vedono attento a riciclare ogni pezzo di carta e si meravigliano…

Ma bisogna evitare ogni spreco,di acqua, di luce, di carta, ognuno di noi può fare qualcosa per salvare il mondo. Ad esempio considerare l’importanza dei beni comuni e non dissiparli…Evitare di buttare cose che potrebbero servire ad altri: è il senso di ciò che facciamo al mercatino del baratto ogni ultima domenica del mese a Bari.

Evitare di sprecare il proprio tempo, mettendolo a disposizione di chi ne ha bisogno: è il senso delle cosiddette “banche del tempo”, luoghi in cui ognuno insegna ad altri qualcosa e lo fa gratuitamente. Insomma bisogna recuperare un’economia non basata solo sul denaro, ma sullo scambio, verso la cosiddetta “decrescita felice”.

Dobbiamo avere la forza di capire la lezione della crisi. Fare un passo indietro e provare a crescere insieme, con un’economia più solidale e attenta ai bisogni dei più deboli. Siamo davvero vicini al “crepuscolo del mondo”, ma possiamo ancora fare qualcosa per evitare la lenta morte del pianeta…

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