Se tutto è vanità di EDDA CONTE

Io donna. “Formica laboriosa e persa / sul filo della vita / fremo di paura / … / nei colori del tramonto / che parlano di quiete / voglio sognare dolcezze infinite /giornate d’amore senza tramonto /…/ Voglio bere i profumi dell’oblio / e nutrirmi di dolcissimo nettare / per sentirmi regina.”


Mimose? Forse simboli di un’epoca, e di un avvenimento a suo tempo significativo e determinante, oggi sicuramente in ribasso. In fondo ci vuole ben altro per celebrare la giornata della donna. Eppure quanti uomini l’otto marzo entrano dal fiorista! E tu, che vuoi nutrirti di dolcissimo nettare per sentirti regina, a quell’ora di punta sei magari ancora a fare la spesa al supermercato. Fortunatamente a metà giornata, dopo l’ufficio, ti prendi la pausa-pranzo, forse anche con qualche piacevole effetto collaterale, ma a casa ti attende tutto un mondo quotidiano che ruota intorno a te. Tempo fa era di moda la cena con le amiche, ma anche questa usanza è caduta, non è più politically correct.

E allora? Allora in questa terza stanza, che per una volta vogliamo considerare al femminile, parliamoci con estrema chiarezza, senza ostentazione o anacronistiche pose femministe, anche senza falsi perbenismi.

Che cosa ti ha portato la cosiddetta emancipazione? Sicuramente un aumento del carico delle responsabilità, e una vita quotidiana più faticosa. In macchina corse frenetiche in lotta con il tempo, con gli orari che secondo la tua natura vuoi sempre rispettare, anche a costo di sfidare i gestacci degli automobilisti maschi…. Quando ti va bene c’è solo l’espressione ironicamente sprezzante -…E’ una donna!…-

Tu corri, tutto il giorno, e il tuo viso lo racconta, chiede aiuto all’acido ialuronico, qualche volta –perché no?- anche al chirurgo plastico. Vogliamo condannarti per così poco?

Ma via, guardiamoci intorno… Consideriamo l’ “emancipazione” di tante letterine o vallette più o meno parlanti, e poi trarremo le conclusioni. Non sembra di essere tornati indietro, al tempo del manifesto della donna oggetto? Un oggetto desiderato, ambito e ben pagato da chi può permettersi di esibirlo nel mondo che conta (!).

E dunque: in questo mondo dove tutto è vanità vogliamo ancora accusare la donna se vuole essere la più bella del reame?

Se tutto è vanità. “Se un vivere velleitario / ci sospinge / con imput poveri di compimento / se la barca va / senza timone / lungo il fiume del Tempo / leggera navigando… / dove fuggì il Pensiero / lievito al fare quotidiano / verso prospettive di rispetto? / dove ci volgeremo in tanto vuoto / se tutto è vanità? ”



5 Commenti

  1. Edda, hai più che ragione.
    Ma forse su una cosa non son d'accordo: la vanità è maschio, non femmina.
    Le donne sono di solito meno competitive, e più solidali tra loro: almeno nel mio microcosmo femminile è così.
    Vanità per me ha una doppia accezione: vano è ciò che inevitabilmente passa, per esempio la freschezza di un volto giovane e senza rughe.
    Ma pensa un attimo: quante ragazzine volgari e sgraziate possono competere con una cinquantenne di classe magari senza botulino, ma con una sensualità e uno sguardo da gatta che non appassice mai, neanche a cento anni?
    Dirai che parlo così perchè son giovane, ma son convinta che mai e poi mai vorrei tornare indietro nel tempo, perchè mi rendo conto che una donna più cresce più acquista fascino, e il fascino, per fortuna, non ha età.
    Assolutamente son convinta che per molte cose gli uomini abbian vita più facile della nostra, meno sensi di colpa, maggiori capacità di staccar con la testa e godersi i loro momenti di relax che son sacri (guaia disturbarli, anche se ti vedono con chili di piatti da lavare e tanto di marmocchio urlante ai piedi)eppure ringrazio di esser nata femmina, e non solo per il classico discorso della maternità (una donna è donna anche senza figli) quanto per quell'attitudine materna, quella premura, quel sesto senso, quella capacità di sopportare e perdonare che, secondo me, hanno solo le donne.

    Edda mi associo a te nel grido: lasciate che le mimose fioriscano e vivano in pace sui loro rami, ma regalateci piuttosto una giornata intera di OZIO TOTALE: senza spesa, senza guidare, senza figli intorno, senza alcuna incombenza che non sia scelta da noi:
    questo per me sarebbe il miglior regalo, magari da ripetersi più di una volta all'anno.
    I fioristi magari mi lanceranno maledizioni, ma io ribadisco che meglio opere di bene che fiori.

    Ariel

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  2. Alle donne dico ... scriviamo, si scriviamo tutte, così come oggi ho consigliato ad una mia giovanissima amica. ... Da noi nasce la vita e attraverso noi si custodisce e si garantisce la ricchezza genetica. A noi dico di ricordarci che siamo stupende creature e mai dobbiamo smettere di credere in noi stesse, di amarci e tutelarci nel modo migliore con tanta cura e con tanta amorevolezza. Scriviamo donne, scriviamo i nostri bisogni, le nostre gioie, le nostre emozioni, i nostri sogni e votiamoci a vivere la vita in funzione di ciò che la nostra anima desidera! Scriviamosi scriviamo sempre....

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  3. Se ti senti libera, nell'aria del mattino, ammirata perché sicura di te e bella perché naturale, puoi dire di avercela fatta. La naturalità è il segreto e l'obiettivo da raggiungere. Non è vanità in quel caso, ma indipendenza ed equilibrio. Armonia prestabilità del tuo essere. Prestabilita da te perché hai raggiunto il controllo.

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  4. La donna, prima generosa nutrice, trova oggi il coraggio e la forza di raccontarsi. Penso che sia una cosa bellissima e gratificante.
    Sì, donne, continuiano a scrivere.

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  5. Alex sono del tutto d'accordo con te. Però mantenere il controllo non sempre porta alla felicità... se controllo costituisse un freno agli impulsi affetivi ed intellettuali. Bisogna dosare saggezza e impulsività: io che sono troppo istintiva ho imparat che a volte persino il sesto senso può essere ingannevole.
    Sull'indipendenza e l'equilibrio ci farei la firma...ma per ora sono solo miraggi.
    L'armonia di cui parli certe volte la sento, quando riesco a godere di un raggio di sole o un sorriso del mio bambino, anche se tutto in quella giornata sembrava andare per il verso sbagliato.

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