All'Abruzzo il 5 per mille. Un coro di no alla proposta di Tremonti

di Valeria Del Forno

Tra donazioni dei privati cittadini e iniziative di enti e aziende italiane, diverse le proposte da parte di esponenti politici e del mondo del volontariato. Su tutte fa discutere quella del ministro Tremonti: devolvere una parte del 5 per mille per finanziare la ricostruzione in Abruzzo. In prima fila contro l'iniziativa l'Udc, il Pd e le associazioni di volontariato.

La parola d’ordine è ricominciare. Ripartire, da dove? Oltre ai fondi dello Stato, che arriveranno, e le donazioni dei privati cittadini, sono molte le iniziative di enti e aziende italiane per fornire un aiuto economico ai terremotati in Abruzzo. Queste vanno ad aggiungersi alle già note ricariche gratuite inviate da Wind e Tim e alla sospensione del pagamento delle bollette di luce e gas (per ora, per due mesi).

MUTUI. Ieri è stata una giornata di importanti decisioni sul fronte economico: la commissione regionale dell'Abi (Associazione bancaria italiana) e gli istituti di credito presenti sul territorio hanno sospeso per tutto il 2009 il pagamento delle rate dei mutui e dei crediti al consumo (cioè, le rate per saldare i conti per l’acquisto di auto, elettrodomestici, mobili, eccetera) per chi vive nelle zone colpite dal sisma. Le banche, inoltre, non applicheranno nessuna commissione sui bonifici, pagamenti e operazioni Bancomat fatti in tutta Italia a titolo di di donazione a favore dell’Abruzzo.

INPDAP: SUSSIDIO STRAORDINARIO. L’Inpdap (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica) erogherà un sussidio straordinario di 3.000 euro ai dipendenti che hanno una casa inagibile e ha messo in atto una serie di iniziative per cercare di aiutare le popolazioni colpite. Inoltre garantirà, a partire da martedì 21 aprile, il pagamento anticipato della rata delle pensioni di maggio 2009.

RISORSE DALLA CEI. Anche la Cei, Conferenza episcopale italiana, destinerà ulteriori due milioni di euro all’emergenza terremoto che vanno ad aggiungersi ai tre milioni già destinati all’emergenza sisma dalla stessa. “Anche dal prossimo otto per mille sarà possibile ricavare ulteriori fondi per l’emergenza sisma”, ha precisato Bagnasco. Ha aggiunto esiste già da tempo un capitolo specifico relativo alle calamità naturali in Italia, inserito nella donazione attraverso il pagamento delle tasse e dunque è evidente e prevedibile che ci saranno altri sostegni derivanti dall'8 per mille destinati all'Abruzzo.

TREMONTI:"5 PER MILLE ALL’ ABRUZZO". Fa discutere l’ipotesi lanciata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti di utilizzare i fondi del 5 per mille. «Il Ministro dell'Economia e Finanze Giulio Tremonti - si legge in una nota di via XX Settembre - ha attivato presso il ministero le procedure per introdurre il terremoto dell'Abruzzo nell'elenco delle causali di destinazione per il 5 per mille».
La soluzione tecnica alla quale starebbero lavorando i tecnici di via XX Settembre è quella di attribuire per le destinazioni a favore dei terremotati un numero d'ufficio di 11 caratteri che sarà reso noto nei prossimi giorni. Si tratta di una soluzione facilmente attuabile senza dover modificare i modelli di dichiarazione. Viene infatti semplicemente prevista un'ulteriore destinazione per la quale si potrà optare utilizzando l'attuale modulistica. La scelta di destinare il 5 per mille della propria Irpef può essere fatta apponendo la firma in un apposito spazio del modello di dichiarazione denominato «Scelta per la destinazione del cinque per mille dell'Irpef». Oltre alla firma per la scelta occorre indicare il codice fiscale del beneficiario che nel caso dei terremotati sarà con tutta probabilità attribuito d'ufficio. La scelta può essere fatta anche da chi non presenta il modello Unico o il 730 utilizzando l'apposita scheda allegata al Cud.

REAZIONI. Contrari gli esponenti dell’Udc perché, spiega il segretario centrista Lorenzo Cesa, toglierebbe risorse alle associazioni che già sono al lavoro tra gli sfollati. Mentre Pier Ferdinando Casini invita ad evitare ''le guerre tra poveri: non si trovano le risorse togliendole a qualcun altro''.
Articolata è la controproposta : una una tantum dell'1% sull'Irpef da applicare ai redditi oltre i 120mila euro, una soglia che include i parlamentari e che permetterebbe di raccogliere 500 milioni di euro; emissione di "Abruzzo bond" sottoscritti dalla Cassa depositi e prestiti, rimborsabili in 30 anni a zero interessi, capaci di portare nelle casse dello Stato fra i 500 e i 700 milioni di euro; uno scudo fiscale che riporti dall'estero i capitali con una tassazione di favore, permettendo di raccogliere 1-1,5 miliardi di euro; partecipazione delle fondazioni bancarie alla ricostruzione, versando l'1% del loro patrimonio (per un totale di circa 500 milioni). Cesa annuncia poi che l'Udc sta attivando un numero verde a disposizione di tutti i cittadini che vogliano aiutare le vittime del sisma in Abruzzo.

La proposta di Tremonti ''non piace'' nemmeno al Pd. ''Porta più danni che vantaggi - dice la senatrice Mariapia Garavaglia - Questa misura infatti colpirebbe proprio quelle organizzazioni che sono presenti sul territorio, hanno una capacità operativa e sono in grado di intervenire rapidamente in casi drammatici come quello dell'Abruzzo. Perciò non bisogna togliere risorse a chi, fin dall'inizio, ha saputo portare con professionalità ed efficienza un grande aiuto alle popolazioni colpite". Un'ipotesi ''del tutto inadeguata" la considera Rosy Bindi, del. ''Il ministro si comporta proprio da sceriffo di Nottingham" incalza il senatore democratico Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione Affari Europei. Più duro il commento di Roberto Della Seta, senatore del Pd e capogruppo in Commissione Ambiente, che parla di ''proposta indecente e anche un po' schizofrenica''. “In questi giorni tragici - sottolinea - si è dimostrato una volta di più che il volontariato, l'associazionismo sono pilastri insostituibili del 'welfare' italiano. Se la Protezione civile nel nostro Paese ha raggiunto livelli importanti di efficienza e capillarità, lo si deve anche e molto a migliaia di associazioni grandi e piccole pronte a mobilitarsi con generosità e competenza nelle situazioni di emergenza. Togliere l'ossigeno a questo sistema, come avverrebbe decurtandogli il 5 per mille, sarebbe un atto di assoluta cecità e irresponsabilità e un atto schizofrenico: lo Stato per aiutare dei cittadini in difficoltà interverrebbe penalizzando i servizi ai cittadini resi dal settore no profit".

Polemiche anche all'Interno del Pdl e dei radicali. Attraverso un intervento pubblicato su "Libero", il deputato Giancarlo Lehner chiede che all'Abruzzo siano dati i fondi della Chiesa: "Sarebbe più logico concentrarsi sul pozzo di San Patrizio dell'otto per mille". Anche i radicali sottolineano che l'otto per mille ammonta a «un miliardo circa di euro». La senatrice Donatella Poretti spiega che "il 60% degli italiani non mette alcuna preferenza nella denuncia dei redditi, circa 37% scrive Chiesa Cattolica, che finisce con il prendersi così il 90% dell'ammontare complessivo". Soldi "che potrebbero essere facilmente utilizzati per la ricostruzione dell'Abruzzo, basterebbe - sottolinea Poretti - che il governo si prendesse tale impegno pubblicamente e chiedesse agli italiani di fargli fiducia nella denuncia dei redditi con una firma".

Associazioni del volontariato allarmate. Cosa ne pensano i diretti interessati? Marco Granelli, presidente del Csvnet (Coordinamento dei centri di servizio per il volontariato) spiega che un provvedimento del genere rappresenta “una guerra tra poveri” e penalizzerebbe le organizzazioni non profit che, tra l’altro, stanno partecipando ai soccorsi nelle zone colpite dal sisma.
“Lo Stato ha fissato un tetto al cinque per mille di 380 milioni di euro”, afferma. “Se questo tetto si conferma, vuol dire che Tremonti non allarga gli interventi ma toglie i soldi ad attività di assistenza svolte dal non profit. Si tratta di fabbisogni che comunque continuano a essere presenti, mi riferisco ai disabili, ai tossicodipendenti, all’assistenza domiciliare per gli anziani e così via”. Diverso sarebbe, a suo avviso, se invece il ministro intendesse ampliare il tetto e di conseguenza gli interventi. “Ci teniamo agli abruzzesi, al dramma che li ha colpiti, e lo dimostra la nostra partecipazione nei soccorsi”, precisa Granelli, “ma se vogliamo fare di più per loro, vanno destinate risorse aggiuntive, non pescare nel fondo già destinato per altre emergenze sociali. Su questo, ossia sull’ampliamento degli interventi, c’è la nostra totale disponibilità a ragionare".

Il vicepresidente di Emergency, Carlo Garbagnati, sostiene che “se si fosse indicata la destinazione all'assistenza ai terremotati dall'8 per mille certamente si sarebbe approdati a delle cifre molto superiori a quelle del 5 per mille, ma si sarebbero attivate gelosie e risentimenti di altri potentati”. Quali sono questi potentati lo spiega l’europarlamentare socialista Pia Locatelli:Il governo, per compiacere le gerarchie cattoliche, tace sull'8 per mille. Sarebbe più giusto ricordare ai cittadini che, al momento di compilare la dichiarazione dei redditi, possono indicare anche lo Stato e non solo le fedi religiose”. E per ribadire il concetto: “Se il contribuente non sceglie, automaticamente quella quota di Irpef andrà quasi integralmente alla Chiesa cattolica che ne utilizzerà solo una minima parte a fini umanitari”.

Particolarmente allarmate le associazioni che si occupano di sostegno a distanza, spesso di piccole dimensioni, e per le quali il 5 per mille è un supporto indispensabile. Una di queste è La Gabbianella Onlus che chiede al ministro dell'economia Tremonti di ritirare la sua proposta.
Per la campagna 'Sbilanciamoci!' si tratta di una misura "demagogica e populistica" ma che si rivelerebbe dannosa per tante associazioni già impegnate in attività di assistenza ai più deboli. Molte delle organizzazioni destinatarie del 5 per mille, sottolineano, sono impegnate proprio in Abruzzo in questo momento. Sbilanciamoci propone, invece, di lasciare il 5 per mille alla solidarietà e di finanziare la ricostruzione dell'Abruzzo colpendo le spese "inutili e sbagliate" come quelle militari, le rendite finanziarie o le grandi opere.

E sul rischio di ''una guerra tra poveri'' avverte anche il Forum del Terzo Settore, l'unione delle organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello che operano negli ambiti del volontariato, dell'associazionismo, della Cooperazione sociale, della Solidarietà internazionale, della Finanza etica, del Commercio equo e solidale in Italia. Per il portavoce Andrea Olivero, la proposta di Tremonti rischia di ''cancellare il principio di sussidiarietà in base al quale è il cittadino che sceglie a che organizzazione della società civile dare il proprio sostegno attraverso il 5 per mille dell'Irpef. In questo modo invece i cittadini finanzierebbero direttamente lo Stato". "Sono diverse le motivazioni - prosegue Olivero - che ci vedono in disaccordo con tale proposta: il 5 per mille è destinato per legge alle organizzazioni di Terzo Settore, quelle che da subito si sono impegnate con i propri volontari nei soccorsi in Abruzzo. Ironia della sorte, sono anche le stesse organizzazioni che da due anni attendono il 5 per mille loro attribuito dai cittadini con le dichiarazioni dei redditi del 2007. Di questo passo qualsiasi aiuto attraverso il 5 per mille arriverebbe solo nel 2011”

Di "trappola", infine, parla Giampaolo Concari di PeaceReporter (quotidiano online dedicato a temi internazionali, agenzia di stampa e di servizi editoriali per la diffusione della cultura della pace), per il quale quella del governo è "una manovra demagogica, con pochi effetti pratici e che sottrae risorse anziché fornirne di nuove. Meglio sarebbe invece utilizzare i fondi dell'8 per mille".

Vita lancia una petizione. Vita, il settimanale dedicato al mondo del volontariato, ha lanciato da ieri una petizione contro la proposta di Tremonti. Ricordando che è stato proprio l'attuale ministro dell'Economia ad istituire la possibilità di destinare una parte dell'Irpef al Terzo Settore o alla ricerca, scrive: "Sopravvissuto ad ogni sorta di intemperie, il 5 per mille rischia oggi di cadere sotto i colpi del suo stesso "creatore".

Si possono avere opinioni, punti di vista e preferenze, fa parte della personalità. La consapevolezza li pone però nella giusta prospettiva e questa ci dice che esistono mezzi meno importanti da cui trarre proventi e spese inutili da tagliare; ma poco importa se verranno sottratti al settore del non profit, che è stato in prima linea in questi giorni in Abruzzo. C'è poi da chiedersi perché si vogliano reperire risorse dal 5 per mille quando all’interno dell’8 per mille esiste una quota statale che presenta 4 finalità ben definite: calamità naturali, fame nel mondo, rifugiati, beni culturali. Basterebbe che la quota statale di quest’anno fosse tutta assorbita dalle calamità naturali (se ci si accontenta di spostare l’asse temporale di acquisizione dei finanziamenti al 2011). E la cifra potrebbe essere consistente.

1 Commenti

  1. buon giorno, sono scandalizzata dal no al 5 per mille, i soldi sono i nostri e non li possiamo nemmeno gestire, vorrebbero dare una parte dell 8 per mille? che vergogna, sempre la chiesa in mezzo!!!!

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