Il giornalista antimafia Pino Maniaci rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione.




di Paolo Cirica



Ma serve davvero un tesserino per combattere una battaglia di legalità?

Un esempio da seguire per alcuni e una voce troppo scomoda per altri: queste, in breve, le due fazioni che si schierano intorno alla figura di Pino Maniaci, giornalista di Telejato (piccola emittente televisiva di Partinico, in provincia di Palermo) che da anni combatte la mafia. Sembra un paradosso ma anche la mafia ha sempre cercato di combattere contro Pino Maniaci; una figura ingombrante ed una voce pesante che non ha paura di raccontare la verità. In tutti questi anni, sia Pino che Telejato, hanno subito numerosissime minacce da parte di boss e notabili della zona di Partinico: aggressioni, avvertimenti, intimidazioni, auto bruciate e, in poche parole, tutto ciò per cui una persona normale non lesinerebbe a fare un passo indietro ed a starsene in silenzio. Ma Pino no. Lui ha sempre continuato la sua battaglia contro l’illegalità e le mafie. Negli anni sono nate parecchie associazioni che lo hanno sostenuto e lo sostengono tuttora in questa sua lotta; ma fondamentalmente si tratta ancora di una piccolissima goccia in un oceano immenso. Un oceano fatto di silenzi e paura. Un oceano in cui tutti noi cerchiamo di tenerci a galla senza farci tirare giù.

Pino Maniaci, per una sua scelta di fondo basata sui principi della libertà di parola e di espressione, non ha mai voluto prendere il tesserino di giornalista pubblicista. Adesso, non riuscendo ad intimidirlo in alcun modo, pare che lo si voglia zittire nel modo più assurdo possibile. Gli si vuole “tagliare la lingua” utilizzando come pretesto la mancanza di questo pezzo di cartoncino. Citando quanto detto dal pubblico ministero di Palermo Paoletta Caltabellotta, infatti, “Il direttore dell’emittente televisiva Telejato, Pino Maniaci, è stato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista”. Il processo è stato fissato davanti al giudice monocratico di Partinico l'8 maggio prossimo. Secondo l'accusa, Maniaci, “con più condotte, poste in essere in tempi diversi ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso”, avrebbe esercitato abusivamente l'attività di giornalista in assenza della speciale abilitazione dello Stato, conducendo ogni giorno il telegiornale di Telejato.

Purtroppo una brutta pagina di cronaca che investe ancora chi vuole fare il proprio lavoro e rischia quotidianamente la vita per raccontare solamente la verità.

Cori di solidarietà si sono levati per il giornalista siciliano da ogni parte d’Italia e da numerose associazioni, da Articolo 21 all’Fnsi, all’Ordine dei Giornalisti, sia siciliano che nazionale. Proprio Articolo 21 ha voluto conferire a Pino Maniaci la tessera onoraria dell’associazione. Egli, ringraziando tutti coloro che gli hanno manifestato solidarietà, ha affermato: "Non abbiamo intenzione alcuna di fare polemica con i giudici. Se sarà necessario prenderò anche il tesserino da pubblicista per sgombrare il terreno da ogni equivoco e per continuare la nostra battaglia quotidiana. Ma ribadisco che per compiere una battaglia di legalità non serve un tesserino ma grande coraggio civile".

L’intera redazione di Terpress intende mostrare tutto il suo sostegno nei confronti di Pino Maniaci e la sua ammirazione per il suo coraggioso operato.

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