di Bartolo Lorefice
Non c’è pace dentro il centro-destra siciliano. Continua la guerra (mica tanto…!) fredda tra il governatore Raffaele Lombardo da una parte e Pdl dall’altra.
Giuseppe Castiglione, coordinatore regionale del Popolo della Libertà non si riconosce nelle scelte del governatore: "un dialogo - ha dichiarato Castiglione - può riprendere solo in seguito a un azzeramento della Giunta regionale. Anche i coordinatori nazionali e regionali sono d'accordo su questa posizione. Adesso non aspettiamo altro che una risposta da parte di Lombardo".
Intanto Lombardo ha assegnato quasi tutte le deleghe ai nuovi assessori regionali. Non assegnate le deleghe al Lavoro, ai Beni culturali e all'Agricoltura, in attesa di ricucire lo strappo con il Popolo della Libertà. In seno a quest'ultimo continuano a rimanere sospesi gli assessori dissidenti vicini alle posizioni di Gianfranco Micciché.
Intanto Lombardo ha incontrato ieri a Roma il presidente della Camera Gianfranco Fini, con il quale si è intrattenuto per circa un'ora, per poi confrontarsi con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Sulle questioni al centro delle discussioni Lombardo non si è sbilanciato, parlando di "incontri istituzionali successivi alle elezioni. Inoltre con Maroni - ha proseguito - abbiamo parlato anche di federalismo e di Fas, sottolineando l'importanza di coinvolgere anche il ministro dell'Economia Tremonti".
Dovrebbe esserci in programma anche un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Su quest'ultimo incontro Lombardo è rimasto molto vago sottolineando che "se ci sarà si svolgerà in forma strettamente privata. Al momento, però, non ho ancora nessuna conferma ufficiale".
Quel che è certo, è che i tempi di tempesta per il governo regionale siciliano non finiscono qua. A Berlusconi il compito di tentare di ricucire con un Lombardo furente e assetato di vendetta.
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