Il compito di italiano per la maturità: qualcosa sta cambiando

di Roberto Tortora

E’ vero, per una volta il Ministero dell’Istruzione si è mosso nella giusta direzione. Ha tirato via scorie di muffa filosofante e residui di moralismo. Per il compito di italiano, finalmente, sono state scelte tracce aperte al gusto dei giovani, alle loro tendenze, alle loro aspettative.
Va subito detto che scegliere un tema sul quale far esercitare le capacità espressive, critiche e argomentative dei ragazzi costituisce un’impresa ben più ardua di quanto possa apparire ai non addetti ai lavori. I giovani – è giusto che sia così – contestano “a prescindere”. Rifiutano qualsiasi tema, qualsiasi compito, per la semplice ragione che è stato deciso da qualcun altro e perciò costituisce un’imposizione del pensiero, un vincolo alla libera espressione di sé.
Ma gli argomenti che quest’anno sono venuti fuori dalla busta ministeriale – la temuta busta semimetallizzata, sigillata a fuoco e scortata dai carabinieri – avevano in sé qualcosa di nuovo.
Per coglierne la portata innovativa basta andare indietro nel tempo, alle vecchie tracce che proponevano depressive riflessioni su pensieri di filosofi, statisti e artisti, sempre tristi, sempre pessimisti. Sempre “isti”. Seneca, Mazzini, Bobbio… per carità, veri monumenti della cultura universale, ma lontani dagli interessi giovanili quanto due astri di due diverse galassie.
Il 25 giugno 2009, invece, ecco spuntar fuori “Creatività e innovazione”, “Innamoramento e amore” questioni che hanno risvegliato ricordi, innescato processi, avviato progetti. Tracce, come si dice, abbordabilissime, fattibili, perfino intriganti.
Diciamola tutta: non è possibile definirsi adolescenti se, almeno una volta, non si è attraversato l’antro buio e luminosissimo dell’innamoramento, la fulminea intermittenza di amore e odio scolpita una volta per tutte nel distico di Catullo.
Allo stesso modo, creatività e innovazione (parole chiave per il saggio breve dell’ambito socio-economico) sono connaturate allo spirito dei giovani, sono nella loro costituzione, fisica e mentale, rappresentano il motore della loro voglia di entrare nel mondo e anche il campo di attese degli adulti. Impossibile non aver niente da dire, impossibile non sentirsi spinti a scrivere il proprio punto di vista su un tema così.
Ma è soprattutto la traccia per il saggio di ambito storico-politico a costituire la maggiore apertura verso il mondo degli adolescenti: “Origine e sviluppo della cultura giovanile”. Un argomento corredato di spunti documentali che vanno da un celebre saggio di Hobsbawm al logo di Facebook, passando per immagini (ben 14, mai così tante in un testo d’esame!) che ritraggono, tra gli altri, James Dean, la Vespa, i paninari, Jim Morrison e i rave party. Dunque, un invito a rispecchiarsi in quanto di più vicino possa avere un diciannovenne, ma anche un’esortazione a riflettere seriamente, sulla scorta di grandi pensatori e storici, sulle trasformazioni appena superate e su quelle ancora in corso nell’universo giovanile
Il terrore della pagina bianca, quel senso di scoramento che assale ogni ragazzo chiamato a cimentarsi, per iscritto, con qualcosa che ha a che vedere col mondo, con la cultura degli adulti, sembra essere stato in tal modo fugato. Questa volta anche i più refrattari alla penna, anche quelli che più degli altri si spaventano all’idea di mettere nero su bianco pensieri e considerazioni personali su un dato argomento, avranno trovato lo stimolo giusto per esprimere la propria visione del mondo prima di entrare ufficialmente in quello degli adulti dopo il rito di passaggio dell’esame di maturità.

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