Le voci del mondo
“Quanto piú si avvicinava alla roccia liscia, tanto piú Elias si sentiva irrequieto. Gli sembrava che il rumore dei passi, il respiro, lo scricchiolio della neve gelata, i tonfi lontani del bosco, il mormorio dell'acqua sotto il ghiaccio della Emmer, che tutto intorno a lui dovesse crescere e fondersi in un unico suono grandioso. Quando infine raggiunse la sua roccia sentà un rombo come di tuono erompergli dal petto. E in quel momento, come intuendo qualcosa del proprio futuro, si mise improvvisamente a cantare. Quindi accadde il prodigio: quel pomeriggio del suo quinto anno di vita Elias udà il suono dell'universo.”
“... ci fermammo a riflettere: quanti uomini meravigliosi, filosofi, pensatori, poeti, pittori e musicisti il mondo avrà perduto solo perché ad essi non fu concesso di imparare la propria arte? Forse - continuando nella nostra fantasia - non fu Socrate il filosofo più sublime, e non fu Gesù Cristo il più grande spirito amante, nè Leonardo il più straordinario tra i pittori o Mozart il più perfetto tra i musicisti; altri nomi, completamente diversi, avrebbero potuto segnare il corso della storia. Pensammo allora con un sentimento di cordoglio a questa schiera di sconosciuti, nati e non nati a un tempo.”
“Quanto piú si avvicinava alla roccia liscia, tanto piú Elias si sentiva irrequieto. Gli sembrava che il rumore dei passi, il respiro, lo scricchiolio della neve gelata, i tonfi lontani del bosco, il mormorio dell'acqua sotto il ghiaccio della Emmer, che tutto intorno a lui dovesse crescere e fondersi in un unico suono grandioso. Quando infine raggiunse la sua roccia sentà un rombo come di tuono erompergli dal petto. E in quel momento, come intuendo qualcosa del proprio futuro, si mise improvvisamente a cantare. Quindi accadde il prodigio: quel pomeriggio del suo quinto anno di vita Elias udà il suono dell'universo.”
“Le voci del mondo” è uno splendido romanzo di Robert Schneider (Einaudi, Torino 1996, ET Scrittori, 186 p, traduzione di Flavio Cuniberto) che narra di Johannes Elias Alder "un genio la cui strepitosa intelligenza musicale avrebbe potuto spingere l'arte del suo tempo ben oltre i confini del secolo". Ma Johannes Elias vive la sua breve vita, nei primi anni dell'Ottocento, in un villaggio sperduto sui monti austriaci, popolato da rozzi e ignoranti. Una fiaba lirica e di straziante bellezza.
Ho ripensato, tornando prosaicamente con i piedi e le orecchie sulla terra, alle voci del mondo scoprendo il sito web http://www.freesound.org che raccoglie, archivia, cataloga, rende disponibili all'ascolto e al download registrazioni audio che chiunque può prendere “sul campo” e inviare. Una possibilità che mi piace molto è quella dei Geotagged Audio Samples: il campione sonoro inviato può essere collegato al luogo in cui è stato registrato e visualizzato su Google Maps. Ciò che accadeva già per le foto anche in Google Earth qui può essere fatto per i suoni. Una vera mappa in progress dei suoni del mondo.
Chiudo con un altro stralcio dal romanzo:
Ho ripensato, tornando prosaicamente con i piedi e le orecchie sulla terra, alle voci del mondo scoprendo il sito web http://www.freesound.org che raccoglie, archivia, cataloga, rende disponibili all'ascolto e al download registrazioni audio che chiunque può prendere “sul campo” e inviare. Una possibilità che mi piace molto è quella dei Geotagged Audio Samples: il campione sonoro inviato può essere collegato al luogo in cui è stato registrato e visualizzato su Google Maps. Ciò che accadeva già per le foto anche in Google Earth qui può essere fatto per i suoni. Una vera mappa in progress dei suoni del mondo.
Chiudo con un altro stralcio dal romanzo:
“... ci fermammo a riflettere: quanti uomini meravigliosi, filosofi, pensatori, poeti, pittori e musicisti il mondo avrà perduto solo perché ad essi non fu concesso di imparare la propria arte? Forse - continuando nella nostra fantasia - non fu Socrate il filosofo più sublime, e non fu Gesù Cristo il più grande spirito amante, nè Leonardo il più straordinario tra i pittori o Mozart il più perfetto tra i musicisti; altri nomi, completamente diversi, avrebbero potuto segnare il corso della storia. Pensammo allora con un sentimento di cordoglio a questa schiera di sconosciuti, nati e non nati a un tempo.”
Giuseppe Gavazza, 4 luglio 2009
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