Venti mesi senza stipendi: i lavoratori della Cesame di Catania si ribellano



di Paolo Cirica

I lavoratori della Cesame di Catania, da venti mesi senza stipendio e senza alcuna notizia in merito alla loro vertenza, hanno organizzato una manifestazione all'interno della sede catanese della Regione Siciliana per protestare contro la situazione di stallo in cui si trovano.

I lavoratori contestano il blocco dell'iter per il riconoscimento della cassa integrazione e la perdita di ogni prospettiva di rilancio dell'azienda di sanitari.

Cgil e Cisl avevano indetto una conferenza stampa per denunciare la pesante situazione in cui si trovano i circa 150 lavoratori della Cesame ma la protesta dei lavoratori è partita spontaneamente dopo la conclusione dell'incontro.

«Ci avevano assicurato che la soluzione era dietro l'angolo - dice Renato Avola, segretario generale della Femca Cisl - ma invece tutto si è fermato all'iniziativa dell'ex assessore Pippo Gianni, avallata poi dalla stessa presidenza della Regione. Le istituzioni però sono rimaste ferme. La vertenza Cesame però non va in ferie e chiediamo che anche le istituzioni, soprattutto quelle regionali, non vadano in ferie neanche loro. I lavoratori sono all'esasperazione e sono necessari almeno interventi immediati di sostegno al reddito».

Per la Cgil, il segretario confederale Margherita Patti e il segretario generale della Filcem Giuseppe D'Aquila, ritengono che la situazione sia anche peggiorata rispetto a venti mesi fa: «I lavoratori della Cesame – hanno spiegato – non possono aspettare i tempi della burocrazia, quelli legittimi della magistratura e il silenzio delle istituzioni. In attesa delle sentenze, chiediamo sia sciolto il nodo dei licenziamenti collettivi, una tutela minima salariale, e che siano chiare e legittime le titolarità per concedere la cassa integrazione nel più breve tempo possibile. Si avvii allora un tavolo serio e concreto che arrivi a una soluzione rapida».

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