Natty Patanè
tra una birra e una canzone il doloroso passaggio verso il buio
tra una birra e una canzone il doloroso passaggio verso il buio
- Canta qualcosa Dilo-
Gli chiese dal sedile davanti Greta accendendosi una sigaretta, i suoi piedi nudi erano poggiati sul cruscotto come sempre, l’auto sobbalzava sulla strada di basalto lavico che si dipanava in discesa. Dietro le bottiglie tintinnavano e lentamente perdevano la loro temperatura. Il lunotto s’appannava col fumo del “pane condito” caldo.
- well, I busted out of class-
attaccò una improbabile “No surrender”, raschiando la voce, tutti tacquero, a seguire ci legò “Vedrai vedrai” e Greta sembrò commossa
- che cazzo sei scema? -
le chiese ridendo. E per un attimo pensò che forse rideva per scacciare il pensiero che quello era l’apice, che la parabola stava per calare.
Rise mentre Luca, mano sul volante, consumava una sigaretta facendo finta di fumare.
Il giorno era stato caldo, la sera apparecchiava stelle e venti freschi che portavano pensieri e progetti fantastici.
Mentre scendevano dalla vecchia panda beige, una piazza dal selciato mezzo divelto li accolse in transito verso la spiaggia, una fontanella pisciava svogliata un filo d’acqua tiepida e salmastra. Leda accese la radio portatile su una schitarrata che aprì le braccia di Dilo, guardò il cielo e cominciò a girare saltellando, in breve si perse e nessuno aveva ancora rollato niente.
- Voglio andare in Irlanda! - iniziò
- uno di quei piccoli paesini dove trovare una locanda, dove servono birra appena spillata e cantano tirando freccette, fino a tardi star li a guardarli e poi salire al primo piano dove la padrona mi da una delle tre stanze disponibili, piccola, con della vecchia carta da parati a fiori e una finestra che il giorno dopo si aprirà su una discesa appena pizzicata da minuscole gocce di pioggia disordinate dal leggero vento che mi smuoverà i capelli -.
- che ha bevuto? - chiese Leda a Greta, mentre in fondo si godevano le minchiate che gli raccontava.
Luca ruttò di birra appena stappata come a suggellare l’irrealtà .
Il mare sembrava immobile, da camminarci sopra, una pista che portava dritta al futuro che ancora li aspettava.
- Ti slinguerei Greta o forse slinguerei lui o forse entrambi -, Pensò Dilo.
- cazzo mi gira la testa – disse invece
- E’ bellissimo a faccia in su leccar le stelle, vengono, e vanno umide lo stesso -
- Ma stai fumando solo filtro! - gli disse Greta, le sorrise rincoglionito, anche lei rise in silenzio, risero tutti.
Gli chiese dal sedile davanti Greta accendendosi una sigaretta, i suoi piedi nudi erano poggiati sul cruscotto come sempre, l’auto sobbalzava sulla strada di basalto lavico che si dipanava in discesa. Dietro le bottiglie tintinnavano e lentamente perdevano la loro temperatura. Il lunotto s’appannava col fumo del “pane condito” caldo.
- well, I busted out of class-
attaccò una improbabile “No surrender”, raschiando la voce, tutti tacquero, a seguire ci legò “Vedrai vedrai” e Greta sembrò commossa
- che cazzo sei scema? -
le chiese ridendo. E per un attimo pensò che forse rideva per scacciare il pensiero che quello era l’apice, che la parabola stava per calare.
Rise mentre Luca, mano sul volante, consumava una sigaretta facendo finta di fumare.
Il giorno era stato caldo, la sera apparecchiava stelle e venti freschi che portavano pensieri e progetti fantastici.
Mentre scendevano dalla vecchia panda beige, una piazza dal selciato mezzo divelto li accolse in transito verso la spiaggia, una fontanella pisciava svogliata un filo d’acqua tiepida e salmastra. Leda accese la radio portatile su una schitarrata che aprì le braccia di Dilo, guardò il cielo e cominciò a girare saltellando, in breve si perse e nessuno aveva ancora rollato niente.
- Voglio andare in Irlanda! - iniziò
- uno di quei piccoli paesini dove trovare una locanda, dove servono birra appena spillata e cantano tirando freccette, fino a tardi star li a guardarli e poi salire al primo piano dove la padrona mi da una delle tre stanze disponibili, piccola, con della vecchia carta da parati a fiori e una finestra che il giorno dopo si aprirà su una discesa appena pizzicata da minuscole gocce di pioggia disordinate dal leggero vento che mi smuoverà i capelli -.
- che ha bevuto? - chiese Leda a Greta, mentre in fondo si godevano le minchiate che gli raccontava.
Luca ruttò di birra appena stappata come a suggellare l’irrealtà .
Il mare sembrava immobile, da camminarci sopra, una pista che portava dritta al futuro che ancora li aspettava.
- Ti slinguerei Greta o forse slinguerei lui o forse entrambi -, Pensò Dilo.
- cazzo mi gira la testa – disse invece
- E’ bellissimo a faccia in su leccar le stelle, vengono, e vanno umide lo stesso -
- Ma stai fumando solo filtro! - gli disse Greta, le sorrise rincoglionito, anche lei rise in silenzio, risero tutti.
si anche io mi aggrego alla richiesta di un podcast ma devo condessare che quando ho dovuto produrne uno ho faticato molto, molto...
RispondiEliminanon è uguale alla scrittura il pdcast, richiede maggiore applicaione ma dovremmo riuscire a produrne con tutti questi materiali scrittorei che produciamo per terpressss
pastrizia
torniamo alla parola detta, generatrice, al suono primordiale ?
RispondiEliminaappena posso ci proverò, mi affascina l'idea sa di contatto diretto di trasmissione immediata di emozioni l'unico problema è la mia scarsa padronanza delle tecnologie ma spero di ovviare.
RispondiEliminanatty
le tecnologie non sono nemiche: un registratore (anche solo il microfono del lap top) e la lettura di poche pagine di manuale. Dai diamo spazio e tempo al suono detto .....
RispondiEliminaun proposito per il nuovo anno fare dei podcast!
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