Banche, Ue: in Italia i conti correnti più cari d'Europa

di Valeria Del Forno



Foto: Valeria Del Forno, 2009


Le banche italiane sono di gran lunga le più care d'Europa: per un semplice conto corrente da noi si arriva a spendere dai 250 agli 830 euro in un anno. Il quadro, non certo lusinghiero, emerge da un documento di lavoro pubblicato dalla Commissione europea, nel quadro di valutazione del mercato dei consumi 2008 (Consumer Market Scoreboard 2008) che punta il dito contro gli istituti italiani anche per la mancanza di trasparenza.


Risultati insoddisfacenti sul piano della trasparenza con informazioni poco chiare, operazioni e contratti troppo complessi; per non parlare delle costosissime spese annue per la gestione di un conto. E' questo il nuovo primato negativo acquistato dalle banche italiane: sono le più costose d'Europa e tra le meno trasparenti. Per un semplice conto corrente nel nostro Paese si arriva a spendere dai 250 agli 830 euro in un anno. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto della Commissione europea che fa luce su pratiche e costi di 224 istituti finanziari in tutti gli stati membri, coprendo così quasi l'80% del mercato europeo. Ognuna della voci di spesa analizzate risulta da noi più elevata rispetto agli altri paesi, sia per i conti dei clienti che usano servizi più avanzati, sia per i semplici correntisti. Un po' meglio in Spagna dove per un conto corrente si spende in media 178 euro l'anno. Seguono Francia e Gran Bretagna, rispettivamente con 154 e 103 euro sui 12 mesi e Germania con 98 euro. La più virtuosa è la Bulgaria dove i costi bancari non superano i 28 euro all'anno.

SCARSA TRASPARENZA E INFORMAZIONI POCO CHIARE.
Secondo la Commissione Ue quasi un terzo dei consumatori interpellati non è in grado di confrontare le offerte in materia di conti correnti e le informazioni sui prezzi fornite online sono incomplete. Sui siti web degli istituti bancari si trovano, infatti, poche o alcune informazioni sui prezzi, mentre altri presentano nei prospetti delle tariffe informazioni lacunose .
In Italia gli esperti, che hanno redatto la relazione sui costi bancari, hanno dovuto mettersi ripetutamente in contatto con oltre il 90 % delle banche comprese nella ricerca, per avere maggiori dettagli e chiarimenti sulle informazioni relative ai costi a disposizione degli utenti sui siti internet. Ed anche allora gli istituti bancari in molti casi hanno offerto soltanto informazioni orali sulle loro tariffe, rifiutando di inviare il loro tariffario.
Eppure gli italiani continuano a fidarsi. Secondo il rapporto, infatti, soltanto il 9% ha spostato il conto negli ultimi due anni. I consumatori non solo non capiscono ma, a volte, neanche s'informano sulle condizioni migliori. Un incentivo perfetto quindi per le banche: perché cambiare i prezzi se nemmeno il cliente si lamenta?

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