Efeso, scavi della via centrale e Biblioteca di Celso – fotografia scattata personalmente
Chiara Di Salvo
Questo articolo è l'esperienza personale di un viaggio organizzato fatto quest'estate e che ha toccato più luoghi tra la Grecia e la Turchia.
Inizio con il descrivere il sito archeologico in cui il disagio verso un certo tipo di cultura è emerso in me senza filtri.
Agosto 2009, Turchia, visita alle rovine della città di Efeso, una delle più grandi città dell'antica Anatolia e capitale della provincia romana in Asia (si è calcolato che la città fosse abitata da ben 200.000 persone più l'afflusso di gente dalle zone limitrofe...!)
- Efeso: il contesto.
Gli scavi, che ad oggi si pensa abbiano portato alla luce solo il 30% di quello che era l'antica città, hanno ridato vita a numerose rovine archeologiche quali, ad esempio, la terza biblioteca più grande del mondo antico, la Biblioteca di Celso, terza dopo Alessandria d'Egitto e Pergamo. Questa Biblioteca arrivò a contenere talmente tanti preziosi papiri che risultò pari a quella d'Alessandria e quest'ultima, per mantenere il primato, proibì il commercio della carta di papiro con la Turchia che per un certo periodo dovette adattarsi alla carta pergamena (pelle di animale).
Altro sito è il Teatro romano che aveva posti a sedere per ben 25.000 persone. Si consideri che questo grande Teatro ha ospitato anche diversi artisti contemporanei fino a che, durante un concerto di Sting negli anni '80, per gli impianti stereo troppo potenti si sono verificati dei crolli e da allora sono state vietate queste manifestazioni artistiche.
Le meraviglie archeologiche non terminano qui: ad Efeso venne edificato il Tempio di Artemide, tempio considerato una delle Sette meraviglie del mondo antico, raso definitivamente al suolo nel 401 per ordine di Giovanni Crisostomo, ferreo arcivescovo di Costantinopoli. Il Tempio di Artemide era dedicato al culto di Artemide, identificata come dea della fertilità o “Grande Madre”, quindi si consideri il suo abbattimento in relazione all'affermazione del cattolicesimo dettato da Costantino e dai primi concili (Nicea 325 d.C.) tra cui quello di Efeso del 431 d.C..
Questo è quello che, con una guida autorizzata e specializzata del posto, ci era offerto di vedere: la magnificenza di un'antica città con un enorme valore storico, culturale, artistico e religioso.
La visita, non obbligatoria ma con orari fissi per poter dare la possibilità alle persone di farne altre, era stata fissata per le 11 del mattino e sarebbe finita verso le 14, ovvero nel pieno del sole turco.
- L'escursione: l'abbrutimento.
C'era scritto, all'iscrizione, di vestirsi comodi, portarsi acqua, avere cappelli e armarsi di curiosità.
Forse il buon senso è diventata la “quinta” virtù cardinale.
All'interno del gruppo mi sono ritrovata con persone estremamente elementari che non facevano altro (interrompendo la guida con battute di poco gusto) che paragonare il “loro” Foro Romano a quello che consideravano una <...copia di quello che c'abbiamo noi...>. Ma il culmine dell'assurdo l'ho sentito dire ad una madre davanti al figlio di massimo 13 anni: parlava con un'amica di quanto fosse stanca e di quanto avesse caldo quando ad un certo punto disse <>. E il marito: <...'namo che mo finisce sta tortura e se magna >.
Ho visto altri italiani fare quasi a pugni per non perdere il posto loro e dei loro amici in attesa di una navetta di linea, arrabbiati com'erano per persone (straniere) che, senza farlo apposta poiché lo spazio era quello e si camminava a passo d'uomo, passavano loro avanti.
Il commento viene da solo.
Spesso sento lamentarsi gli italiani del turismo straniero “mordi e fuggi” oppure li sento deridere inglesi e americani che in una settimana visitano l'Italia toccando una città per giorno.
Ma noi? A noi non tocca nessun senso critico al nostro atteggiamento? Con quale presunzione snobbiamo un rudere di un altro stato solo perché quello di casa nostra a nostro parere è più importante? Perché si biasima l'americano che arriva a Roma con il sogno della “Dolce vita” negli occhi e nel cuore e poi noi andiamo all'estero, per esempio Efeso, per comprare souvenir e fare foto solo per dire agli amici che siamo stati in Turchia?
Perché questo è il senso che ho sentito in quella escursione, questo è il motivo per cui chi da pane e salame ora mangia caviale fa le vacanze “culturali”.
E i figli, i ragazzi, quale esempio hanno a casa? Che approccio possono poi avere con la scuola, con la nostra storia (poiché di storia si parla, anche se di storia dell'arte) e con lo spirito d'accoglienza verso le altre culture?
Non si fa che ripetere che l'educazione viene in primis dalla famiglia.
Ma allora viene spontaneo chiedersi: ma quale famiglia? Che tipo di famiglia hanno alle spalle gli adolescenti di oggi?
Agosto 2009, Turchia, visita alle rovine della città di Efeso, una delle più grandi città dell'antica Anatolia e capitale della provincia romana in Asia (si è calcolato che la città fosse abitata da ben 200.000 persone più l'afflusso di gente dalle zone limitrofe...!)
- Efeso: il contesto.
Gli scavi, che ad oggi si pensa abbiano portato alla luce solo il 30% di quello che era l'antica città, hanno ridato vita a numerose rovine archeologiche quali, ad esempio, la terza biblioteca più grande del mondo antico, la Biblioteca di Celso, terza dopo Alessandria d'Egitto e Pergamo. Questa Biblioteca arrivò a contenere talmente tanti preziosi papiri che risultò pari a quella d'Alessandria e quest'ultima, per mantenere il primato, proibì il commercio della carta di papiro con la Turchia che per un certo periodo dovette adattarsi alla carta pergamena (pelle di animale).
Altro sito è il Teatro romano che aveva posti a sedere per ben 25.000 persone. Si consideri che questo grande Teatro ha ospitato anche diversi artisti contemporanei fino a che, durante un concerto di Sting negli anni '80, per gli impianti stereo troppo potenti si sono verificati dei crolli e da allora sono state vietate queste manifestazioni artistiche.
Le meraviglie archeologiche non terminano qui: ad Efeso venne edificato il Tempio di Artemide, tempio considerato una delle Sette meraviglie del mondo antico, raso definitivamente al suolo nel 401 per ordine di Giovanni Crisostomo, ferreo arcivescovo di Costantinopoli. Il Tempio di Artemide era dedicato al culto di Artemide, identificata come dea della fertilità o “Grande Madre”, quindi si consideri il suo abbattimento in relazione all'affermazione del cattolicesimo dettato da Costantino e dai primi concili (Nicea 325 d.C.) tra cui quello di Efeso del 431 d.C..
Questo è quello che, con una guida autorizzata e specializzata del posto, ci era offerto di vedere: la magnificenza di un'antica città con un enorme valore storico, culturale, artistico e religioso.
La visita, non obbligatoria ma con orari fissi per poter dare la possibilità alle persone di farne altre, era stata fissata per le 11 del mattino e sarebbe finita verso le 14, ovvero nel pieno del sole turco.
- L'escursione: l'abbrutimento.
C'era scritto, all'iscrizione, di vestirsi comodi, portarsi acqua, avere cappelli e armarsi di curiosità.
Forse il buon senso è diventata la “quinta” virtù cardinale.
All'interno del gruppo mi sono ritrovata con persone estremamente elementari che non facevano altro (interrompendo la guida con battute di poco gusto) che paragonare il “loro” Foro Romano a quello che consideravano una <...copia di quello che c'abbiamo noi...>. Ma il culmine dell'assurdo l'ho sentito dire ad una madre davanti al figlio di massimo 13 anni: parlava con un'amica di quanto fosse stanca e di quanto avesse caldo quando ad un certo punto disse <>. E il marito: <...'namo che mo finisce sta tortura e se magna >.
Ho visto altri italiani fare quasi a pugni per non perdere il posto loro e dei loro amici in attesa di una navetta di linea, arrabbiati com'erano per persone (straniere) che, senza farlo apposta poiché lo spazio era quello e si camminava a passo d'uomo, passavano loro avanti.
Il commento viene da solo.
Spesso sento lamentarsi gli italiani del turismo straniero “mordi e fuggi” oppure li sento deridere inglesi e americani che in una settimana visitano l'Italia toccando una città per giorno.
Ma noi? A noi non tocca nessun senso critico al nostro atteggiamento? Con quale presunzione snobbiamo un rudere di un altro stato solo perché quello di casa nostra a nostro parere è più importante? Perché si biasima l'americano che arriva a Roma con il sogno della “Dolce vita” negli occhi e nel cuore e poi noi andiamo all'estero, per esempio Efeso, per comprare souvenir e fare foto solo per dire agli amici che siamo stati in Turchia?
Perché questo è il senso che ho sentito in quella escursione, questo è il motivo per cui chi da pane e salame ora mangia caviale fa le vacanze “culturali”.
E i figli, i ragazzi, quale esempio hanno a casa? Che approccio possono poi avere con la scuola, con la nostra storia (poiché di storia si parla, anche se di storia dell'arte) e con lo spirito d'accoglienza verso le altre culture?
Non si fa che ripetere che l'educazione viene in primis dalla famiglia.
Ma allora viene spontaneo chiedersi: ma quale famiglia? Che tipo di famiglia hanno alle spalle gli adolescenti di oggi?
La gente, si sa, va nei musei unicamente perché le é stato detto che una persona di cultura deve visitare i musei, non per interesse, la gente non ha alcun interesse per l'arte, in ogni caso il novantanove per cento dell'umanità non ha per l'arte il benché minimo interesse (T.BERNHARD, Antichi maestri, Adelphi Milano 1992,
RispondiEliminap.13)
hai ragione...ma ti assicuro che è proprio sconfortante...
RispondiEliminaperò grazie del supporto!!:)
CDS
il mondo è sconfortante.
RispondiEliminaPosta un commento