mUSICA cONTEMPORANEA

Mi piace poco la definizione di Musica Classica Contemporanea: è un ossimoro. Come immaginereste una Scultura Classica Contemporanea?

L'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI (unica orchestra sinfonica della Radiotelevisione sopravvissuta nel nostro paese) con sede a Torino, ha ripreso la rassegna RAI Nuovamusica, sospesa nel 2009 (speriamo la biennalizzazione non rimanga) con uno slogan: The future sound of classical ed un copertina che riporta la silhouette di un direttore d'orchestra, nero su sfondo verde, con tanto di papillon e stereo headphones da dj.

La novità forse più evidente della stagione mi piace: accettare il fatto che il Contemporaneo è contemporaneo del contemporaneo e non esista un Contemporaneo più contemporaneo di un altro. Pardon.

All art has been contemporary
leggiamo in neon blu sul tetto della GAM (Galleria d'Arte Moderna e contemporanea) di Torino. Un lavoro del 1999 di Maurizio Nannucci.


Mi sembra evidente che le tracce della Nuova Musica del XX secolo (Edgar Varese, Pierre Schaeffer e Pierre Henry, Karlheinz Stochkausen, Luciano Berio, Bruno Maderna e Luigi Nono, Jean-Claude Risset, e anche di John Cage, Morton Feldman o Steve Reich, e mi scuso con i nomi che non ho citato per brevità) siano più presenti nei giovani che frequentano i club, i dj e la Nuova Scena Elettronica che nei Conservatori o nelle sale dei teatri d'Opera. La musica classica è rimasta classica ed il suo pubblico la segue e non la scavalca, non fermenta, fermo in un rito ormai musealizzato e incapace di rinnovare il repertorio.

Intanto la tecnologia permette di realizzare l'emancipazione del rumore, la musica è sempre più noise e meno “armonica”, bypassa la scrittura (linguaggio criptico e esoterico, sopratutto nel triste analfabetismo musicale italiano) e (ri)porta il comporre nelle mani dei più: il digitale distribuisce gli strumenti per essere fotografi, videomaker, pittori, compositori: strumenti friendly e low cost. Se sia un bene o un male ognuno decida per se, ma certo le cose stanno cambiando come non succedeva dai tempi di Gutenberg.

Cogliendo l'occasione di
Torino 2010 Capitale Europea dei Giovani si tenta un accostamento tra la musica contemporanea Colta e la Nuova scena elettronica, quella del Clubbing e dei DJ, quella insomma che interessa molti giovani, già ascoltata da anni a Torino, oltre che nei club e nei locali dedicati, in rassegne importanti come Club to Club, Movement Festival e in parte del cartellone di Musica 90 e ShareFestival.

Così si inventa il RAI NuovaLounge e si allestisce nel foyer dell'illustre Auditorium della RAI di via Rossini un set di luci e amplificazione come postazione per un dj: mezz'ora prima del concerto (dalle 20 alle 20,30) e una ventina di minuti nell'intervallo.

Ero presente nelle serate di venerdì 5 e lunedì 8 e non so dire se l'esperimento funzioni o no. Sul momento mi pare che la fusione non sia avvenuta, il pubblico mi sembrava principalmente costituito dalle persone normalmente presenti ai concerti Classici Contemporanei; poche le persone nuove, riconoscibili come presi a prestito dal pubblico consueto del clubbing.

E questo pubblico sembrava incerto, restava in piedi sul margine dell'ampio foyer, applicando anche qui il principio classico del Concerto Classico di separazione platea-palco: invece di entrare nel cerchio magico del suono ne stava al margine, quasi intimorito. Un allestimento meno asettico credo aiuterebbe molto: tavolini stand up, un bancone bar, amplificazione meglio distribuita (mi pare ci fossero solo due punti diffusione audio).

Credo poi che chiamare qualche nome di richiamo e non frequente per Torino porterebbe qui, in Auditorium, quegli ascoltatori giovani e curiosi che altrimenti non ci verrebbero: dj locali e già conosciuti non sono una ragione per convincere il pubblico ad andare in una sede nuova in orario inconsueto. Viceversa si propone (si impone) al pubblico “Normale” di RAI Nuovamusica una musica e, sopratutto, un approccio diversi; come scritto sopra mi pare che nelle prime serata il pubblico fosse perplesso e timoroso.

Non sarò a Torino nella prossima settimana e non potrò verificare come procede l'esperimento, ma l'idea è valida, speriamo venga ripresa e migliorata.



dj Giuseppe Gavazza



1 Commenti

  1. Eh, la Musica è così delicata ed essenziale che davvero è complicato "maneggiarla" e dar vita a "rifacimenti". Non esiste ossimoro che tenga.
    Ma, per gli artisti, la sfida è sempre da cogliere...naturalmente.

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