All is full of sound 3

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Dopo i suoni a riempire i grandi spazi espositivi a Londra (Tate Modern) e Parigi (Grand Palais) eccoci a Torino: le voci di corni e corni delle Alpi hanno riempito di suoni la grande Sala del Senato di Palazzo Madama. Martin Mayes, cornista e compositore scozzese che vive a Torino dal 1982, e il quartetto londinese Horns Aloud hanno presentato "How to shout and blow horns", concerto per cinque corni da caccia e delle Alpi.

La voce del corno è certo, tra gli strumenti musicali, quella più adatta a riempire i grandi spazi: piena, rotonda, risonante, densa di armonici. Non per nulla i corni moderni sono eredi dei corni da caccia, che dovevano risuonare nelle battute di caccia per farsi ascoltare a grandi distanze: il nome è corno francese, a Londra french horn e a Parigi è anche detto cor d'harmonie.
I corni delle Alpi sono corni che sviluppano linearmente i circa 4 metri di “tubo” cilindrico che nel corno sono avvolti a spirale: spettacolari anche da vedere.

La dimensione spaziale del concerto è stata valorizzata dal movimento continuo degli strumentisti che si dislocavano, in funzione dei brani proposti, nel grande spazio (420 mq) prezioso di stucchi, decori e affreschi Barocchi; la dimensione dello spazio, del timbro e del movimento dei suoni è stata un elemento integrato e portante del concerto, ha acquisito valore musicale e compositivo.

Il salone al primo piano, protagonista del concerto con gli strumenti, si chiama Sala del Senato proprio perché ha accolto, nel 1848, la prima riunione del Senato dell’appena costituito Regno d’Italia; successivamente, nel 1869, lo stesso salone ha accolto la Corte di Cassazione.

A Torino stanno per iniziare le manifestazioni che culmineranno nel 2011 per festeggiare (o commemorare?) i 150 anni di unità nazionale.

Ascoltare risuonare cors d'harmonie a riempire lo spazio della sala che ha accolto due giovani organi istituzionali importanti come Senato e Corte di Cassazione, mi fa pensare a questo bel concerto internazionale come un talismano musicale per il futuro (non solo) italiano.

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