Quatuor pour la fin du temps

Giuseppe Gavazza

Berlin Anhalter Bahnhof: foto di Giuseppe Gavazza, 2009
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Per le celebrazioni collegate all'ostensione della Sindone, ho riascoltato pochi giorni fa a Torino, nell'Oratorio di San Filippo, il meraviglioso Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen; uno dei vertici più alti della musica, splendidamente eseguito da Michele Marelli, clarinetto, Eilis Cranitch, violino, Elizabeth Wilson, violoncello e Andrea Maggiora, pianoforte. (il link audio che trovate in questo articolo non è a questo concerto di cui non fatto registrazione).

Mi è difficile scrivere, necessariamente in poche righe, di uno dei brani più amati nonché più importanti per la mia vita musicale. L'ho ascoltato più volte dal
vivo ed è l'unico brano in cui mi sia successo due volte di vedere nei camerini, dopo l'esecuzione, musicisti in lacrime per l'emozione; forse non a caso, anche l'altra volta era un'esecuzione avvenuta in una chiesa.
In questi giorni Torino percorsa da migliaia di turisti pellegrini mi fa riflettere sul significato delle parole religione, religiosità e spiritualità: ho visto, e sopratutto ascoltato, nel misticismo musicale di Messiaen un esempio, per me, incontestabile di spiritualità. Nella immaterialità del suono, che non ha bisogno di feticci ed oggetti di culto per esprimersi perché rappresenta solo se stesso, si esprime secondo me la forma più alta di spiritualità: invado un territorio impegnativo che non mi appartiene ma non posso non pensare che in tante genesi, compresa la nostra, la divinità si manifesta originariamente come suono o voce, per divenire solo dopo legge scritta quindi oggetto umano e
materiale.

«All'origine vi erano soltanto dei suoni, che a poco a poco si trasformarono in materia.» Marius Schneider, La musica primitiva, Adelphi 1992, p.85

Aggiungo alcuni frammenti di informazioni interessanti e utili per saperne di più sul capolavoro di Messiaen, tenendo conto che, come ovvio, l'unico modo per saperne qualcosa di significativo è l'ascolto. (possibile con un collegamento nella foto d'intestazione.

La storia del Quatuor pour la fine du temps di Messiaen va conosciuta. Stralcio da Wikipedia:

«Quando nel settembre del 1939 la Francia entrò in guerra, Messiaen fu chiamato alle armi e pochi mesi dopo, venne catturato dal nemico. Insieme ad altri prigionieri fu trasferito nel campo di concentramento Stalag VIII A di Görlitz, ove sopravvisse per un anno. L’ufficiale nazista responsabile dello Stalag era un appassionato di musica e, venuto a sapere delle competenze di Messiaen lasciò lavorare il compositore in vista di un concerto al campo. Messiaen scrisse per musicisti conosciuti durante la prigionia (un violoncellista, un violinista e un clarinettista), il Quatuor pour la fin du temps. Concluso agli inizi del nuovo anno: fu eseguito il 15 gennaio del ’41, sotto la neve e in condizioni difficili, di fronte a tutti i prigionieri dello Stalag VIII A radunati in un piazzale gelato. Gli altri musicisti a eseguire il Quatuor con Messiaen furono Henri Akoka (clarinetto), Jean le Boulaire (violino) ed Étienne Pasquier (violoncello), nessuno dei tre era musicista professionista. I nazisti riuscirono a procurare per Pasquier un violoncello con tre sole corde e il pianoforte su cui suonò Messiaen era talmente vecchio e malmesso che i tasti, una volta premuti, restavano abbassati.»


Da Berlino, un anno fa avevo scritto per Terpress (http://terpress.blogspot.com/2009/05/giuseppe-gavazza-gli-spazi-della-musica.html)

«.... un programma che comprendeva, oltre un quartetto di Mendelssohn, due brani scritti nei primi anni '40 da compositori detenuti e morti nel campo di Theresienstadt: la stazione da cui partivano i treni che deportavano a Theresienstadt era poco lontano da qui. Dov'era la stazione ora si vede una facciata in parte ricostruita, una parete isolata e “inutile” davanti ad un grande prato, messa a memoria di un orrore.»


In quel concerto non si era eseguito il Quatuor di Messiaen ma il legame è la musica composta ed eseguita in condizioni estreme come quelle del campo di sterminio; musica per estendere il tempo e la vita.

Di una altro Quartetto in relazione con l'infinità del tempo avevo scritto in ottobre 2009: http://terpress.blogspot.com/2009/10/quartetto-per-un-tempo-infinito_06.html

ed ecco, per finire, cosa dice Messiaen del rapporto tra tempo e musica nel suo Quatuor:

«La mia prima preoccupazione consisteva nell’abolizione del tempo stesso, qualcosa di infinitamente misterioso ed incomprensibile alla maggior parte dei filosofi, da Platone a Bergson.»
(Goléa Antoine, Rencontres avec Olivier Messiaen, Paris: Juillard, 1960)

Sempre alla pagina Wikipedia ho trovato il file audio del Quatuor che potrete ascoltare cliccando sulla foto d'intestazione.

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