di Antonella Musiello
foto di: Antonella Musiello
foto di: Antonella Musiello
Osservando la cultura orientale è inevitabile il confronto spesso oggetto di molteplici dibattiti con la cultura occidentale. In questo contesto parlerò di cultura dal punto di vista della messa in scena teatrale e pertanto cercherò di descrivere il percorso che ha condotto il teatro alla reltà moderna.
I teatri asiatici oggi sono considerati un patrimonio comune della cultura teatrale del mondo. Gli spettacoli no e kabuki non sono più una cosa rara per il pubblico contemporaneo. Da un lato la presenza di attori asiatici in occidente ha contribuito ad ampliare l’interesse generico per l’Oriente ad uno più profondo della cultura orientale; ma dall’altra si rischiano banalizzazioni e facili sincretismi. In realtà quest’ultima deduzione è troppo semplicistica, l’Oriente ha sempre suscitato fascino e non solo dal punto di vista teatrale. Molto spesso l’ignoranza detta affermazioni spiacevoli, come quella che associa alla lontananza di tale realtà alla poca importanza nella storia del teatro.
L’Oriente viene spesso visto come una creazione dell’Occidente, in quanto ora suo doppio ora suo contrario. L’oriente è stato spesso catalizzatore di contraddizioni e di eccessi propri della cultura occidentale, da un lato ne siamo attratti (solo quando si scoprono elementi inusuali ai nostri), dall’altro ne siamo spaventati (quando questi contrasti sfiorano le incomprensioni tanto da collocarli nell’oblio e poi nel sogno).
Dal punto di vista storico si può collocare il secolo XVII il periodo in cui con il fenomeno dell’esotismo l’oriente si insinuò con maggiore slancio nella mentalità occidentale. L’esotismo rappresentò il desiderio e il sogno di scoprire popoli diversi e il sentimento di evasione soprattutto dal punto di vista artistico.
Nel XIX secolo si iniziarono ad avere dei contatti fra la gente di teatro orientali e occidentali. Danzatori provenienti da Giappone, Cambogia, Giava, viaggiarono in Europa e negli Stati Uniti destando curiosità e meraviglia fra drammaturghi, attori e critici. Così le arti figurative, le filosofie e le letterature d’Oriente divennero modelli soprattutto per coloro che amavano il teatro ma che non tolleravano più la propria civiltà satura di una spettacolarità volgare. Il mito dei teatri orientali attirò tutti gli innovatori del teatro e della danza del Novecento.
L’utilizzo delle teorie dei teatri orientali furono esaltate nelle pratiche e nelle teorie del teatro moderno grazie alle interpretazioni di grandi riformatori e innovatori teatrali del Novecento.
Principalmente quindi possiamo dire che ha predominato la curiosità dell’Oriente nei confronti dell’Occidente non solo per quanto riguarda il teatro, ma in varie forme culturali e sociali. L’Oriente aveva e ha ancor’oggi la suggestione del fascino e del mistero, pertanto tale stereotipo si è riverberato in molteplici forme d’arte e anche nel teatro. Ciò che distingue il teatro Orientale da quello Occidentale sta nelle motivazioni, nelle proprie origini e soprattutto nella storia che ha contraddistinto la cultura di un popolo.
Oggi molti teatri orientali sono costruiti secondo gli orientamenti più moderni dell’architettura e della decorazione scenica del teatro in stile occidentale, comprese le classiche poltrone, l’aria condizionata, l’illuminazione computerizzata, il suono e i congegni elettronici del palcoscenico.
Una tecnica molto utilizzata nella scenografia odierna e non solo sui palcoscenici giapponesi è l’ikebana, l’arte di disporre i fiori. Ha avuto un successo internazionale per l’essenza centrata sull’armonia, sul colore, sul ritmo. L’ikebana è un’arte molto antica, è ampiamente praticata in Giappone, nata come iniziale offerta agli dei oggi è diventata una multiforme espressione artistica ed è il frutto e il riflesso della cultura contemporanea.
Mille e varie ancora similitudini e contrasti ondeggiano fra il teatro orientale e occidentale, tutte piene di fascino e spettacolarità che regalano agli spettatori di tutto il mondo ottime occasioni di curiosità , cultura e divertimento.
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