DAL NOSTRO INVIATO DALL'OLANDA. I Concorsi di architettura



il nostro “inviato” è Luca Coppola, architetto italiano residente in Olanda.

Questo secondo appuntamento con l’architettura olandese volevo dedicarlo ai concorsi.
All’inizio del mese di aprile mi è stato inviato il bando di concorso per la realizzazione di uno stand per il marchio “Vastgoedmarkt” e per la rivista “De Architect”, che saranno presenti alla fiera “Provada 2010” in programma all’Amsterdam Rai, il 7-8-9 giugno 2010. Il caso ha voluto che alla precedente fiera, il 31 gennaio, all’Ahoi di Rotterdam, durante la rassegna Material Experience, abbia conosciuto Nina Nannini, la voorzitter (cioè il capo della giuria) del concorso Beursstand Provada 2010 e che, grazie all’abbonamento alla suddetta rivista abbia potuto toccare con mano la realtà dei concorsi di Architettura. Precedentemente avevo già fatto un concorso, con lo studio dove lavoravo, ma si trattava di un concorso di idee, e nonostante avessi dato il massimo, non ne era uscito niente di concreto ai fini della mia crescita.
Ma procediamo con ordine: giovedì 14 aprile sono stati selezionati quattro gruppi di Architetti, che hanno elaborato quattro diverse proposte, valutate da una giuria di professionisti e tecnici del settore.
Il primo architetto invitato, Jurjen Vermeer, classificato all’ultimo posto, ha spiegato il suo progetto partendo dal concetto molto semplice di due elle contrapposte, come due quinte, collegate fra loro da un soffitto di cartone quadrato, irrigidito da lamelle romboidali. Le critiche a questo progetto hanno riguardato principalmente l’utilizzo dei colori, il marrone del legno tipo mogano, che non consentivano allo stand di progetto di risaltare nel buio della sala, al centro della fiera. Il secondo progetto, piazzatosi al terzo posto, partiva da due macchie rosse e blu, come di vernice scivolata dalle pareti dello stand sul pavimento di una scatola aperta, e faceva di quest’alternanza di colori il suo punto di forza, per descrivere il marchio “Vastgoedmarkt” e “De Architect”.
Tutti i disegni riprendevano infatti lo schizzo iniziale per descrivere i vari momenti dell’ideazione progettuale, fino ad indicare nelle tute colorate l’elemento caratterizzante (l’architetto si è presentato alla premiazione in una tuta rossa, tanto che sembrava l’imitatore di Michael Schumacher a Zelig, con lo stemma di De Architect disegnato davanti e dietro).
Il progetto, tuttavia, non ha risposto puntualmente alle richieste del bando, che prevedeva un budget di 10.000 euro per la sua realizzazione, ampiamente superati, soprattutto per l’acquisto delle apparecchiature, schermo al plasma e postazioni computer.
Il terzo progetto, dello studio Elastik, http://www.elastik.net/, si è classificato al secondo posto, ma con un grande vantaggio della critica presente su internet, che ne ha apprezzato l’originalità. La manifestazione, infatti, ha avuto un ampio respiro, superando i limiti cittadini, tanto che ha vinto un progetto realizzato da due giovani Architetti di Rotterdam, ciascuno con un suo studio, Jaron Loman, http://www.de-organisatie.nu/ e Martin Hagendijk, http://mh-info.com/.
L’architetto progettista ha infatti proposto un’unica quinta curva, contrapposta all’ovale della preesistenza, composta unicamente di scatole multiformi, di varie misure e grandezze, e di colorazioni differenti.
La giuria è stata un po’ severa con lui, ma d’altronde il bando era molto chiaro: bisognava prevedere, oltre agli stand per i libri, anche due postazioni per i computer, uno schermo al plasma sul quale si proiettassero le varie iniziative commerciali, e poi un guardaroba, lo stemma delle aziende e perfino un bar…
L’ultimo progetto, quello dello stand vincitore, che sarà realizzato alla Beurs Provada 2010 il 7-8-9 giugno, è costituito semplicemente da una quinta orizzontale, che riprende lo skyline di Rotterdam, costituita da una serie di pannelli di legno con attaccata una stoffa serigrafata e da una griglia 60x60 cm fatta da tubi gialli, tipo “innocenti”, all’interno dei quali trovano posto tutte le attrezzature richieste dal bando: dalle postazioni per i computer alle scaffalature per i libri, dallo schermo al plasma fino alla pedana per gli oratori ed alla scritta “De Architect”.
Lo stand è visitabile per tutti sulla pagina web http://www.dearchitect.nl/nieuws/ e su facebook, alla pagina http://www.facebook.com/siria11#!/group.php?gid=104440759590392.

L’astuzia dei vincitori è stata quella di rispondere a tutti i requisiti del bando di concorso, senza scendere troppo nel dettaglio con scelte formali e tipologiche che presupponevano poi una consequenzialità logica: nessuno, in questo caso, infatti, ha posto domande!!! Ne è venuta fuori una specie di impalcatura metallica, che sullo sfondo ha però la città di Rotterdam (forse l’unica idea interessante quella dei pannelli serigrafati…) con una forte connotazione commerciale, che dai primi commenti su internet non piace affatto al pubblico (Auke infatti dice: “Lijkt wel een marketing bureau stand. Elastik hun voorstel is juist verrassend, speels en architectonisch. Jammer van deze keuze.” Sembra proprio uno stand per un ufficio vendite. Era più originale l’idea di Elastik, con le scatole che diventavano architettura. Peccato per questa scelta.
Personalmente credo di avere dato il mio contributo al concorso dello stand, inviando una proposta che, partendo dal “Tetris”, prevedeva una serie di cubi fatti in OSB, un materiale molto semplice ed economico, e poi colorati di rosso, per tornare alla simbologia di “De Architect,” anch’essi multiformi e vari, che diventavano al tempo stesso quinte per gli schermi ed armadi, postazioni per i computer e pedane per il pubblico, che si andava a posizionare intorno agli oratori, come in un “teatro totale”.
Purtroppo però la mia idea non è stata capita: peccato (in Olanda si dice: JAMMER!!!)
Nel prossimo appuntamento torneremo a parlare di edilizia residenziale pubblica e di concorsi di Architettura come Europan, dove i vincitori non sono chiamati a realizzare “solo” stand espositivi, ma anche complessi residenziali prossimi al centro cittadino (Haarlem).

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