di Gordiano Lupi
Marilù Oliva debutta nella narrativa con Perdisa Pop nel 2009 pubblicando l’ottimo Repetita, nerissima storia di nevrosi e sesso che racconta un’infanzia di abusi e solitudini, ma scrive da tempo per riviste letterarie e web-magazine come Thriller Magazine e Carmilla.
¡Tu la pagaràs! è una storia diversa dal romanzo d’esordio, un giallo misterioso e sensuale che si sviluppa nell’ambito dei balli latinoamericani e della santeria cubana, filologicamente corretto sin dal titolo con l’esclamazione riportata in castigliano. La storia si svolge in una Bologna che l’autrice conosce bene ed è molto notturna perché il teatro del primo delitto è una sala da ballo, mentre la vittima è il barista Thomás Delgado.
Il romanzo si dipana come una sorta di Dieci piccoli indiani in salsa moderna, scritto con uso appropriato del dialogo e con tecnica da consumata autrice di best-seller. Abbiamo una serie di personaggi che sono dei possibili colpevoli. Prima di tutto la fidanzata di Thomás, Elisa Guerra - che tutti chiamano La Guerrera -, una giornalista pubblicista sfruttata da un losco individuo che dirige un giornale locale, appassionata di salsa, merengue, capoeira, Dante Alighieri e patatine fritte. Catalina è l’amica cartomante che vive insieme alla protagonista, pure lei appassionata di balli latinoamericani ma esperta di santeria cubana. Gabriele Basilica è il più classico degli ispettori all’italiana che conduce la danza delle
indagini ma si lascia affascinare anche dal mondo dei balli latinoamericani in compagnia della Guerrera. Chi ha ucciso Thomás?
Il mistero è davvero fitto. La fidanzata ne avrebbe avuto motivo, soprattutto per gelosia, visto che il fidanzato - da buon cubano - non si sognava di restarle fedele. Si verifica un secondo omicidio, questa volta nella campagna emiliana, ma il filo conduttore del nuovo delitto sono sempre i locali di salsa e merengue. L’ispettore Basilica ha il suo bel da fare, per la gioia del lettore medio italiano che stravede per i gialli e pare non voler leggere/vedere nient’altro. Il romanzo è ottimo per una sceneggiatura televisiva, anzi - visto lo stile sobrio e rapido
ma ricco di dialoghi - direi che la sceneggiatura è già fatta, non serve un lavoro ulteriore. Per me che amo la cultura cubana un motivo di interesse per leggere questo romanzo - vista la mia inguaribile idiosincrasia al giallo - è il mondo degli orishas e della santeria cubana che l’autrice dimostra di conoscere molto bene. Consigliato per chi ama letture senza complicazioni sociali o letterarie.
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