Teatromusica: frammenti K

di Giuseppe Gavazza

click sull'immagine per ascoltare : Frammenti K (*1)
foto e audio di Giuseppe Gavazza, novembre 2010

Da anni esiste il teatro-danza: una forma di spettacolo che mette in scena elementi di ambedue le discipline contenute nel nome. E' una forma che a mio avviso ha dato splendidi esiti con spettacoli originali, innovativi e comunicativi in cui la musica, la danza, la parola, le scene e le luci si fondono in modo coinvolgente e convincente.

Mi sono spesso chiesto se esistesse - e se non, perché non provare ad inventarlo - un teatro-musica. Certo esistono l'opera, il teatro musicale, la musica per il teatro, il teatro sonoro, …...
ma se un'etichetta così accettata e riconosciuta come teatro-danza non ha un corrispondente teatro-musica forse è perché i tempi non sono ancora maturi per quest'ultima. La musica contemporanea di estrazione “colta” è infatti meno sciolta e meno aperta al multistilismo eclettico della danza e del teatro contemporanei e spesso stenta ad aprirsi a collaborazioni fuori dagli schemi convenzionali.

Qualcosa che mi sentirei di etichettare come esempio riuscitissimo di teatro-musica ho avuto occasione di ascoltare e vedere ieri sera al Barbican di Londra: i Kafka Fragmente di György Kurtag nella originale e bellissima messa in scena di Peter Sellars.

I Kafka Fragmente sono stati scritti dal compositore ungherese nel 1986: 44 frammenti brevi o brevissimi affidati ad un violino ed un soprano, su frammenti di Franz Kafka. Difficili da eseguire (bravissimi in questo caso la soprano Dawn Upshow e il violinista Geoff Nuttall) e difficili da ascoltare in versione integrale, proprio perché il frammento vive una sua vita densa, intensa e folgorante, lascia un silenzio attonito necessario ad assorbire l'eco interiore di quanto ascoltato, richiede energie di ascolto e di de-ascolto.
Ascoltare integralmente i 44 frammenti di Kurtag-Kafka è come leggere d'un fiato un ciclo intero di aforismi, di haiku o di poesie brevi.

La messa in scena di Sellars usa pochi oggetti quotidiani per il soprano: una asse ed un ferro da stiro, un tavolo e attrezzi di una casalinga che lava e fa i lavori domestici. Il violinista è accanto, in piedi – ambedue scalzi - e suona a leggio. Sul fondo un continuo di belle fotografie di David Michalek si alterna e intreccia con i testi (tradotti in inglese dall'originale tedesco cantato) e luci semplici, dirette ma calibratissime che proiettano le ombre degli interpreti sul telo bianco di fondo disegnando un teatro d'ombre lineare, sobri ma efficacissimo a delimitare gli spazi visivi e musicali.

I Kafka Fragmente di Kurtag-Sellars è l'aforisma estremo dell'Opera: una voce, uno strumento, 4 atti (la divisioni in 4 parti è del compositore), un palco, una scena, un regista, costumi, scenografie, luci ridotte all'essenziale.
Uno splendido e intelligente esempio di come si possano fondere arti diverse in modo sinergico: la musica, a mio avviso, ne guadagna in leggibilità, l'ascoltatore è accompagnato nell'arduo ascolto da una partitura visiva coerente, analitica, consonante.

Un bel video con interviste lo vedete qui : http://www.barbican.org.uk/gp10/templates/video_18.html


*1 - Frammenti K, il frammento audio, associato alla foto del leggio del violinista subito prima della performance, è una ulteriore frammentazione dei Frammenti di Kafka-Kurtag: uno sbranamento del brano. La durata complessiva del ciclo in questa esecuzione è stata di 78 minuti; ho diviso i 78 minuti in 44 frammenti uguali (di circa 1'46''), ho registrato di ogni frammento solo un secondo e ho incollato i 44 frammenti di 1 secondo nel loro buon ordine, senza soluzione di continuità.
Un campionamento di 44 campioni da 1''.

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