El corazon del rey di Félix Luis Viera


Félix Luis Viera è noto in Italia per aver pubblicato Il lavoro vi farà uomini (L’ancora del mediterraneo, Napoli - titolo originale Un ciervo herido), un romanzo verità che racconta la terribile esperienza delle UMAP, centri di rieducazione e lavoro per antisociali (dissiddenti, omosessuali, religiosi, rockettari...) creati dalla fantasia malata del comunismo cubano nei primi anni Sessanta. Molte opere di Viera sono inedite nel nostro paese, ma meriterebbero di essere tradotte, perché è uno scrittore importante dell’esilio cubano che ha il coraggio di raccontare il vero volto dell’isola caraibica. Le Edizioni Il Foglio hanno tradotto - ma non ancora pubblicato - Hotel Inghilterra, un romanzo breve ambientato nella Cuba contemporanea, ai tempi del periodo speciale.  Tra le opere di viera tradotte ma ancora inedite c’è la stupenda opera poetica La patria è un’arancia, che sta per uscire a Miami in edizione spagnola.
El corazón del rey è l’ultimo lavoro di narrativa dello scrittore cubano esule in Messico ed è un ambizioso affresco di circa 500 pagine sulla Rivoluzione cubana. Possiamo affermare che è il romanzo definitivo della Rivoluzione cubana, quello che ogni scrittore caraibico spera di riuscire a comporre in esilio, quello che Guillermo Cabrera Infante non è riuscito a scrivere nonostante i molti libri elegiaci e nostalgici che ricordano L’Avana. Quando si parla di romanzo sulla Rivoluzione cubana non si deve pensare al racconto ufficiale delle gesta eroiche dei barbudos, ma al vero romanzo popolare, al racconto della vita quotidiana che ha accompagnato l’illusione rivoluzionaria e alle conseguenze in tema di perdita di libertà e gravi restrizioni economiche. Félix Luis Viera ha la fortuna di essere nato nel 1945, quindi ha l’età giusta e le capacità poetiche necessarie per scrivere questo romanzo e per raccontare le vicissitudini della sua gente dopo la vittoria rivoluzionaria. Era un adolescente in crescita quando viveva in una casa insieme ad altre nove persone, mentre al massimo ce ne sarebbero potute stare cinque. Parla di una Cuba dove nessuno ha l’ombrello perché quando piove l’acqua è talmente burrascosa che non serve, racconta il lavoro volontario domenicale in campagna a tagliare canna da zucchero per compiere i piani previsti dal governo, ricorda come uno dei compiti falliti della Rivoluzione sia stato quello di creare la decenza per decreto. Un’amica prostituta afferma: “Sono nata per fare la puttana, questo governo mi ha rubato il destino”. Il sesso è un elemento importante nel romanzo di Félix Luis Viera, come nelle opere di ogni autore cubano, personaggi come la Samaritana che fanno da nave scuola erotica di tutto un quartiere sono emblematici. Il sesso come valvola di sfogo, come momento importante e vitale di un uomo e di una donna, unica concessione alla libertà individuale. Nel romanzo troviamo i ricordi giovanili di Santa Clara, città che ha visto l’autore bambino, in mezzo ai piccoli fiumi Cubanacán e Cubanicay, in quel boulevard cittadino lontano dal mare, tra avvoltoi e sole cocente, polvere, palme gigantesche che si muovono al vento. La voce narrante del romanzo è in prima persona e non nasconde l’autobiografia letteraria. Lo scrittore ha un amico italiano di nome Benito che - nemmeno a farlo apposta - è un castrista convinto, un fervente rivoluzionario convinto che a Cuba si sta compiendo la scelta giusta. “La Rivoluzione cubana è il grande evento dell’epoca, il futuro della Terra”, dice. La voce narrante risponde: “La politica non m’interessa, Benito. Io guardo il cambiamento per vedere se qualcosa cambia; nel frattempo vivo la mia vita”. L’amico italiano parla di sacrifici, di fiducia, di sogni da realizzare, sogna un governo di contadini e operai al potere. Il giovane cubano è molto scettico e alla fine avrà ragione lui, la sola scelta resterà l’esilio, perché non vuol vivere in un paese che decide letture e pensieri, in un posto dove la sola legge che conta è quella del leader. Amara la considerazione politica: “Benito di Parlermo ha proprio ragione: il comunismo è la chiave migliore che sia stata concepita. Il problema è che non apre nessuna porta”. Felix Luis Viera racconta il destino dello scrittore, la sua doppia personalità, il fatto che scrivere uccide giorno dopo giorno, dissangua fino alla fine dei giorni. Ma è necessario farlo, se si tratta del nostro destino. El corazón del rey è un romanzo che meriterebbe una traduzione italiana e una capillare diffusione per far capire gli errori di una rivoluzione trasformata in dittatura e in cimitero degli ideali.

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi




Nota biografica di Félix Luis Viera

Félix Luis Viera nasce a Santa Clara, Cuba (18 agosto 1945). Pubblca le raccolte poetiche: Una melodía sin ton ni son bajo la lluvia (Premio David di Poesia della UNEAC, 1976 - Ediciones Unión, Cuba), Prefiero los que cantan (1988, Ediciones Unión, Cuba), Cada día muero 24 horas (Editorial Letras Cubanas, 1990), Y me han dolido los cuchillos (Editorial Capiro, Cuba, 1991) y Poemas de amor y de olvido (Editorial Capiro, Cuba, 1994). Pubblica le raccolte di racconti: Las llamas en el cielo (Ediciones Unión, Cuba, 1983), En el nombre del hijo (Premio della Crítica 1983 - Editorial Letras Cubanas – Nuova Edizione nel 1986) e Precio del amor (Editorial Letras Cubanas, 1990). Pubblica i romanzi: Con tu vestido blanco (Premio Nacional per il Romanzo della UNEAC 1987 e Premio della Crítica 1988. Ediciones Unión, Cuba), Serás comunista, pero te quiero (Ediciones Unión, Cuba, 1995), Un ciervo herido (Editorial Plaza Mayor, Puerto Rico, 2003) e il romanzo breve Inglaterra Hernández (Ediciones Universidad Veracruzana, 1997. Editorial Capiro, Cuba, 2002).
Il suo libro di racconti Las llamas en el cielo è considerato un classico del genere nel suo paese. Molte sue creazioni sono state tradotte in diverse lingue e sono uscite in alcune antologie pubblicate a Cuba e all’estero. Nel suo paese natale ha ricevuto diversi premi per il suo lavoro in favore della cultura. Ha diretto la rivista Signos, di proiezione internazionale e dedicata alle tradizioni della cultura. In Italia lo conosciamo per il romanzo più recente, Un ciervo herido, uscito come Il lavoro vi farà uomini (L’Ancora del Mediterraneo), un lavoro interessante che affronta il tema delle UMAP (Unidades Militares de Ayuda a la Producción). Felix Luis Viera denuncia con lo strumento del romanzo la piaga dei campi di lavoro rieducativo, veri e propri campi di concentramento realizzati a Cuba nei primi anni Sessanta, dove venivano confinati omosessuali, sacerdoti, santeros, rockettari e antisociali di ogni tipo. Il romanzo è stato ben accolto da critica e pubblico, è stato per cinque mesi tra i libri più venduti di Miami, ha circolato in Spagna, Porto Rico, Messico, Italia e altri paesi. Mi sono occupato de Il lavoro vi farà uomini con un’apposita recensione e in questa sede non posso che rimandare alla lettura. Felix Luis Viera ha pubblicato il romanzo El corazón del rey, che racconta i primi passi della instaurazione del socialismo a Cuba, negli anni Sessanta, ma non abbandona la poesia e sta per uscire la raccolta definitiva La patria es una naranja, ispirata alla nostalgia per la terra natale e alla vita in Messico dal 1995. Il libro di liriche è stato da me tradotto e presto vedrà la luce in edizione italiana. 

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