Fukushima: Pericolo di una nuova fissione

di Bianca Rita Cataldi

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Fonte: laperfettaletizia.com

E’ ancora stato d’allerta per la centrale nucleare di Fukushima (Giappone), gravemente danneggiata dal terremoto avvenuto nel marzo 2011. A destare preoccupazione, il reattore due della centrale.


Le conseguenze del terremoto che ha sconvolto il Giappone nel marzo scorso sembrano non avere fine. Dopo un certo periodo di silenzio, si torna a discutere di Fukushima e del pericolo delle radiazioni. In questi giorni, l’agenzia di stampa giapponese Kyodo ha reso pubblica la preoccupante notizia: si teme una nuova fissione nucleare nel reattore due della centrale di Fukushima. Ad alimentare questo timore, i prelievi di gas effettuati all’interno del reattore: è stata riscontrata, infatti, la presenza di Xenon radioattivo, un gas che si libera in caso di fissione nucleare. Per evitare una probabile reazione a catena, i tecnici della Tepco – il gestore dell’impianto – hanno iniziato a iniettare acido borico per fermare la reazione.

BISOGNA DAVVERO PREOCCUPARSI?

Nonostante i risultati dei prelievi di gas, la Tepco mantiene la calma. Secondo analisi più approfondite, la reazione di fissione nucleare ipotizzata nelle ultime ore sarebbe solo un fenomeno parziale e non pericoloso che “può verificarsi in particolari condizioni di densità e distribuzione geometrica del combustibile rimasto all’interno del reattore”, come ha affermato Emilio Santoro, dell’ENEA (Ente Nazionale per le Energie Alternative). L’emissione di Xenon 133 e 135, gas prodotto normalmente durante le reazioni di fissione, potrebbe dunque derivare da una reazione spontanea dovuta al combustibile residuo rimasto nel reattore; è questa la ragione delle iniezioni di acido borico all’interno del circuito di raffreddamento. Tale acido, infatti, dovrebbe essere in grado di fermare in tempo una reazione che, come ha sottolineato Santoro, non riguarda l’intero sistema.

Nulla di cui preoccuparsi., dunque. O almeno così si spera. Nell’attesa di notizie più certe, ci “consoliamo” pensando ai recenti studi che mettono in dubbio i dati forniti dal Giappone sulla quantità delle radiazioni emesse. Senza contare che, come ha affermato la Commissione per l’atomica del Giappone, “Ci vorranno trent’anni per bonificare Fukushima.”

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