Piazza del Quirinale: i due volti dell'Italia

di Bianca Rita Cataldi

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Piazza del Quirinale subito dopo le dimissioni di Berlusconi. Fonte: mister-x.it

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Piazza del Quirinale: sit in del PdL pro Berlusconi. Fonte: Guido Montani (ANSA)

Roma: continuano le manifestazioni "pro" e "contro" Berlusconi, nonchè "pro" e "contro" il governo tecnico di Monti. La piazza, con i suoi sit-in e le grida che la animano, è lo specchio di un'Italia divisa.


Tra sabato 12 e domenica 13 novembre, piazza del Quirinale a Roma si è rivelata un gustoso teatrino, nonchè l'immagine precisa e piuttosto sconfortante di un'Italia più che mai spaccata in due. Ma facciamo un passo indietro.


BYE BYE BERLUSCONI

E' il 12 novembre. Sera. Tutti pronti davanti al Quirinale, nell'attesa. Sembra quasi che sia partito un conto alla rovescia - un count down che dura da anni, evidentemente, come se nessuno avesse mai voluto Silvio Berlusconi al potere, come se nessuno l'avesse mai votato. E improvvisamente...è Capodanno. O quasi. Urla, canti, festeggiamenti, spumante, e "Chi non salta Berlusconi è...è..." e anche "Viva l'Italia" perchè poi, si sa, i 150 anni dall'Unità ci hanno fatto diventare tutti un po' Garibaldi. Centinaia di persone su via del Corso, in attesa della sfilata del governo caduto. Fischi contro Nitto Palma (ministro della Giustizia), Mara Carfagna (Ministro per le Pari Opportunità) e Mariastella Gelmini (ministro dell'Istruzione). "Andate a casa" intona la folla. Il Ministro Gelmini, che questa volta vede contro di sé un po' tutta Italia e non solo gli studenti che da anni scendono in piazza, inascoltati, risponde "Lo stiamo facendo."
Urla e grida anche alla presenza dell'auto nella quale viaggiano Maurizio Lupo, Fabrizio Cicchitto e Raffaele Fitto. A completare la scenetta, risponde all'appello anche un gruppetto di Forza Nuova, immediatamente fagocitato da un Inno Mameli urlato dalla folla a pieni polmoni. C'è un po' di tutto, insomma.


IL SIT-IN DEI FAN

13 novembre. Piazza del Quirinale, di nuovo. Stavolta, però, a scendere in piazza sono i sostenitori (o quel che resta dei sostenitori) del PdL, pronti a "lavare l'onta di ieri sera", come hanno affermato (che poi, tra le tante "onte" disponibili, bisogna un po' vedere quale sia la peggiore). Gli slogan urlati dalla folla sono di diverso tipo: c'è quello breve e immediato (elezioni subito), quello tradizionale (Noi Monti non lo vogliamo) e quello poetico per intellettuali raffinati (Ma quale Monti, ma quale Amato, ogni governo deve essere votato). Anche qui, ce n'è per tutti i gusti. Riferendosi alla manifestazione in piazza del 12 novembre, il Senatore Mario Mantovani, Coordinatore Regionale lombardo del PdL, ha affermato: "Ieri sera a Roma è scesa in piazza l’Italia peggiore, l’Italia livorosa che non ama e non rispetta la libertà e la democrazia. Mi riferisco a chi ha dato sfogo ai propri istinti anti-democratici e ai loro mandanti morali che in questi anni non hanno saputo fare una sola proposta per il bene del Paese ma hanno solo alimentato tensioni e spinto agli scontri di piazza.". Non che l'Italia scesa in piazza il 13 novembre sia la migliore, eh.


Insomma, la piazza si rivela ancora una volta lo specchio più veritiero di un'Italia divisa in due metà che si contrappongono incessantemente. Ed è ormai un anno che festeggiamo l'Italia Unita, ma a quanto pare l'Unità ci limitiamo a festeggiarla.

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