di Alessandro De Sanctis
Non era un uomo di cultura, uno studioso, un ricercatore, ma Luigi Petroselli, sindaco di Roma verso la fine degli anni ‘70, ebbe delle intuizioni geniali, sia nel campo culturale e storico legato alla città che in quello sociale e imprenditoriale;
Cultura
riconsegnare la storia di Roma alla sua popolazione, togliendola dalle grinfie maldestre dell'ideologia di destra e/o estrema destra (i gruppi neofascisti si richiamano e si richiamavano allora, così come Mussolini e altri tiranni, all'epica dell'impero romano), e quindi attua la chiusura domenicale di Via dei Fori Imperiali, i cittadini di ogni zona e estrazione sociale possono passeggiare tranquillamente, e gratuitamente, in una delle aree storiche più grandi del mondo, supportati da studiosi che illustrano, anche grazie a pannelli esplicativi, l'area e l'idea del progetto in corso sui fori e l’area archeologica centrale. Il Sindaco chiude inoltre definitivamente alla circolazione l'area tra il Colosseo e l'Arco di Costantino, ricreando una continuità pedonale storico-archeologica tra il Campidoglio e il Colosseo (il passo successivo sarebbe dovuto essere la chiusura e il successivo smantellamento di Via dei Fori per ridare continuità ai vari Fori Romani, imperiali e repubblicani, ma purtroppo dopo la sua morte non si fece più nulla di tutto ciò che era stato pensato, con il supporto scientifico di Antonio Cederna).
Contemporaneamente l'assessore alla cultura della sua giunta, Renato Nicolini, crea l'Estate Romana, con spettacoli all'ombra della Basilica di Massenzio, sempre ai Fori, convincendo anche i più impauriti ad uscire, nonostante fossero gli anni di piombo, col duplice effetto di creare cultura per tutti e far scendere la tensione che si era creata in quel delicato e tragico momento storico.
Un sindaco di tutt'altra (verso il basso) levatura, Veltroni, qualche anno dopo metterà uno sciagurato vincolo proprio su Via dei Fori Imperiali, vanificando (almeno finchè c'è il vincolo) l'idea del progetto del Grande Parco dei Fori Romani, esaltando l'idea mussoliniana della scenografia posticcia di epica finto romana, Bravo! Grazie.
Urbanistica, edilizia, rendita fondiaria.
Nella capitale, fino agl'anni '60-'70 erano presenti parecchi "borghetti", aree con abitazioni di fortuna, baracche, modestissime abitazioni ad un piano o poco più, tutte completamente abusive (non parliamo nemmeno del vero abusivismo); in quel contesto sociale viene pensata Tor Bella Monaca, quartiere di Edilizia Economica e Popolare della periferia est di Roma, che almeno a detta di alcuni dei vecchi abitanti, era ed è un quartiere abbastanza vivibile, nonostante gravi problemi di manutenzione legati da decenni di malagestione della cosa pubblica. Delle palazzine vengono recentemente realizzate in mezzo alla piazza principale, corrompendone l'idea aggregatrice, è ormai il privato che decide cosa e dove fare edilizia.
Ma la grande novità attuata dal sindaco Petroselli con questo quartiere è di tipo procedurale, economico, sociale, scindendo l'attività edilizia, a cui dev'essere riconosciuto il suo giusto utile (è un quartiere di edilizia economica e popolare realizzato su concessione del comune da imprese private), dalla rendita fondiaria, questa invece parassitaria, accentratrice di risorse non sue.
Insolera ci parla dell'errore fatto nel concentrarci ("noi" studiosi tecnici uomini di cultura) solo o principalmente sulle grandi entità monumentali; Fori, Parco dell'Appia Antica ecc., lasciando un po' troppo indietro la città "normale" (i quartieri realizzati in quegli anni non brillavano certo di servizi e verde, soprattutto quelli ad iniziativa privata, NdA), ci redarguisce poi sulla miope certezza di pensare che chi concepisce un buon progetto debba sempre fare cose degne di nota e non possa più essere criticato.
L'attuale Sindaco Alemanno vuole distruggere proprio questo esempio di urbanistica pubblica antispeculativa, triplicandone le cubature, tanto per dare un segno antisociale ancora più forte .
Note dell'incontro svoltosi il 9 novembre 2011 alla Casetta Rossa alla Garbatella, in Roma, con gli urbanisti Italo Insolera, Paolo Berdini, Vezio De Lucia e la giornalista Ilaria Baffone (gli ultimi due sono gli autori del libro - La Roma di Petroselli. Il Sindaco più amato e il sogno spezzato di UNA CITTA' PER TUTTI. Castelvecchi Editore
(fonte immagine sopra: sellavilletta-gcinelli.it)
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