di Bianca Rita Cataldi
Kim Jong-Un. FONTE: iljournal.it
Sabato 17 dicembre. Il leader nordcoreano Kim Jong-Il muore per un attacco cardiaco ad un'età stimata - e non meglio specificata - tra i 60 e i 70 anni. L'agenzia ufficiale KCNA (Korean Central News Agency) parla di una morte avvenuta "per grande stanchezza mentale e fisica". La notizia della morte del leader sconvolge i mercati asiatici: le borse di Tokyo, Hong Kong, Shanghai e Seoul chiudono in ribasso. Si parla, intanto, di successione: a Kim Jong-Il, infatti, si sostituirà il giovanissimo figlio (neanche trentenne) Kim Jong-Un. L'Asia teme il peggio.
CHI ERA KIM JONG-IL?
Succeduto nel 1994 al padre Kim II Sung, governatore della Corea del Nord dal 1948, Kim Jong-Il è stato leader del suo Paese, nonchè capo di uno degli eserciti più grandi del mondo, sino al giorno della sua morte. Nei primi anni del suo mandato, Kim Jong-Il è riuscito a conquistare una certa fiducia sul campo economico; tuttavia, la situazione ha iniziato a peggiorare già dal 1995 con una serie di alluvioni (seguite da periodi di siccità) che segnarono gravemente l'economia coreana. Kim, per risollevare il suo Paese, sostenne fervidamente il motto "l'Esercito prima di tutto": tale filosofia portò ad un rafforzamento dell'industria pesante e alla fondazione di un'economia di guerra. Ciò che è più preoccupante, tuttavia, è il rapporto tra la Corea di Kim e l'Occidente e, in particolar modo, gli Stati Uniti.
IL PROBLEMA NUCLEARE
Nel 1994 fu stipulato l'accordo Agreed Framework, firmato da Corea del Nord e USA. Sulla base di tale accordo, la Corea del Nord si assumeva l'incarico di congelare ogni attività legata ai suoi reattori nucleari. Nel 1999, la Corea del Nord acconsentì a non effettuare in futuro test con missili atomici a lunga gittata e, in cambio, sarebbe stata agevolata economicamente dagli Stati Uniti. Tuttavia, per mantenere la propria posizione politica nel Paese, Kim Jong-Il e l'Esercito avevano bisogno delle armi nucleari che tra l'altro, sul piano dei rapporti internazionali, costituivano forse l'unica vera arma coreana. La verità sta nel fatto che la sola minaccia nucleare ha permesso a Kim Jong-Il di ottenere, negli anni, finanziamenti da parte di Giappone e Stati Uniti in cambio di un congelamento dei propri programmi di armamento nucleare. In sostanza, non esistono risorse di capitali interne che permettano una ripresa dell'economia coreana. E' questa, la situazione che Kim Jong-Il ha lasciato al momento della sua morte, ed è preoccupazione in Sud Corea, in Giappone e negli Stati Uniti.
STATO DI ALLERTA
Il Sud Corea ha decretato lo stato d'allerta subito dopo l'annuncio della morte del leader nordcoreano. Seoul e Pyongyang restano a tutti gli effetti in stato di guerra dopo l'armistizio più che mai precario che ha chiuso il conflitto delle due Coree del triennio 1950-53. In allerta anche gli USA. “Monitoriamo da vicino le informazioni sulla morte di Kim Jong-Il. Il presidente è stato messo al corrente, e siamo in stretto contatto con i nostri alleati in Corea del Sud e in Giappone. Restiamo impegnati alla stabilità nella penisola coreana, e per la libertà e la sicurezza dei nostri alleati”, ha affermato Jay Carney, portavoce della Casa Bianca. Intanto Yoshihiko Noda, primo ministro giapponese, ha ordinato un rafforzamento delle operazioni di intelligence sulla Corea del Nord. Cresce la preoccupazione in Asia e in tutto l'Occidente, mentre il giovanissimo Kim Jong-Un si prepara a prendere il potere. Questo ragazzo, che ha già dato segni di instabilità e di pericolosità, sarà in grado di gestire una situazione economicamente e politicamente complessa quale è quella della Corea del Nord? Per il momento, abbiamo una sola certezza: la Nord Corea possiede armi nucleari adesso in mano a un giovanissimo, futuro dittatore. Il resto (forse per fortuna) è ancora da vedere.
Kim Jong-Un. FONTE: iljournal.it
Alla morte del governatore della Corea del Nord, Kim Jong-Il, avvenuta nella giornata di sabato 17 dicembre, segue la preoccupazione dell'Asia. Il potere passerà nelle mani del giovanissimo figlio Kim Jong-Un.
CHI ERA KIM JONG-IL?
Succeduto nel 1994 al padre Kim II Sung, governatore della Corea del Nord dal 1948, Kim Jong-Il è stato leader del suo Paese, nonchè capo di uno degli eserciti più grandi del mondo, sino al giorno della sua morte. Nei primi anni del suo mandato, Kim Jong-Il è riuscito a conquistare una certa fiducia sul campo economico; tuttavia, la situazione ha iniziato a peggiorare già dal 1995 con una serie di alluvioni (seguite da periodi di siccità) che segnarono gravemente l'economia coreana. Kim, per risollevare il suo Paese, sostenne fervidamente il motto "l'Esercito prima di tutto": tale filosofia portò ad un rafforzamento dell'industria pesante e alla fondazione di un'economia di guerra. Ciò che è più preoccupante, tuttavia, è il rapporto tra la Corea di Kim e l'Occidente e, in particolar modo, gli Stati Uniti.
IL PROBLEMA NUCLEARE
Nel 1994 fu stipulato l'accordo Agreed Framework, firmato da Corea del Nord e USA. Sulla base di tale accordo, la Corea del Nord si assumeva l'incarico di congelare ogni attività legata ai suoi reattori nucleari. Nel 1999, la Corea del Nord acconsentì a non effettuare in futuro test con missili atomici a lunga gittata e, in cambio, sarebbe stata agevolata economicamente dagli Stati Uniti. Tuttavia, per mantenere la propria posizione politica nel Paese, Kim Jong-Il e l'Esercito avevano bisogno delle armi nucleari che tra l'altro, sul piano dei rapporti internazionali, costituivano forse l'unica vera arma coreana. La verità sta nel fatto che la sola minaccia nucleare ha permesso a Kim Jong-Il di ottenere, negli anni, finanziamenti da parte di Giappone e Stati Uniti in cambio di un congelamento dei propri programmi di armamento nucleare. In sostanza, non esistono risorse di capitali interne che permettano una ripresa dell'economia coreana. E' questa, la situazione che Kim Jong-Il ha lasciato al momento della sua morte, ed è preoccupazione in Sud Corea, in Giappone e negli Stati Uniti.
STATO DI ALLERTA
Il Sud Corea ha decretato lo stato d'allerta subito dopo l'annuncio della morte del leader nordcoreano. Seoul e Pyongyang restano a tutti gli effetti in stato di guerra dopo l'armistizio più che mai precario che ha chiuso il conflitto delle due Coree del triennio 1950-53. In allerta anche gli USA. “Monitoriamo da vicino le informazioni sulla morte di Kim Jong-Il. Il presidente è stato messo al corrente, e siamo in stretto contatto con i nostri alleati in Corea del Sud e in Giappone. Restiamo impegnati alla stabilità nella penisola coreana, e per la libertà e la sicurezza dei nostri alleati”, ha affermato Jay Carney, portavoce della Casa Bianca. Intanto Yoshihiko Noda, primo ministro giapponese, ha ordinato un rafforzamento delle operazioni di intelligence sulla Corea del Nord. Cresce la preoccupazione in Asia e in tutto l'Occidente, mentre il giovanissimo Kim Jong-Un si prepara a prendere il potere. Questo ragazzo, che ha già dato segni di instabilità e di pericolosità, sarà in grado di gestire una situazione economicamente e politicamente complessa quale è quella della Corea del Nord? Per il momento, abbiamo una sola certezza: la Nord Corea possiede armi nucleari adesso in mano a un giovanissimo, futuro dittatore. Il resto (forse per fortuna) è ancora da vedere.
إرسال تعليق