Italiani rapiti in India: rinviato l'ultimatum

di Bianca Rita Cataldi

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fonte: newspedia.it

Due turisti italiani sono stati rapiti nello stato nord-orientale dell'Orissa da ribelli maoisti indiani. Mistero sul rinvio dell'ultimatum.


Paolo Bosusco, 54 anni, e Claudio Colangelo, 61. Questi i nomi dei due Italiani rapiti nello stato nord-orientale dell'Orissa, in India, in data 14 marzo, stando alle ricerche della polizia indiana. I due erano impegnati in un trekking nei boschi al momento del rapimento. Il premier Monti, durante l'inaugurazione di una mostra a Torino, ha sottolineato l'impegno di Giulio Terzi, ministro degli Esteri, il quale a sua volta "attraverso le strutture del ministero, è in contatto con l'India in tempo reale, minuto per minuto."



IL MISTERO DELL'ULTIMATUM

E' stato rinviato l'ultimatum dei ribelli maoisti, precedentemente fissato per la sera del 18 marzo. Una spiegazione a tale rinvio è stata fornita da Giacomo Sanfelice, ambasciatore italiano in India, ai microfoni di Sky Tg24: "[a seguito]... dell'offerta pubblica di trattativa con i maoisti che hanno rapito i due italiani, le autorità dello stato di Orissa credono che l'ultimatum posto per questa sera sarà rinviato". Sanfelice, dunque, ritiene che "l'offerta pubblica di trattativa di invito al negoziato di fatto risponda all'ultimatum che è stato proposto da parte dei maoisti." La Farnesina, intanto, è in contatto con le autorità indiane, mentre la Procura di Roma ha avviato un'inchiesta per sequestro di persona con finalità di terrorismo.



LE RAGIONI DEL RAPIMENTO

L'Italia è stata informata del rapimento attraverso un messaggio audio, nel quale il leader dei maoisti Panda ha richiesto l'apertura di un documento contenente le 13 rivendicazioni diffuse dal movimento ribelle nel febbraio del 2011: si tratta, in particolar modo, della richiesta di sospensione dell'Operazione Greenhunt contro la guerriglia maoista e del rilascio dei prigionieri. La questione del rapimento, però, sembra essere molto più complessa: alcuni guerriglieri, infatti, hanno affermato nello stesso messaggio audio: "Abbiamo arrestato due turisti italiani che, come centinaia di turisti stranieri, trattano le popolazioni locali come scimmie". Non bisogna dimenticare, infatti, che solo pochi mesi fa, nel distretto di Malkangiri, vi erano state diverse polemiche a proposito del cosiddetto "safari", pratica turistica abbastanza comune in Europa, e le lamentele della popolazione indigena hanno portato alla proibizione, da parte del governo dell'Orissa, di riprese, foto e video. I rapitori dei due Italiani aggiungono, inoltre, che i turisti stranieri considerano la gente del posto "fenomeni da baraccone. Questo è contro l'umanità e vogliamo che la gente in massa si ribelli contro ciò."


A scatenare la rabbia dei rapitori sarebbero intervenute anche le circostanze: al momento del sequestro, i due Italiani pare stessero scattando delle fotografie ad alcune donne in riva al fiume. A prescindere da ciò, si pensa che dietro il rapimento vi siano dei conflitti all'interno dello stesso gruppo maoista: Panda, il loro leader, è considerato "moderato", e per questo motivo si sarebbe schierato contro la fazione "omicida" maoista. I gruppi che agiscono all'interno dello Stato dell'Andhra Pradesh, infatti, sono inclini ad una linea d'azione più dura e violenta. I maoisti, nati sotto il nome di Naxaliti (in memoria dell'insurrezione di Naxalbari avvenuta nel 1967), a detta di alcuni studiosi sarebbero finanziati dalla Cina. Questo gruppo, che crede nel comunismo marxista attraverso il quale ha legato a sé la popolazione agricola e tribale, ha perso l'appoggio dell'opinione pubblica nel momento in cui ha marchiato il suo nome col sangue e la violenza. Tuttavia si levano, contemporaneamente, anche voci di pace: si tratta della scrittrice Arundhati Roy, che si è resa disponibile alla mediazione pacifica col gruppo dei ribelli.

Intanto, in Italia, si aspettano risposte e aggiornamenti riguardo la situazione dei due Italiani. "Mi chiedo ancora se quello che è successo a mio figlio è vero o no." ha affermato l'ottantanovenne Azelio Bosusco, padre di Paolo. L'anziano ha saputo del rapimento attraverso il telegiornale, poco prima di ricevere la conferma dei Carabinieri.



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