Se leggere non è il tuo forte...


di Patrizia Lùperi

Si sono appena svolti due importanti appuntamenti per riportare la lettura tra le "emergenze nazionali"...

Il primo Convegno si è tenuto a Firenze il 19 aprile: Nei boschi narrativi della letteratura per l'infanzia. Tra leggere e interpretare, e ha avuto il preciso scopo di sottolineare il valore formativo della letteratura infantile, come genere e come terreno di sperimentazione di pratiche innovative.

Il successivo si è svolto il 23-24 aprile a Bari: Biblion, Convegno sul libro e sulla lettura e ha riunito in un'unica filiera allargata, all'insegna della convìvivenza e dello sviluppo sociale, gli imprenditori, gli operatori dei servizi biblioteconomici e documentali e la comunità scientifica e didattica.

Ma lo scopo di questo post è quello di segnalare la Mostra itinerante:
Se leggere non è il tuo forte fanne il tuo debole, promossa dall'Associazione italiana biblioteche e creata dal disegnatore satirico Corvo Rosso che con le sue vignette ironiche mette in discussione tutti gli stereotipi più diffusi sull'inutilità del leggere.

Invitiamo tutti i nostri lettori a organizzare nella propria città, con il sostegno delle istituzioni locali, una tappa di questa Mostra, dietro la richiesta di prenotazione attraverso il modulo specifico.

Dobbiamo lavorare in questa direzione, creando un maggior consenso sociale intorno a questa disciplina,  dominio non esclusivo dei lettori forti ma campo di battaglia di quelli più deboli, degli studenti e degli insegnanti che spesso non conoscono nemmeno le siepi narrative... figuriamoci i boschi!!!

(immagine tratta dalla Festa del libro e della lettura, Roma 8-11 marzo 2012)

3 Commenti

  1. E' un dato di fatto che nel nostro Paese la percentuale dei lettori sia tra le più basse d'Europa.
    Ciò che colpisce particolarmente è in realtà l'assenza di una strategia nazionale di promozione della lettura; in Italia, infatti, si è molto lontani, rispetto ad altri stati europei, dal considerare la lettura e la cultura come bene comune e, ancor più grave, è la totale mancanza di una visione politica strategica.
    Eppure non sono mancate nel 2011 iniziative che hanno offerto spunti di riflessione interessanti e punteggiato in positivo il panorama italiano: una fra tutte, ad esempio, l'incontro pubblico sulla cultura, svoltosi a Firenze in novembre e organizzato, presso il Caffè letterario delle Murate, dal movimento TQ (un gruppo di giovani intellettuali e professionisti del mondo dell'editoria), con lavoratori e lavoratrici della cultura e della conoscenza, che ha richiamato precari dell’università, bibliotecari e librai, scrittori, traduttori, editori, organizzatori di festival, docenti universitari, artisti e critici.
    Si è potuto seguire l'evento sia su Twitter con aggiornamenti live che su Facebook.
    Qui l'obiettivo espressamente dichiarato è stato proprio quello di «fare rete, pensare ad iniziative comuni e costruire una mappa di spazi locali e nazionali dove il “deficit” di accessibilità e garanzia del bene comune sia evidente – trovando possibili soluzioni».
    E' indispensabile cioè costruire reti territoriali forti e diversificate, coinvolgendo tutti i soggetti interessati - come le scuole, le librerie, le biblioteche e le associazioni, al fine di rendere la lettura un fattore di sviluppo costante e duraturo.
    Per procedere su grande scala a più livelli, come suggerito da Solimine nel suo libro "L'Italia che legge" (Roma-Bari: Laterza, 2010), si deve puntare "sul pubblico di mezzo", cioè su coloro che leggono da 4 a 11 libri l'anno e sui bambini fin da piccoli, nel tentativo di creare un ponte tra la promozione della lettura e le attività di formazione continua che riguardano gli adulti (come, ad esempio, avviene negli Idea Store di Londra e secondo quanto auspicato da AIB – l'Associazione Italiana Biblioteche).
    E' dunque forte la necessità di promuovere un'azione sistemica, che coinvolga diversi soggetti e operatori, non solo della filiera del libro e di questo si è fatto promotore in particolare il "Manifesto per la lettura" ovvero il documento programmatico lanciato nel 2008 dal Forum del libro.
    Io ho partecipato personalmente alla giornata fiorentina del 19 aprile, dedicata alla letteratura per l'infanzia e, al di là delle tante considerazioni, io penso semplicemente che leggere sia sempre meglio di non leggere: perché leggendo si ha la possibilità di conoscere e ciascuno imparando può, ad ogni età, migliorarsi.

    E non solo. Cesare Pavese scrive: “Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra -che già viviamo- e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi.”

    “Riconoscersi” in quella esatta sequenza di parole esattamente così come l'avremmo voluta scrivere noi rappresenta la magia straordinaria della lettura...

    RispondiElimina
  2. Il 30 maggio si svolerà a Firenze nell'Auditorium di Sant'Apollonia, un convegno sui giovani lettori, anzi si chiama proprio "Identikit del giovane lettore"
    Ma chi è e come legge il lettore da giovane oggi? Bisogna ascoltare la viva voce dei diretti interessati per ri flettere, costruire progetti e soprattutto confrontarsi per la formazione, il sostegno,la conoscenza. Questo è il senso della ricerca sullo “stato della lettura” curata dall’Università di Firenze, con sei focus group e
    circa mille studenti interessati.
    Su questa presa diretta della società giovanile, il Liberfest ospita il primo giorno un convegno di studi dove i dati saranno resi pubblici e analizzati, confrontati con i dati nazionali e resi
    oggetto di una prima ri flessione “a caldo” tra chi lavora concretamente nella scuola, nella biblioteca, inventa progetti o scrive
    per i giovani (Paola Zannoner presenta il convegno)

    RispondiElimina
  3. Leggere …non sempre vuol dire dover’ aprire un libro , pensiamo che possa diventare un piacere, una possibilità alternativa alla realtà che ci circonda. Spesso la realtà è incomprensibile o ci sembra di non avere le parole giuste per affrontare nuove situazioni, allora si apre un libro e lì si trovano come lasciate apposta per noi parole ed emozioni in cui ci riconosciamo , che sembrano appartenerci e come ladri ce ne appropriamo per difenderci per spiegarci per comunicare con chi sembrava non potesse mai capirci. Un libro è una porta verso orizzonti e realtà che senza saperlo parlano di noi ci raccontano , bisogna trovare il libro giusto e questo accade leggendo!!! Leggere non è un’azione riservata ai lettori , loro hanno imparato a riconoscere i libri come vie di fuga ,adesso tocca a chi non lo sa… leggere è un’opportunità di vedere la nostra realtà con altri occhi per capirla ,per inquadrarla in uno sguardo di un personaggio che presto diventerà il compagno di tutte le avventure… ogni libro ha qualcosa da dirci , da spiegarci e questo può farlo solo se aprendolo lo lasciamo parlare attraverso la sua lettura. Come sosteneva Italo Calvino ogni racconto “ci insegna qualcosa che non sapevamo; alle volte vi scopriamo qualcosa che avevamo sempre saputo (o creduto di sapere) ma non sapevamo che l'aveva detto lui per primo (o che comunque si collega a lui in modo particolare). E anche questa è una sorpresa che dà molta soddisfazione, come sempre la scoperta d'una origine, d'una relazione, d'una appartenenza.” È necessario stabilire con ogni libro un rapporto personale, è solo nelle letture disinteressate che può accadere d'imbatterti nel libro che diventa il «tuo» libro. Perché leggere,dunque, è presto detto: per entrare in un mondo incantato, per avere risposte che nella vita ordinaria, spesso, non troviamo ,per dimenticare, almeno per qualche ora, gli affanni e il…logorio della vita moderna
    irene

    RispondiElimina

Posta un commento

Nuova Vecchia