La conoscenza ai tempi del web 2.0







                                                                                        
di Patrizia Lùperi


Il concetto di  “ conoscenza”  è attualmente al centro di numerosi  dibattiti, saggi e convegni,  a partire dall’ormai famoso FESTIVAL DELLA MENTE che si svolgerà a Sarzana (La Spezia), dal  31 agosto fino al 3 settembre e che dedica alla conoscenza pure un appuntamento teatrale, a cura del regista  Luca Ronconi e del giornalista Gianfranco Capitta.

Anche nella vita di tutti i giorni siamo però circondati di innovative forme di conoscenza, partecipate e condivise che vengono trasmesse e acquisite attraverso il web, senza nessuna forma gerarchica e nessun criterio etico prestabilito; anzi siamo completamente immersi in un contesto conoscitivo che, grazie alle molteplici potenzialità offerte dalle tecnologie sociali, permette all'individuo di conseguire ogni obiettivo professionale ed intellettuale che si pone.

I fan e i navigatori attivi della rete costituiscono il capitale collettivo di Internet: i contatti e le relazioni informali che si creano sono considerati un'indispensabile risorsa per la vitalità dell'ambiente virtuale.
Ecco perché suscitano grande attenzione e curiosità le potenzialità d'uso di un sapere vissuto come risorsa condivisa, motore delle moderne società che legano il loro sviluppo alla ricerca e alla formazione, provocando una vera e propria rivoluzione comunicativa tra organismi "informaticamente" modificati. Infatti le tecnologie dell'educazione sono state create per aprire porte sempre più amichevoli con gli utenti, abbattendo le barriere tra reale e virtuale, tipico concetto del secolo appena trascorso.

Nei prossimi anni colmare il digital divide diventerà una priorità. Scrive il filosofo Luciano Floridi (La rivoluzione dell'informazione, Codice, 2012): "Il divario ridisegnerà la mappa della società mondiale, provocando o approfondendo le divisioni generazionali, geografiche, socioeconomiche e culturali". Se cambia la cultura deve però cambiare anche la maniera di interpretare il mondo e i concetti come realtà, immutabilità, metafisica ed etica...

In un ambiente che ha come principio fondamentale l'informazione, diventa di primaria rilevanza mettere tutti nelle condizioni di riceverla e di capirla...

anche io mi impegnerò in questo cammino, anche se non tutti i giorni si può essere costruttivisti

(la foto è tratta dall'hp del Festival della mente)




1 تعليقات

  1. La vita quotidiana di ciascuno di noi vede la presenza sempre più pervasiva d’informazioni, contenuti e servizi distribuiti attraverso la rete internet e fruiti in ogni momento della nostra giornata: a casa, in ufficio e in viaggio. L’incessante sviluppo dei social media – Facebook e Twitter in primis – ci consente di estendere le nostre relazioni oltre i confini dei territori nei quali siamo fisicamente presenti, di produrre e condividere contenuti online e di scaricare applicazioni per i nostri smartphone. Possiamo utilizzare internet come una grande nuvola di dati che contiene i nostri file e ci consente di lavorare a prescindere dal luogo nel quale ci troviamo e dallo strumento che utilizziamo per collegarci online. E ancora, le possibilità di collaborazione, offerte dalla capacità di networking della Rete favoriscono la creazione di gruppi di lavoro, stimolano la creatività e l’innovazione, generano nuovi modelli di business e di partecipazione sociale alla vita pubblica, spingono alla creazione di startup che propongono nuovi servizi e prodotti, favorendo a loro volta la ricchezza della Rete. Definire cosa sia la cultura digitale non è affatto semplice. Essere abili a utilizzare i nuovi strumenti tecnologici, a fare una ricerca su Wikipedia o a postare un nuovo album fotografico nel proprio profilo Facebook non è sufficiente a definire una persona come digital-addicted. Si tratta di un’operazione complessa perché deve necessariamente prendere in considerazione un approccio esteso che comprenda non solo le azioni della nostra quotidianità, ma anche le caratteristiche e il funzionamento dell’ambiente nel quale l’essere umano opera e si realizza. Per parlare di cultura digitale occorre anzitutto definire cos’è la cultura, per poi vedere in che modo questo concetto può applicarsi alle tecnologie digitali e, di conseguenza, all’utilizzo che di esse fa l’uomo. La cultura è tutto ciò che eleva l’uomo dal suo stato di natura, e fornisce la misura del grado di civiltà di un popolo. E la civiltà è l’insieme del patrimonio cognitivo di una società umana in un determinato momento storico e nella nostra epoca tale patrimonio è rappresentato dalla realtà del Web 2.0. Se dovessi domandarmi cosa è per me la cultura digitale risponderei come la possibilità di digitare su una tastiera un'emozione, un sentimento, una curiosità, una necessità, un progetto o un sogno e scoprire che c'e una persona dall'altra parte del mondo che ha la tua stessa visione della vita ... è sentirsi vicina agli zii lontani ... è scoprire che quella passione per quello scrittore sconosciuto ai più "è piaciuto" a 1.537 persone! ... E 'un groviglio intricatissimo di rapporti virtuali tra esseri umani reali ... da cui può nascere di tutto dall’ unione, collaborazione, possibilità; è la propensione a guardare avanti invece che dietro di sé, scommettere nella propria intelligenza, riporre fiducia in chi ti circonda , anche se in uno spazio virtuale e collaborare, condividere al fine di creare insieme una società più aperta , capace di vivere in un mondo senza confini.

    irene

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