L'uomo costruisce case perché è vivo, ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo (Daniel Pennac)
di Patrizia Lùperi
Ho deciso di riprendere questo articolo scritto da Marilena Puggioni (nella foto) e pubblicato su Liberos, per dare voce a bibliotecari sardi che vedono nascere una nuova Fondazione regionale, con lo scopo di gestire le risorse destinate alla cultura e quindi alle biblioteche
Per protestare contro la lentezza delle procedure burocratiche insite in questo cambiamento e chiedere risposte ai poltici sardi, una mobilitazione regionale si è svolta a Isili
"Il 17 Settembre ero ad Isili, nella bella piazza del paese sulla quale
s’affaccia una biblioteca-centro sistema bibliotecario che m’ha
positivamente colpito per l’accoglienza e la vastità degli spazi, nonché
per la qualità dei servizi offerti. Ero lì per la mobilitazione
generale indetta dal Comitato “Nessuno a casa” per la difesa dei posti
di lavoro degli operatori dei Beni culturali (biblioteche, archivi,
musei, siti archeologici e ambientali) della Sardegna . Le motivazioni
di questa mobilitazione sono state, fra l’altro, rese note anche
sull’Unione Sarda del 16 Settembre 2012. Non potevo non esserci, come
bibliotecaria e come socio dipendente di una cooperativa che da 24 anni
presta servizio in condizioni “stabilmente precarie” nel sistema
bibliotecario comunale di Sassari. Inoltre, nella pagina dell’evento su
FB, era stata annunciata la presenza, oltre che dei colleghi dei vari
settori, anche di sindaci, consiglieri regionali, rappresentanti delle
forze politiche, presidente e componenti della commissione cultura
regionale. E questo attribuiva alla giornata un’importanza
considerevole. In pratica s’annunciava come un’occasione unica per
conoscere, finalmente, quali azioni erano state intraprese in questi
mesi trascorsi dal quel 14 marzo 2012, nel quale, da parte dell’Ottava
Commissione del Consiglio della Regione Sardegna, era stato approvato il
testo unificato n. 235-276-292/A “Istituzione della Fondazione Sardegna
Beni Culturali”. Sapere anche a che punto eravamo col
misterioso "Disegno di legge concernente l'istituzione della Fondazione
per gli Istituti e i luoghi della cultura della Sardegna” della Giunta
Regionale. Un appuntamento, quindi, che doveva segnare il tempo di un
processo molto lungo dei cui passi si erano smarrite le tracce.
Per chi volesse farsi un’idea più precisa della questione e,
soprattutto, di come si presentava la situazione agli inizi del luglio
scorso, rimando alle considerazioni
della presidente dell’AIB- Sezione Sardegna, pubblicate nel sito
dell’associazione. Alla prova dei fatti, però, nessuna delle forze
politiche della maggioranza al governo della Regione era, diversamente
dalla manifestazione precedente “Difendiamo i nostri granai”,
presente a Isili. Questo, nonostante il presidente della Commissione
Cultura regionale avesse assunto, in quell’occasione, precisi impegni
per la soluzione del problemi legati al settore Beni Culturali. E’
stato, perciò, inevitabile l’insorgere di non poche e diffuse
perplessità . Ma prima di raccontarvi le impressioni ricavate
dall’ascolto dei diversi interventi, volevo illuminarvi sull’uso della
definizione “stabilmente precarie” che, in quanto ossimoro, vi sarÃ
“suonato” sicuramente strano.
La definizione di “stabilmente precario” è stata
felicemente coniata ( felicemente perché, con molta efficacia, in due
parole, restituisce l’esatta fotografia di una situazione) da un
collega, per indicare la condizione di precariato nella quale versano
tutti i dipendenti delle cooperative della Sardegna che, a partire da
metà degli Anni Ottanta gestiscono le biblioteche. Biblioteche che, in
tutto questo periodo, hanno patito la totale mancanza di programmazione e
adeguati finanziamenti quali, invece, sarebbero obbligatoriamente
richiesti da un settore, come quello dei Beni Culturali, per poter
sviluppare appieno tutte le sue potenzialità .
Non sarà possibile, per ovvi motivi di pertinenza, approfondire in
questo post tutte le vicende che negli anni si sono succedute e che
hanno visto la continua mobilitazione degli operatori del settore; per
cui rimando al mio articolo
“Bibliotecari precari della Sardegna alla radio”, scritto nel 2009 per
il periodico “AIB Notizie” dell’Associazione Italiana Biblioteche, che
riassume la situazione fino alla metà di quello stesso anno. In ogni
caso lo stato delle cose, al di là di quello che parrebbe ora bollire in
pentola, è, più o meno e ahinoi, sostanzialmente invariato. A questo
punto non mi resta che riferirvi le questioni sollevate nell’incontro e
le risposte emerse; non aspettatevi, però, chissà quali novità !
Tutti i presenti hanno concordato sull’ineludibile necessità di
risolvere il problema del precariato e sull’improrogabilità della messa a
sistema del settore; ragion per cui si profila all’orizzonte…
un’ulteriore proroga (!) per il 2013 dei progetti in essere. Stavolta,
però, dopo anni di automatici “copia e incolla”, collegata al futuro
varo, da parte del Consiglio Regionale, della legge sulla Fondazione
Sardegna. L’emanazione della legge è, però, vincolata anche alla sua
approvazione da parte dello Stato. Pertanto, rimanendo ancora irrisolta
la questione della correzione dei punti problematici che potrebbero
causarne la bocciatura, i politici regionali presenti ad Isili sono
stati sollecitati a stringere i tempi di lavoro, apportando al testo le
modifiche necessarie per avere il beneplacito degli organi nazionali.
In generale, sorvolando sulle ovvie dichiarazioni di buona volontà della rappresentanza politica, l’impressione che ne ho ricavato è stata di smarrimento.
Esattamente. Lo smarrimento inevitabile di chi, trovandosi nell’urgenza
di dover ricevere risposte a problemi più che ventennali mai risolti,
pensando e sperando di essere ormai vicini ad una qualche soluzione, si
sente invece, letteralmente, dire: - “Non dovete mollare con le vostre
battaglie! Presidiate la Regione se volte ottenere qualcosa!”. Ancora?
Ecco, io pensavo che ormai non ce ne fosse più bisogno e mi ero illusa
che quel tempo da troppi anni dedicato alla soluzione di questi problemi
potessimo, finalmente, spenderlo più proficuamente per il funzionamento
ottimale e lo sviluppo dei servizi che gestiamo. Cosa che ovviamente
già avviene, ma, come si potrà evincere dalla situazione fin qui
descritta, non al meglio delle sue potenzialità ..."
Per continuare la lettura collegatevi a Liberos...
Ultimamente ci troviamo di fronte alla tendenza assunta dalla finanza pubblica in materia culturale, di eseguire continui tagli tanto da trovarci di fronte ad una emergenza ineludibile. Molto spesso si sente il bisogno di sentirci tutelati al fine che continuino ad essere garantiti i nostri diritti in particolare la nostra cultura. Le perplessità sorgono quando si pensa che molto spesso chi dovrebbe nascere con lo scopo di tutelarci e incentivare le numerose iniziative alla fine si rivela una “macchina” che frena o schiaccia i nostri progetti oppure anche cosa peggiore che proprio queste istituzioni si possano rivelare chi alla fine orchestra la dispersione delle risorse necessarie a garantire ciò che ci aspetta. E’ il diritto alla cultura che adesso anima la lotta di classe nelle piazze, è un diritto che sta alla base di tutti i nostri diritti e solo con un’adeguata formazione intellettuale è possibile creare una società attivamente consapevole. Leggendo un articolo relativo a questo argomento presente sul sole 24 ore , ho apprezzato l’ importanza data alla cultura anche per uscire dalla crisi, argomento che ad oggi riempie intere pagine dei quotidiani; ancora una volta la vera e non la falsa cultura può rappresentare la via d'uscita dalle difficoltà del momento. Pare che questa nuova dimensione, sia stata finalmente capita anche dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama con l'imponente programma di aiuti per accedere all'istruzione dei giovani e all'educazione degli adulti. Sarà forse così anche possibile ridurre, e quando necessario, eliminare, la deriva finanziaria che si è inserita nel gioco perverso della privatizzazione della conoscenza collettiva.
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