di Roberto Tortora
Recentemente il Governo aveva previsto di innalzare l’orario
d’insegnamento settimanale dalle attuali 18 a 24 ore di cattedra.
Val la pena chiarire alcuni punti:
1) non è vero che i docenti italiani lavorano meno dei
colleghi europei. Basta dare un’occhiata alle decine di tabelle comparative
disponibili sul WEB per accorgersi che mentre i parlamentari italiani lavorano
meno dei colleghi europei, ma guadagnano di più, per i docenti italiani accade
il contrario;
2) il provvedimento è tecnicamente inapplicabile. Facciamo
un esempio. In un Istituto di 700 alunni lavorano dieci insegnanti di lettere
con cattedra di 18 ore, più un insegnante con uno spezzone di sei ore. Chi
prenderà quello spezzone? Chi aggiungerà all’attuale, gravoso, carico di lavoro
altre sei ore la settimana per un anno? Qualunque fosse il criterio adottato
dal Dirigente Scolastico (l’insegnante più anziano, con più anni di servizio,
oppure il più giovane,…) sarebbe fortissimamente discriminatorio.
3) A regime tutti i docenti avrebbero una cattedra di 24
ore. In base all’esempio precedente (un Istituto in cui vengono impartite 180
ore di Lettere) tre docenti perderebbero il posto. Attenzione, non stiamo
parlando di tre “giovani” precari, ma di tre docenti che hanno superato i
sessant’anni di età e che sono in ruolo da più di vent’anni. Moltiplicato per
tutte le scuole d’Italia, si avrebbe un taglio di decine di migliaia di
cattedre. E allora, se questa è la volontà del Governo, perché bandire e pagare
un nuovo concorso per immettere personale nella Scuola? Dove, in quale istituto
verranno collocati i nuovi vincitori di concorso? Non è questa una clamorosa,
contraddizione?
4) Finora si era gridato allo scandalo quando un
imprenditore proponeva di innalzare l’orario settimanale degli operai a fronte
di un piccolo aumento di salario. Qui si propone in blocco un aumento di sei
ore – SEI ORE – a parità di salario! Come si chiama questa, barbarie?
5) L’aumento dell’orario di lavoro, che è materia di
contrattazione, è stato deciso senza consultare le rappresentanze sindacali.
Come si chiama questa, arroganza?
6) L’aumento del carico di lavoro, che avrebbe pessime
ricadute sul processo di insegnamento e dunque gravissime conseguenze sul
percorso di istruzione seguito dai nostri ragazzi, è stato deciso da chi,
appena qualche mese fa, aveva sostenuto a gran voce le iniziative a favore dell’innalzamento
della cultura nel nostro Paese quale veicolo essenziale per la crescita (per
esempio, il Manifesto per la cultura redatto dal Sole 24 ore). Come si chiama questo, oblio?
7) L’attacco alla dignità degli insegnanti non viene
sferrato all’improvviso e silenziosamente, ma dopo averli bastonati
ripetutamente con provvedimenti che non hanno precedenti nella storia
repubblicana: blocco degli aumenti salariali, blocco degli scatti di anzianità,
aumento dei prelievi in busta paga, aumento del carico di lavoro e delle
responsabilità nel crescente contenzioso con le famiglie. Questo possiamo
chiamarlo sadismo.
8) Un governo “tecnico” può commettere errori di carattere politico, ma non può
commettere grossolani errori di ordine tecnico. Non ce l’aspettavamo dal famoso
maestro di strada Rossi Doria che conosce dall’interno la realtà della Scuola
italiana. Non ce l’aspettavamo dal Ministro, professore universitario, dottor e
anche signor, Profumo, il quale non oserebbe mai sostenere che i docenti
universitari lavorano “solo” per tre ore la settimana (di quarantacinque
minuti!), visto che svolgono anche ricerca, seguono le tesi eccetera eccetera.
Proprio come i docenti delle scuole superiori, per la metà di quello stipendio,
correggono i compiti a casa, preparano le lezioni, ricevono le famiglie,
redigono programmazioni, eccetera eccetera;
9) Rinunciare a cinque, solo cinque, dei 75 cacciabombardieri ordinati dal
Ministero della Difesa per recuperare i soldi che si spera di sottrarre alla
Scuola? Tanto costa questa sciagurata ipotesi dell’innalzamento dell’orario a
24 ore. Vogliamo parlare di questa proposta? Oppure vogliamo esaminare la
diaria del personale diplomatico in missione all’estero? Ma questo è un
discorso lungo…
10) Pare che la proposta dell’innalzamento dell’orario sia
rientrata. È stata bocciata in Commissione Cultura. Meno male. Ma il danno
d’immagine arrecato agli insegnanti italiani è irreparabile. Adesso il Governo
dirà che ci saranno aggravi di spesa per le famiglie causati dai mancati tagli
all’Istruzione. Insomma, tutta colpa dei professori che vogliono lavorare poco
e fare molte ferie all’anno. I soliti fannulloni!
I professori entreranno in classe con questo ulteriore senso
di colpa sulle spalle.
Un danno d’immagine devastante, contro i docenti che ogni
giorno devono fronteggiare alunni demotivati e disgustati dai privilegi di una
classe politica che diserta le sedute parlamentari, sale al disonore della
cronaca giudiziaria per corruzione e concussione, ma che non sa rinunciare
nemmeno all’auto blu per andare a fare la spesa.
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