ANCORA ROSA MAURO, QUESTA VOLTA CI ACCOMPAGNA PER UNA SORTA
DI VISITA GUIDATA PER ROMA, VISTA DA UN DISABILE,
POTREMMO CHIAMARLO COME UN VECCHIO PEZZO DELL'EQUIPE 84
'' TUTTA MIA LA CITTA'' ???
DI VISITA GUIDATA PER ROMA, VISTA DA UN DISABILE,
POTREMMO CHIAMARLO COME UN VECCHIO PEZZO DELL'EQUIPE 84
'' TUTTA MIA LA CITTA'' ???
Sola me ne vo per la città
Poter passeggiare soli nella propria città è spesso una aspirazione che i disabili vedono regolarmente frustrata, sopratutto se la città si chiama Roma.
La inaccessibilità di essa per i disabili fisici, in carrozzina ma non solo è notoria: ma che succede se a passeggiare è un disabile visivo?
Cominciamo con il dire che alcuni accorgimenti per la vivibilità della città per chi ha il bastone bianco, almeno in teoria, ci sono: alcune strade hanno il loges, esistono i semafori acustici e le sintesi vocali sugli autobus.
Per chiarire la natura di questi ausili, ve ne fornisco una breve descrizione
Loges percorso tattile formato da una pedanaplastica all'interno del quale il bastone striscia, fornisce indicazioni circa il tipo di cammino, la presenza di negozi o di strutture e le fermate, attraverso i cambi nella struttura geometrica della plastica, la presenza di strisce continue se il percorso è dritto, segnalazione di curve, e appunto di stazioni.
Molto utile per la deambulazione autonoma, peccato che spesso inizi dal nulla e finisca nel nulla…
Semafori acustici semplici semafori che, attraverso la voce, guidano alla comprensione dello stato della strada da essi guidata, più banalmente se il semaforo è rosso o verde.
In Francia, danno anche l'indicazione del senso di marcia e il nome della strada ma qui è già tanto se ci sono..
Sintesi vocali
Dovrebbero essere presenti in tutti gli autobus moderni e difatti lo sono.
Danno indicazioni sul numero dell'autobus e sul numero della fermata nonché la sua ubicazione. Peccato che molti autisti le tengano spente sostenendo che disturbano i passeggeri.
Che spesso, anche quando sono vedenti, disturbano loro per sapere quale è la loro fermata..
Per vedere però se questi supporti funzionano basta provare a fare un percorso relativamente piccolo, quello che da un quartiere come montespaccato porta a Ottaviano.
Il presente percorso, per il momento, lo esploriamo per quanto riguarda solo la presenza o meno di questi tre ausili, senza per il momento entrare nella competenza delle barriere architettoniche.
Si parte dalla mia strada: niente loges.
Inutile cercarlo: non c'è.
Per fortuna, c'è almeno il marciapiede: non è così' per tutti i percorsi che potrei prendere..
Girando e percorrendo via Montespaccato, ancora del loges non c'è traccia, il marciapiede c'è ma è ingombro di macchine e altro..
Arrivati su via cornelia, ovviamente non ci sono semafori acustici, solo le strisce… e compare il loges.. compare dal nulla, dopo che ha latitato fin lì e possiamo seguirlo fino alla fermata.
Lì, aspettiamo il bus.
Una volta ogni cinquanta c'è la sintesi vocale accesa.
Quindi, tralasciando il caso fortunato, ci toccherà domandare alla vicina quando siamo arrivati alla metro.
Comunque, lo prendiamo, magari siamo stati fortunati ed è anche abbastanza vuoto, anche se lì dentro, ovvio non ci sono aiuti per chi è disabile visivo su se può sedersi e dove..
Percorse le fermate, ci troviamo alla metro.
Il loges compare lì davanti, ma se si percorre, si fa un giro interminabile, che è comune al loges ed alle carrozzine..però arriva al punto giusto, cioè all'interno del capolinea metro a battistini..
la stazione è attrezzata: percorrendo nel senso corretto il loges, arrivi all'ascensore, poi ai binari dove il percorso ti arresta al punto giusto.
Prendi la metro e meno male che devi arrivare ad Ottaviano, perché prima spesso la sintesi non funziona affatto.
Parla segnalando proprio Ottaviano, e tu scendi.
Sorpresa: niente loges, niente semafori acustici, niente di niente.
Da quel punto, sei abbandonato a te stesso.. meno male che avevi appuntamento con una amica..
Ora però lasciamo il percorso astratto per vedere DAVVERO cosa accade se io decido di fare questo percorso, ci mettiamo dunque non solo gli ausili, ma materialmente le persone e come si comportano.
STEP 1 arrivo alla fermata del primo autobus. Partendo da casa mia, puoi recarti alla fermata solo se non è sabato, giorno di mercato.
Se c'è lo stesso, con le bancarelle che occupano il marciapiede e TUTTA la strada, è impossibile andare da soli, perfino accompagnati è un problema.
Quindi diciamo che sono in un giorno non di mercato e non immediatamente dopo di esso, visto che dopo il mercato piazzano i cassonetti sul marciapiede e ce li lasciano finché non viene l'AMA che a volte li rimette a posto.
Realizzate queste condizioni necessarie, arrivo alla fine della strada e prendo via Montespaccato.
in teoria c'è il marciapiede: in pratica, non c'è una volta in cui le macchine non vi parcheggiano sopra, sopratutto dove c'è il bar.
Macchine e motorini, e tu che fai lo slalom cercando di evitare di finire in strada.
A volte perfino crocchi di ragazzi che si spostano solo quando la punta del tuo bastone li tocca e non un attimo prima: non sia mai ti facessero il favore di rispettare il marciapiede!
Perché poi hai questo ardire, proprio mentre loro sono impegnati a bisbocciare davanti al loro locale preferito.
Non hanno tutti i torti. montespaccato non offre nulla per loro, ma ovviamente non ci puoi andare di mezzo sempre tu.
Dei vigili non c'è mai traccia: l'ultima volta che ne hanno avvistato uno, era durante le elezioni.. Dunque forse dovrei passeggiare di più ora: non sia mai trovo il marciapiede libero.
Attraversando la strada senza ovviamente il semaforo acustico, trovo il loges e quindi l'arrivo alla fermata è relativamente semplice: si tratta ora di prendere l'autobus!
STEP 2 prendere l'autobus ed arrivare al capolinea metro A.
Come ho già detto, è quasi impossibile che trovi un autobus con la sintesi vocale accesa. Ora che ho iphone di solito ovvio mettendo internet e cercando su roma pocket che autobus stanno arrivando: peccato che di tanto in tanto la applicazione sbagli e quindi mi tocca comunque chiedere: di solito ad una persona di buona volontà che aspetta con me perché gli autisti hanno sempre un tono molto seccato se lo chiedi a loro.
Mi viene in mente che forse la campagna falsi ciechi ha preso particolarmente piede tra di loro.
Preso il bus, se non parla mi arrangio con l'applicazione gps che ha come punto preferito il capolinea: peccato che per sapere esattamente la fermata, mi tocca comunque chiedere. Comunque, non sono stata fortunata: l'autobus è pieno oppure io , che non mi muovo agevolmente di mio, non sono riuscita ad ottenere informazioni su eventuali posti. Spintonandomi con persone infastidite dal mio bastone bianco, riesco a scendere vicino al mio obiettivo: la metro A.
STEP 3 entrata della metro e percorso fino ad Ottaviano All'entrata della metro, come detto, c'è il loges.
non fa la strada più diretta, prende una serie di curve e utilizza le famose corsie per i disabili fisici.
Parliamone.
Sono utili per le carrozzine, ma non sono un granché per noi ciechi ed ipovedenti.
Comunque il loges c'è evviva!
E' anche piuttosto rispettato, a parte qualche sporadico viaggiatore con il trolley.
Signori e signore dei trolley, fatevene una ragione: il loges NON è lì per voi, è un percorso tattile per ciechi ed ipovedenti.
Non è nato per trascinarvi la vostra valigia ultimo modello in maniera comoda, mentre magari parlate al telefonino.
All'ingresso della stazione, il delirio.
Il loges è affollato in serie da: ragazzi, signore con passeggini e immancabili trolley.
I controllori, attentissimi a che tu strisci la tua tessera, non fanno assolutamente nulla per fare spostare questa varia umanità dal loges, tu naturalmente te ne accorgi perché ci sbatti quasi contro ogni circa due metri.
E nessuno vuole ammettere di avere torto: la signora ti dice che spingere il passeggino fuori dal loges è scomodo, i ragazzi , che lo hanno trasformato in salotto, borbottano.
Quelli dei trolley sbottano: secondo te come dovrebbero portare le loro valige?
Come Dio vuole, ci arrivi, all'ascensore e poi alla fermata vera e propria.
Ma per entrare fisicamente nella metro, ti attende ancora il famoso saltino che, se non fai attenzione, ti fa incastrare il bastone nelle rotaie con le conseguenze che potete immaginare.
Sono fortunata: qualcuno di buona volontà mi aiuta senza uccidermi: ad una mia amica è andata peggio: per spingerla dentro le hanno quasi rotto la tibia, facendola urtare violentemente contro il gradino di ferro di un bus.
Siamo lieti di essere aiutati se lo chiediamo e con criterio: se non sapete farlo nella maniera giusta, per favore rinunciate.
Mi metto comoda: i tre quarti delle volte, prima di Ottaviano la sintesi le fermate non le dice.
Il motivo mi è ignoto ma per fortuna, Ottaviano e il lato dove scendere viene pronunciato.
STEP 4 Arrivo.. nel nulla! Ottaviano non ha loges e non ha indicazioni. Uscita da lì, ti ritrovi in un mondo totalmente privo di aiuti per te.
Uso di nuovo il gps per trovare il locale e avviarmici: per attraversare percorsi SENZA semafori acustici e loges, mi affido alla provvidenza ed al mio orecchio.. e spero che non sia una giornata di traffico eccessivo!
Potrei anche essere fortunata e beccare un pezzetto di loges.. ma l'ultima volta finiva davanti ad un semaforo non acustico. con il rischio di essere immediatamente affettata. Rischi del mestiere.
Roma è la mia città e dovrei poterci vivere.
Ma vivere significa poterne fruire a pieno.
Vi ho mostrato un percorso relativamente sicuro, eppure irto di ostacoli, ma potrei parlarvi di quando mi devo recare a scuola di mio figlio o alla biblioteca di zona: dovrei percorrere una strada priva non solo di loges, ma addirittura di marciapiede, e di percorso pedonale in sicurezza.
Non solo io, ma qualunque pedone rischia ogni giorno percorrendo la via che porta alla posta, alla farmacia, ed a parecchi posti utili per la comunità.
Dovrei percorrere un buon tratto della via principale, via Cornelia, senza loges e a volte senza marciapiede, con una serie di strutture come scuole e benzinai che si aprono sulla strada senza alcuna indicazione per noi ciechi.
Senza parlare di macchine in doppia fila, sopra le strisce, nei nostri posti… Una grande metropoli è esempio di vivibilità per tutti i suoi cittadini: mi domando quando Roma riuscirà a diventarlo.
Rosa Mauro
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