Giuseppe Gavazza
A
Parigi il 2013 non è solo il centenario di quello che si continua a
definire « il più grande scandalo della storia della
musica » cioè la prima, il 29 maggio 1913, al Théâtre
des Champs Elysées di Sacre du Printemps di Igor
Stravinskji (ma a mio avviso ci sono stati scandali musicali maggiori
nell'ultimo secolo : sarebbe interessante leggere qualche vostro
suggerimento nei commenti, grazie).
A
meno di 500 metri dal Théâtre des Champs Elysées c'è
la grandiosa bellissima struttura in ferro e vetro del Grand
Palais, costruito per
l'Esposizione Universale 1900 nella capitale francese, oggi usata per
grandi mostre.
Qui
ho visto (è il caso di dirlo) la mostra Dynamo:
un siècle de lumière et de mouvement dans l'art 1913-2013 :
http://www.grandpalais.fr/fr/evenement/dynamo
Mostra bella e interessante di artisti che hanno usato la luce, il movimento e lo spazio nei loro lavori. Arte visiva necessariamente astratta quindi, e attenta alla percezione, all'interazione tra l'opera, la sua collocazione e il pubblico; dinamica quindi non solo nelle dimensioni dello spazio e del tempo ma anche in quelle concettuali, psicologiche e percettive.
I 16 temi proposti
per raccogliere i lavori in un percorso orientato aiutano a chiarire:
claire-voie
permutation
concentrique /
excentrique
interférence
immersion
distorsion
tactile
trame
battement
abîme
champs de force
nuée
halo
maelström
espace incertain
céleste
L'ho
vissuta come esperienza musicale vissuta con gli occhi, stimolante e
suggestiva per il tema della percezione sinestetica.
Non
racconto altro perché si tratta di una mostra, più di altre, da
vivere in prima persona; e poi perché ci sono molte informazioni nel
sito sopra indicato, compresa una bande
annonce
divertente ma chiassosa e un po' troppo di taglio marketing
per i miei gusti. Probabilmente efficace per raccogliere visitatori
ma poco consona allo spirito (storicizzato e sperimentale) della
mostra :
http://www.grandpalais.fr/fr/article/dynamo-la-bande-annonce.
Sul
tema della sinestesia invece propongo un esperimento da fare qui
(cioè li, da voi ora).
In
due sale contigue erano esposti lavori di Carlos Cruz-Diez :
Chromosaturation
dans l'espace public,
1965 (sala 11)
e
Ann
Veronica Janssens : Daylight
blue, sky blue, medium blue, yellow,
2011
(sala 12). Due opera realizzate a distanza di quasi mezzo secolo che
usano l'immersione dello spettatore in un ambiente dedicato
“allagato” di luci monocrome. Tre stanze bianche consecutive e
comunicanti illuminate con i tre colori fondamentali
RGB (red, green, blue) per Cruz-Diez (foto qui sopra) e una sala
ampia invasa di fumo denso illuminata in parte con luce blu e in
parte con luce gialla.
Percorrendo
molto lentamente avanti e indietro le due stanze ho registrato i
suoni con una coppia di microfoni binaurali (*1) (quindi è caldamente
consigliato l'ascolto in cuffia): l'esperimento che propongo è
ascoltare attentamente, a occhi chiusi possibilmente, cercando di
captare i colori che hanno “bagnato” i suoni registrati.
La traccia che propongo è divisa in due movimenti di 5 minuti ciascuno separati da pochi secondi di silenzio: il primo è la sala (tripartita) di Carlos Cruz-Diez, il secondo è la sala (bipartita) di Veronica Janssen. Non ho deliberatamente tenuto traccia degli spostamenti e non m'interessa verificare se l'eventuale percezione colorata dei suoni corrisponda alla realtà, al “vero”.
La traccia che propongo è divisa in due movimenti di 5 minuti ciascuno separati da pochi secondi di silenzio: il primo è la sala (tripartita) di Carlos Cruz-Diez, il secondo è la sala (bipartita) di Veronica Janssen. Non ho deliberatamente tenuto traccia degli spostamenti e non m'interessa verificare se l'eventuale percezione colorata dei suoni corrisponda alla realtà, al “vero”.
M'interessa
invece che per alcuni minuti si ponga attenzione all'incrocio delle
percezioni di due sensi diversi e indipendenti forse più per
acquisizione culturale che per naturale struttura fisiologica e
psicologica.
1*
- i microfoni binaurali sono due piccoli microfoni che si usano come
normalmente si usano le cuffiette stereo audio: si inseriscono nelle
orecchie restituendo un ascolto in cuffia molto vicino alla
percezione reale. In più hanno il vantaggio di passare inosservate,
presentandosi come cuffie di un lettore audio.
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