Giuseppe Gavazza
Lassù per le montagne
suoni e immagini: Giuseppe Gavazza, 2013
Con gli amici Manuel
Zigante, violoncellista, e Marco Pozzi, guida alpina, abbiamo
ripetuto quest'anno l'esperienza di una passeggiata alpina con tappe
musicali: dal Rifugio Levi Molinari, in val di Susa alla cima del
Monte Chabriere: da 1850 a 2400 metri, con un gruppo di appassionati
curiosi di montagna e musica.
Sei le tappe, scandite
dagli altrettanti movimenti della Suite n.1 in Sol per violoncello
solo di J.S.Bach, a cui abbiamo accostato altrettanti brani -
originali o trascritti per violoncello ed “elettronica da zaino”
- e le spiegazioni naturalistiche di Marco Pozzi.
Così, tra storie di
lupi, cervi, finanzieri morti in tempo di guerra, vecchi larici siamo
arrivati in quasi 40 in cima. Alla seconda tappa, un grande vecchio
larice che risuona particolarmente bene alle note del violoncello
(probabilmente i legni hanno simile età e sono ambedue, in diversi
modi, vivi) si è aggiunto un asino che si è messo in posa prima di
allontanarsi di poco ad ascoltare attento.
L”elettronica da zaino” (che potrei tradurre in backpack electronics) è una versione estrema di un mio progetto di elettronica portativa che segue il sogno di poter suonare l'elettronica (in questo caso accostata ad uno strumento dal vivo) con la stessa facilità di ogni altro strumento acustico (eccetto il pianoforte o l'organo, ad esempio: infatti il termine portativo nasce proprio dagli organi portativi esistenti già nel Medio Evo). Ho sempre invidiato chi arriva con il proprio strumento, apre la custodia, accorda e suona. Con l'elettronica invece, la norma è quella di furgoni, service, fonici, grovigli di cavi, prese, adattatori….. ore di montaggio, check sound, smontaggio e quintali di materiali da organizzare in modi complicati.
Così come l'organo portativo ha limiti rispetto ad una grande organo da chiesa o da teatro, la mia elettronica portativa ha limiti rispetto alla grande elettronica da concerto di cui sopra; ma il test di arrivare a 2400 metri con uno zaino sulle spalle dopo aver fatto tappe sui sentieri alpini fermandosi, appoggiando lo zaino, preparandosi in pochi minuti (non siamo ancora al prêt a jouer degli strumenti acustici, ma quelli hanno qualche secolo in più di collaudo alle spalle) per suonare compensa gli altri limiti.
Gli altri autori accostati a Bach quest'anno sono stati Manuel De Falla, Olivier Messiaen, Antonio Vivaldi, Charles Ives, Camille Saint Saëns, Jules Massenet e qualcosa di nostro tra improvvisato e composto durante le prove.
Ho qui preparato un mix di suoni registrati durante la passeggiata di quest'anno e quella dello scorso anno (stesso percorso) su un bordone di suoni di acqua registrati nei ruscelli intorno al Rifugio: del resto il filo conduttore è stato Bach con la sua Prima Suite (e l'intenzione è di ripetere ogni anno con una Suite diversa per i prossimi 5 anni) e Bach, in tedesco, significa ruscello.
L”elettronica da zaino” (che potrei tradurre in backpack electronics) è una versione estrema di un mio progetto di elettronica portativa che segue il sogno di poter suonare l'elettronica (in questo caso accostata ad uno strumento dal vivo) con la stessa facilità di ogni altro strumento acustico (eccetto il pianoforte o l'organo, ad esempio: infatti il termine portativo nasce proprio dagli organi portativi esistenti già nel Medio Evo). Ho sempre invidiato chi arriva con il proprio strumento, apre la custodia, accorda e suona. Con l'elettronica invece, la norma è quella di furgoni, service, fonici, grovigli di cavi, prese, adattatori….. ore di montaggio, check sound, smontaggio e quintali di materiali da organizzare in modi complicati.
Così come l'organo portativo ha limiti rispetto ad una grande organo da chiesa o da teatro, la mia elettronica portativa ha limiti rispetto alla grande elettronica da concerto di cui sopra; ma il test di arrivare a 2400 metri con uno zaino sulle spalle dopo aver fatto tappe sui sentieri alpini fermandosi, appoggiando lo zaino, preparandosi in pochi minuti (non siamo ancora al prêt a jouer degli strumenti acustici, ma quelli hanno qualche secolo in più di collaudo alle spalle) per suonare compensa gli altri limiti.
Gli altri autori accostati a Bach quest'anno sono stati Manuel De Falla, Olivier Messiaen, Antonio Vivaldi, Charles Ives, Camille Saint Saëns, Jules Massenet e qualcosa di nostro tra improvvisato e composto durante le prove.
Ho qui preparato un mix di suoni registrati durante la passeggiata di quest'anno e quella dello scorso anno (stesso percorso) su un bordone di suoni di acqua registrati nei ruscelli intorno al Rifugio: del resto il filo conduttore è stato Bach con la sua Prima Suite (e l'intenzione è di ripetere ogni anno con una Suite diversa per i prossimi 5 anni) e Bach, in tedesco, significa ruscello.
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