BEN TORNATA ROSA MAURO : Don Orione: proibito ai disabili!


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BUONA LETTURA

DON ORIONE PROIBITO AI DISABILI?

Si, lo so, detto così sembra assurdo. dopotutto il Don Orione è uno dei più importanti centri di terapia.
Però è proprio così che funziona: l’istituto Don Orione, omonimo della fondazione e a lei collegato, almeno a Roma non prende disabili che richiedano l’uno a uno.
Il motivo? Sempre il solito: i soldi.
Secondo la responsabile dell’orientamento, la regione lazio, che paga per i corsi triennali di avviamento al lavoro, NON paga però l’uno a uno.
Fino a pochi anni fa, mi ha assicurato la signora dalla voce gentile che mi ha ricevuta qualche giorno fa, riuscivamo a ricavarlo da altri fondi, ma ora non ne abbiamo a sufficienza.
Siamo dunque al paradosso: gli autistici, i pluridisabili, i moltissimi allievi bisognosi dell’uno a uno non possono scegliere le scuole che sono loro più congeniali, ma devono necessariamente andare a quelle che possiedono il sostegno.
In questi giorni è scoppiato il caso Napoli, ed io mi chiedo perchè invece Roma passa sotto silenzio.
Per questo ho deciso di denunciare: sappiatelo: non esistono realtà virtuose, tutte sono alle prese con un disegno che riporta i disabili, più o meno velocemente, nel ghetto.
Come famiglie, ci impegniamo a crescere i nostri figli nel rispetto della società e ci adoperiamo personalmente affinchè, nei limiti della loro diversità, abbiano delle regole e siano capaci di integrarsi con gli altri.
E la società come li ricompensa?
negando loro la scuola che potrebbe essergli congeniale, per questioni economiche!
Poco importa negargli una libertà di scelta, almeno quella, visto che gli si impone comunque una tipologia di studio il più delle volte inadatta allo scopo.
Giovanni, mio figlio, ha gravi problemi di letto-scrittura ma vicino a lui c’è un istituto tecnico commerciale di marketing ed amministrazione che è l’unico ad avere i sostegni, oltre agli immancabili licei.
Non è, ovviamente, l’istituto adatto a lui, ma non c’è altra scelta, e tutto perchè in fondo quelli come lui non vengono considerati risorse, ma pesi per il sistema formativo scolare.
Perchè il problema finale, come lo giri lo giri, è proprio questo.
Se Giovanni, se i ragazzi come lui, fossero considerati una risorsa, la regione pagherebbe perchè facciano un corso che permetta loro di entrare nel mondo del lavoro, lo stato investirebbe su di loro dandogli la maggior scelta possibile, perchè possano trovare la loro strada nella vita, ma non con corsi che comportino una ulteriore loro reclusione ghettizzante, ma nelle scuole pubbliche, con i loro pari.
E’ inutile parlare e straparlare di autismo e di altre patologie relazionali, fare convegni , congressi, indire giornate e via discorrendo, se poi l’unica vera realtà riservata a questi ragazzi dopo i diciotto anni sono i centri diurni.
Io non ho niente contro i centri diurni, ma mi domando che razza di integrazione sia quella che porta comunque alla reclusione sociale, all’arrivo della cosidetta età adulta.
Certo è qualcosa che fa esattamente il paio con la mancata diagnosi finale di autismo, che in Italia a diciotto anni sparisce a favore di termini come psicosi grave o schizofrenia.
Insomma, ci andate bene finchè siete bambini ma, a partire dai tredici anni in poi, e sopratutto dopo i diciotto, non rompete troppo i c...
Eh si, perchè questa discriminazione avviene appunto dopo le medie, o se preferite in età adolescenziale.. E allora che tutte le terapie magicamente si interrompono, se vuoi farle devi pagare, perchè gli adolescenti che devono avere un futuro, sappiatelo, sono solo quelli sani.
Bè, probabilmente ora nemmeno quelli se non si decidono a cambiare le cose e rimettere in moto l’economia, ma per i tipi come Giovanni, non c’è nemmeno la speranza.
Quella che non si dovrebbe negare nemmeno a chi sta morendo.
Intanto, tanto per completare il quadro, la legge Fornero, non so se lo sapete, non conteggia le 104 come ore lavorative, chi le prende dovrà poi recuperarle.
Non c’è bisogno di scomodare le camere a gas, per liberarsi dei ragazzi come Giovanni e degli altri disabili.
Per voi sono già morti!


Rosa Mauro

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