di Vincenzo Jacovino
Non c'è racconto che non
proietti le atmosfere, le percezioni e, il più delle volte, an- che il
paesaggio in cui opera o ha operato l'autore. Diventa, sovente, il punto di
forza tanto da illuminare scrittura e tema. Se l'assassino non torna mai la
seconda volta sul luogo del delitto così non è per gli autori, i quali narrano
le loro storie lasciando che il proprio vissuto si insi- nui fra le pieghe
della scrittura e del racconto in modo che si accenda o, meglio, ci sia la
indispensabile deflagrazione empatica con il lettore. E “Tra i due mari”,
edizioni Assist, di Tommaso Mario Giaracuni non mancano le necessarie micce
perché si inneschi l'empatica deflagrazione.
Quale
è il mezzo che porta fisicamente verso il mondo dei sogni e delle aspettative?
Quale è il sound che ha accompagnato e accompagna il lungo percorso
esistenziale di ciascuno autore? Quali sono i profumi e i colori che hanno
sollecitato olfatto e sguardo, i primi anni e
poi, quelli successivi? Il mezzo è il treno e il mare; il sound è quello
dell'infan- zia e prima giovinezza; profumi e colori sono quelli del luogo
natio e quelli ove si è vissuti il primo e
significativo frammento di vita.
E
Giaracuni ha avuto il treno, “protagonista assoluto del suo passato
di ferroviere” ma anche del presente e il mare avvolto, come è stato,
quotidianamente dai profumi e dai suoi colori
Il mare di Giaracuni non è, però, quello assoluto, “intenso
fino al punto di diventare talora doloroso,” ( C. Magris ) ma è un mare più amico, il
compagno di gioco e di lunghe e silenziose attese davanti ai riflessi argentei
dell'acqua. E' quello racchiuso tra due ampie braccia di terra italica dentro
cui si specchia la città che ha modo, ancora, di spec- chiarsi, nel contempo,
anche “dai bacini “ad occhiali” del Mar Piccolo”.
Il sound, invece, è quello del dopoguerra; la musica jazz ascoltata durante
l'occupazione degli alleati, un gene- re che ha molto inciso su i gusti
musicali del Nostro. Insieme al jazz non sono
mancate le note delle bande paesane ad attrarre il Giaracuni, infante e
adulto.
In
questa raccolta di racconti Giaracuni si muove con accorta cautela nel
raccontare le emozioni che ritornano a soffiare nella sua mente. Il suo è un
andare on the train non solo metaforico perché, attraverso la pagina, riprende
quel viaggio che ha, materialmente, effet- tuato lungo la sua esistenza. Un on
the train di evocazioni emotive ma anche di frequenta- zione di un genere
musicale che s'era ed è impresso nel cuore tanto da “alleviare la
stanchezza fisica” e le note delle bande paesane con la precipua
funzione di” puntelli dove si appoggiano le anime stanche”.
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