Cari amici di Terpress vi presento una nuova collaboratrice Eleonora Campus
ci occupiamo questa volta della delicata questione dei fondi per l'assistenza e dell'accompagnamento
per le persone con disabilita' e non autosufficienti. Una questione che in questi giorni si sta dibattendo
dopo che l'attuale governo, come i precedenti d'altronde, vuole mettere mano alla gestione della vita
degli utenti immettendo vincoli inaccettabili. Infatti la discussione si è aperta sull'idea non nuova di dare
alle persone utenti non gia' i soldi liquidi lasciando liberamente le modalita' di utilizzo e di pagare chi si desidera per i servizi che necessitano, ma si ipotizza di dare i famosi voucher una specie di buono di cui
una parte va alla persona e una parte va all'inps e che prevede una iscrizione all'inps della persona che
viene pagata dai voucher; ma non è solo il voucher il problema il governo vuole vincolare l'utilizzo dei
voucher con la cooperativa sociale convenzionata nel territorio o dal comune o dall'ausl, togliendo
al disabile il libero arbitrio sui propri fondi e sulla scelta della persona e servizi di cui necessita.
Fatto di per se' gravissimo perchè se vogliono spacciare questa scelta di voucher come una scelta per limitare il lavoro nero delle straniere e il badantato in quanto tale, in realta' toglie le poche liberta' del disabile e dell'anziano vincolandolo al terzo settore dove comunque si ritrovano poi le straniere sottopagate
da appalti e subappalti di cooperative creando oltretutto personale non motivato e poco preparato.
Insomma per il popolo dei disabili questa storia dei voucher è un vero incubo a cui si opporranno con forza.
I voucher: un’occasione da cogliere o una verità ingannevole? di Eleonora Campus
Le persone disabili in Italia si trovano ancora una volta
davanti ad una iniziativa legislativa potenzialmente lesiva dei loro diritti e
che lascia molti dubbi e timori. Si tratta della proposta presentata dal
Presidente del Consiglio a maggio 2014 nelle sue "Linee guida per una
riforma del terzo settore", che prevede il cd. "voucher
universale" - cioè un buono che ha un valore monetario uguale per tutti -
che può essere usato per avere alcuni beni e servizi come il bisogno di
assistenza essenziale (cura). Il buono deve essere speso obbligatoriamente in
imprese sociali o soggetti accreditati (già definiti) perché il suo scopo è
"favorire" queste realtà nell'ambito della "libera scelta"
delle persone disabili.
Cosa manca?: la vitalità della persona disabile stessa. Si
potrebbe tradurre così: prendete le persone disabili, rendetele tutte uguali
scegliendo voi quanto e dandogli un cartellino del "prezzo fisso",
cioè un "risparmio sulla quantità...". Dopo averle prezzate al
massimo della convenienza, "usate" le persone disabili per garantire
il massimo piacere e benessere per la maggior parte della collettività
attraverso il vincolo obbligato di spesa volto a favorire un dato sistema di
imprese sociali (o soggetti accreditati). Insomma, "ben" due vantaggi
collegati a una sola categoria di persone che favorirebbero la maggioranza
della collettività (e un dato settore) che possono giustificare l'oppressione
di una minoranza...o no...?.....Non si cerca di "favorire" le persone
disabili (e le loro famiglie). Si legge nella proposta di una "libera
scelta" volta ad avvantaggiare qualcosa di esterno a queste persone, alla
loro stessa vitalità, al loro controllo. Tu vali un tot. fisso rispetto alla
tua utilità. Non conta la qualità della tua vita, non conta la tua famiglia,
non conti come soggetto autodeterminato. Si considera numericamente quanto la
collettività può trarre vantaggio da te. In fondo in una democrazia conta la
maggioranza...o no...? O ci sono diritti fondamentali che non vanno
ingannevolmente aggirati, e una persona veramente libera dovrebbe essere
protagonista per decidere da se a chi dare le erogazioni dirette? Il che non
esclude controlli del decisore pubblico ovviamente.
Si è letto di alcune aperture alla strada dei voucher - da
parte di soggetti volti alla tutela delle persone disabili - soprattutto per la
cura, eccezion fatta per le erogazioni dirette che riguardano l'indipendenza
della persona disabile. Credo che molti pensano di rientrare nell'eccezione e
son tranquilli. Eppure leggendo e rileggendo qualcosa non torna. Si parte
dall'elogiare ed aprire la porta a una costrizione (buoni obbligati) della
libertà della persona e si "concede" qualche eccezione che
restituirebbe questa libertà, questa dignità, questo diritto umano innato che
invece dovrebbe venir prima di qualsiasi strumento (cioè prima dei buoni).
La persona può accettare obblighi esterni (e dall'Ente
Pubblico, ma non necessariamente con i voucher) solo quando ogni altra
condizione gli sembri impossibile o peggiore. Senza voler indagare i
perché di queste aperture, seppure sarebbero una interessante questione, mi
trovo a ricordare che la giustizia sociale deve comprendere la vitalità delle
persone disabili come soggetti attivi e liberi di scegliere in quanto
autodeterminati.
Se qualcuno obiettasse questa visione perché troppo
"liberale" e volesse concentrarsi sul "bene" in se e per se
(l'oggetto dei buoni per capirci), ricordo che ogni bene o servizio deve
"qualitativamente" partire "dalla persona" cioè da quanto
quel bene o servizio sia "adatto" alla persona e da quanto questa ci
si possa "adattare". E ognuno di noi ha una diversa qualità della
vita, un suo ambiente familiare, un suo sentire. Perciò, se non si vuole essere
tacciati di essere ferventi liberali, si può obiettare a certe imposizioni
anche partendo dalla natura stessa del bene o servizio rivolto alla persona: è
adatto? risponde alla natura della persona stessa e alla sua esigenza
personale? Ci si adatta? Risponde al suo ambiente di vita e di chi gli
sta intorno?.
Tutta l'assistenza (sia essenziale che con finalità sociale)
dovrebbe partire da questi presupposti: nessuno può stabilire ad esempio se il
voucher è apprezzabile per la cura perchè, anche in questo caso, si deve
partire dall'autodeterminazione del soggetto interessato. Inoltre, qualsiasi
apertura potrebbe anche mettere a repentaglio quelle "eccezioni" che
si ritengono valide e giustificare i buoni anche solo per l'assistenza di base.
Ma non si possono dimenticare le battaglie di molte persone disabili per il diritto
ad avere gli assegni di cura sulla basa della libertà di scelta e che
verrebbero vanificate, declassandole a esigenze meno meritevoli di dignità.
Cosa sta succedendo?. Questa è la domanda di molti. Ma non di tutti....Non ho
la presunzione di rispondere a questa domanda ma posso esortare a non farsi
distrarre da verità ingannevoli, di leggere bene ogni cosa che viene pubblicata
e divulgata, di discutere, analizzare e fare rete. Solo così si può realmente
cominciare ad essere soggetti attivi capaci di chieder conto e difendersi dalle
verità ingannevoli o presentate come idilliache rassicurazioni. Alle potenziali
violazioni dei diritti, se confermate, poi sarebbe difficile porre rimedio. E
mi chiedo anche se alcuni recenti scontri fra categorie di pesone disabili
stesse, abbiamo fatto giogo proprio a distrarre l'attenzione dall'analizzare e
riflettere su certi tipi di iniziative.
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