Le
manifestazioni dei Settori
Danza Musica e Teatro della
Biennale di Venezia,
presieduta da Paolo Baratta,
si svolgeranno quest’anno da giugno a ottobre e precisamente:
- dal 25 al 28 giugno Biennale College – Danza sotto la direzione del coreografo Virgilio Sieni
- dal 30 luglio al 9 agosto il 43. Festival Internazionale del Teatro diretto dal regista catalano Àlex Rigola
- dal 2 all’11 ottobre il 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto dal compositore Ivan Fedele.
"Lo
spirito di Biennale College – afferma Paolo
Baratta - permea sempre più
i programmi di teatro e danza. Rigola
somma festival e college mobilitando i migliori registi per una loro
presenza come direttori di spettacoli e come programmatori di
attività svolte con i giovani selezionati (lo scorso anno 164 tra i
1370 che hanno fatto domanda, per quest’anno il bando uscirà a
metà aprile). Sieni
mette tutti al lavoro con grande spirito di ricerca nello spazio
della città, il suo preferito. Ambedue sono ispirati dal desiderio
di mobilitare quante piu energie possibili tra le giovani
generazioni. Fedele
dedica il festival di Musica ad un tema che risuona quest'anno in
Biennale in più iniziative, la memoria, la cui dea Mnemosyne è
citata anche per la mostra d'arte. La memoria intesa come dilatazione
dello spazio di riferimento dell'artista, come elemento costituente
l'esperienza di ascolto, come elemento necessario al dialogo sulla
musica. L'iniziativa di college è quest'anno indirizzata a giovani
strumentisti che saranno al lavoro per una esperienza straordinaria.
In tal modo la Biennale tiene viva l'attenzione sul contemporaneo e
offre ai giovani occasioni di cimento. Due punti nodali della propria
missione"
BIENNALE
DANZA
Quest’anno
le attività della Danza sono dedicate ai giovani danzatori con
Biennale College,
il progetto che dal 2013 impegna tutti i settori della Biennale nella
formazione, offrendo a giovani artisti l’opportunità di operare a
contatto di maestri per la messa a punto di creazioni.
Per
questa edizione Virgilio Sieni
ha invitato 16 coreografi,
impegnandoli per la maggior parte per tre settimane a Venezia in
laboratori di ricerca verso la creazione con danzatori professionisti
e, in alcuni casi, anche adolescenti, anziani, cittadini. I
laboratori si concluderanno con brani coreografici visibili al
pubblico nelle giornate del 25,
26, 27, 28 giugno.
I
coreografi invitati sono nomi già affermati o in forte ascesa nella
scena internazionale, come Laurent
Chétouane, Xavier
Le Roy, Cesc
Gelabert, Alessandro
Sciarroni, Radhouane
El Meddeb, Claudia Castellucci,
storica fondatrice della Socíetas Raffaello Sanzio, Emanuel
Gat e Sharon
Fridman, esponenti della
nuova generazione della danza israeliana affermatasi in Europa,
Olivia Grandville (che
riallestisce una coreografia di
Boris Charmatz), Marina
Giovannini e Michele
Di Stefano, premiato lo
scorso anno con il Leone d’argento, lo stesso Virgilio
Sieni. Accanto a loro i più
giovani Salva Sanchis,
co-coreografo di alcuni spettacoli con Anne
Teresa De Keersmaeker, il
Collettivo Cinetico di
Francesca Pennini, Anna
Ajmone
e la svizzera Yasmine
Hugonnet.
“Dare
luogo alla danza come spazio di condivisione col pubblico e insieme
innovare il senso della frequentazione” è il tema conduttore della
manifestazione, che Virgilio
Sieni compone dal 25 al 28
giugno come un mosaico di visioni attraverso 16 performance
coreografiche, che si snodano tra San Marco, Dorsoduro e l’Arsenale,
senza soluzione di continuità da mezzogiorno fino a sera. “Venezia
diviene in questo senso metafora di un mondo che riflette sui beni
lasciati dalla collettività (calli, canali, palazzi, campi,
campielli, ponti, la laguna, il corpo della città), e ci invita a
inaugurare un ciclo di esercizi per il futuro fondati sulla dignità
del gesto, sul corpo e la danza intesi come territorio di ricerca
sull’umano e la bellezza” (V. Sieni).
Dopo
l’esperienza dello scorso anno, verranno riallestiti i quadri
coreografici del Vangelo
secondo Matteo con
gli interpreti del territorio veneto, mentre l’intero ciclo di
Sieni sarà riproposto nella sua versione filmata grazie alla
collaborazione con l’ASAC – Archivio Storico della Biennale (25,
26, 27 giugno, Laboratorio delle Arti di Ca’ Giustinian).
Anne
Teresa De Keersmaeker, Leone
d’oro alla carriera 2015,
sarà interprete, insieme a Tale Dolven, di Fase
(27 giugno, Teatro alle Tese): quattro movimenti sulla musica di
Steve Reich che la rivelano al mondo soltanto ventiduenne, e che
stabiliscono quella relazione specifica fra danza e musica, cifra di
tanti suoi successivi lavori.
In
continuità con le passate edizioni, i percorsi saranno distinti in:
Agorà, Invenzioni e Vita Nova.
Tra
le collaborazioni: la sezione denominata Vita Nova, dedicata ai
giovanissimi dai 10 ai 14 anni, è realizzata con la Fondazione I
Teatri di Reggio Emilia, l’Amat, CSC Centro per Scena
Contemporanea/Casa della Danza di Bassano del Grappa; Palazzo Grassi
– Punta della Dogana – Pinault Collection ospiterà negli spazi
del Teatrino di Palazzo Grassi alcuni spettacoli; Pro Helvetia –
Fondazione svizzera per la cultura mette a disposizione la sede di
Palazzo Trevisan degli Ulivi.
BIENNALE
TEATRO
Strutturato
come un festival-laboratorio
che ha fatto di Venezia il luogo di una riflessione sul teatro a più
voci, il 43. Festival
Internazionale del Teatro
diretto da Àlex Rigola
si svolgerà dal 30 luglio al
9 agosto. Parallelamente
agli spettacoli - 13 in programma, di cui 9 in prima italiana - si
svolgeranno 18 laboratori. Con artisti, drammaturghi, registi,
coreografi e compagnie di evidenza internazionale, che, nella
diversità dei loro stili, sono espressione di un teatro che sente
l’urgenza di raccontare il presente.
C’è
Christoph Marthaler,
Leone d’oro alla carriera
2015, che inaugura il
Festival con Das Weisse vom
Ei/Une île flottante, in
cui scardina le certezze del linguaggio e gli inganni della
comunicazione nell’incrocio esilarante di tedesco e francese dei
personaggi (il testo attinge a La
polvere negli occhi di
Labiche); c’è Thomas
Ostermeier con la versione
teatrale del celebre film di Fassbinder Il
matrimonio di Maria Braun,
amara parabola sul presunto “miracolo tedesco” del secondo
dopoguerra (lo spettacolo è stato riallestito lo scorso anno per il
Festival di Avignone); e c’è il più giovane Fabrice
Murgia, Leone d’argento
della scorsa edizione della Biennale Teatro, considerato cantore
della solitudine urbana e delle angosce generazionali, che in Notre
peur de n’être
racconta gli hikikomori, giovani iperconnessi che vivono reclusi da
ogni contatto col mondo.
E
ancora: Falk Richter,
drammaturgo e regista per la prima volta in Italia, che in Never
Forever, insieme al
coreografo israeliano
Nir de Volff, dipinge una
società post-umana, percorsa da guerrieri metropolitani, individui
in lotta per la sopravvivenza pronti a commettere atti estremi; la
compagnia spagnola La Zaranda
con El Régimen del Pienso
che mette in scena l’alienazione del posto di lavoro; il teatro
politico di Milo Rau con
il suo International Institute of Political Murder che in Hate
Radio ricotruisce la
stazione della Radio-Télévision Libre des Mille Collines e le sue
trasmissioni, strumento di una aggressiva campagna razziale che
contribuì in maniera determinante al genocidio dei tutsi in Rwanda
nel 1994; la regista brasiliana Christiane Jatahy, che come Richter
arriva per la prima prima volta in Italia con la Biennale, riconduce
un classico strindberghiano,
Julia, ai nostri giorni
facendo coesistere cinema e teatro, mondo reale e mondo virtuale;
Antonio Latella
con i tre monologhi A. H,
Caro George e MA riuniti
in una serata unica:
un trittico sul ‘900
attraverso tre figure emblematiche (Pasolini, Francis Bacon, Adolf
Hitler) che rappresentano anche tre differenti prospettive sull’uomo
e sulla sua relazione con il mondo; Jan
Lauwers e la Needcompany con
The blind poet
(in procinto di debuttare il 12 maggio al Kunstenfestival des Arts di
Bruxelles) in cui, partendo da un visita nella moschea di Cordova
denuncia le menzogne della storia e la manipolazione delle
informazioni attraverso i secoli; Oskaras
Koršunovas che trasforma i
camerini degli attori nel palazzo di Elsinore per il suo Hamlet;
mentre Romeo Castellucci e la
Socìetas Raffaello Sanzio in
Giulio Cesare. Pezzi
staccati estrapolano
dallo storico spettacolo realizzato nel 1997 i due monologhi di
“…vskij” e di Marco Antonio, pezzi staccati del “dramma della
voce alle prese con il potere retorico della parola”; la compagnia
Agrupación Señor Serrano,
Leone d’argento per
l’innovazione teatrale del Festival,
con A House in Asia
che racconta una caccia all’uomo come fosse un western, una storia
di indiani e cow boys: attraverso un dispositivo che mescola
modellini in scala, video proiezioni, manipolazione dell’immagine
in tempo reale e performance, la casa di Osama Bin Laden diventa il
contenitore di tutte le scene dello spettacolo, dalla Casa Bianca
alle praterie dell’Afghanistan.
C’è,
infine, la grande metafora
sull’intolleranza e l’abuso di potere di
El Caballero de Olmedo di
Lope De Vega, un classico
del siglo
de oro, che Lluís
Pasqual porta in scena con
giovani attori cui danno spazio due compagnie di teatro pubblico, con
un progetto parallelo al lavoro di Biennale College.
Alle
giovani compagnie italiane più innovative il 43. Festival
Internazionale del Teatro riserva uno spazio (31 luglio e 1, 7, 8
agosto) al Teatro Fondamenta Nuove con Young
Italian Brunch, che allude
all’orario non canonico – le 12.00 – in cui si presenterà un
assaggio del panorama nazionale, con il desiderio di renderlo
visibile soprattutto a operatori e curatori stranieri. Le compagnie
invitate sono: Collettivo
Cinetico, Helen Cerina, Babilonia Teatri, Anagoor.
La
terra trema, capolavoro
neorealista di Luchino Visconti, è il titolo scelto da
Àlex Rigola
e che racchiudere il senso
dei 7 laboratori condotti da
Christiane Jatahy, Antonio Latella, Jan Lauwers, Fabrice Murgia, Milo
Rau, Falk Richter, Agrupación Señor Serrano con
gli attori selezionati per Biennale College. Ognuno
dei 7 registi dovrà scegliere come titolo e come tema del proprio
laboratorio una delle tante aree geopolitiche di crisi che sono
storia dei nostri giorni. I
laboratori si concluderanno
con la presentazione al pubblico, l’ultimo giorno del festival
domenica 9 agosto, di spettacoli in un percorso che toccherà vari
luoghi della città di Venezia.
Oltre
ai laboratori per La terra
trema, ci saranno workshop
condotti dagli altri registi presenti al festival: Oskaras
Koršunovas, Christoph Marthaler, Thomas Ostermeier, Lluís Pasqual,
La Zaranda e Romeo
Castellucci.
Tre
i laboratori dedicati alla drammaturgia con i nomi di tendenza della
scena internazionale: il primo a cura di Pascal
Rambert (autore del
fortunatissimo spettacolo Clôture
de l’amour); il
secondo di Yasmina Reza
(nome che circola tra Parigi, Londra e New York, autrice dell’ultimo
successo di Polanski, Carnage);
il terzo curato da Mark
Ravenhill, uno dei campioni
della drammaturgia britannica.
Spazio
scenico e illuminotecnica saranno indagati dagli specialisti Albert
Faura e Max
Glaenzel.
Come
lo scorso anno, infine, un laboratorio sarà dedicato alle strategie
di comunicazione social in riferimento alla critica teatrale sotto la
guida del critico teatrale e saggista Andrea
Porcheddu e la giornalista
televisiva Anna Perez Pagès.
I
bandi
per fare domanda ai 18 laboratori di Biennale College – Teatro
saranno pubblicati sul sito della Biennale www.labiennale.org
dalla
metà di aprile.
Saranno selezionati fino a 350 professionisti e artisti da tutto il
mondo.
Alcuni
degli spettacoli del Festival sono realizzati con il sostegno di
AC/E- Acción Cultural Española, IRL - Institut Ramón LLull, INAEM-
Ministerio de Cultura.
La
sezione Young Italian Brunch si avvale della collaborazione del
Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.
BIENNALE
MUSICA
10
giorni di programmazione – dal
2 all’11 ottobre – per il
59. Festival Internazionale di
Musica Contemporanea con 18
concerti che propongono 31
novità, di cui 16
in prima assoluta. “Il
Festival si svilupperà intorno al tema della “memoria”
– scrive il direttore Ivan Fedele - inteso nelle sue diverse
accezioni, sia come strumento percettivo/cognitivo imprescindibile
per l’esperienza ermeneutica, sia come ricordo e traccia storica
vivida e rivitalizzante
nella contemporaneità,
attraverso accostamenti di epoche lontane nel tempo ma vicine
nell’essenza dell’ispirazione e del pensiero.
Pierre
Boulez, Georges
Aperghis, Helmut
Lachenmann, Giuseppe Sinopoli:
sono i nomi che spiccano nel 59. Festival. A Pierre Boulez, già
Leone d’oro alla carriera, non poteva mancare l’omaggio ai suoi
novant’anni con un’eccellenza del violoncello come Marc
Coppey. Leone
d’oro alla carriera per il 2015, Georges Aperghis,
autore appartato e originalissimo, pieno di ironia e dalla forte
carica surreale, sarà al festival con Machinations,
opera emblematica dove 4 voci femminili creano una lingua
immaginaria, un impasto di fonemi, oggetti, musica e tecnologia che
sembra riportarci alle origini stesse del linguaggio. Anche Helmut
Lachenmann, 80 anni quest’anno e Leone d’oro alla carriera nel
2008, ha una presenza importante all’interno del Festival grazie
all’Ensemble Recherche e a Musikfabrik.
A
Giuseppe Sinopoli, al suo Souvenir
à la mémoire,
considerato una pagina destinata a restare nella storia della musica
del 900, è invece
dedicato il progetto di Biennale
College – Musica: sarà
infatti un’orchestra giovanile, selezionata tramite audizione dopo
un bando internazionale, ad eseguire la partitura di Sinopoli – a
seguito di un training con tutor - diretti da Michele
Carulli, a lungo assistente
di Sinopoli.
Molti
i compositori delle nuove generazioni in programma, spesso poco noti
ai palcoscenici nazionali ma ampiamente ospitati dalle programmazioni
internazionali: Milica
Djordjević
(1984), Nina
Šenk (1982),
Pasquale Corrado (1979),
Federico Gardella
(1979), Silvia
Borzelli
(1978), Lara
Morciano
(1978), Dai
Fujikura
(1977), Marcin
Stańczyk
(1977), Luca
Antignani
(1976), Filippo
Zapponi
(1976), Benoît
Chantry
(1975), Aureliano
Cattaneo (1974).
Altrettanto fitta la generazione di mezzo, con nomi accreditati come:
George
Benjamin,
Fabio
Nieder,
Vladimir
Tarnopolski,
Fabio
Cifariello Ciardi,
Dieter
Ammann, Matteo D’Amico.
A
interpretare le loro opere saranno grandi ensemble europei,
Klangforum
Wien,
Ensemble
Recherche,
Musikfabrik;
recentissime formazioni come la European
Contemporary Orchestra
(che riunisce 33 interpreti da Francia, Olanda, Belgio) e lo Studio
for New Music Moscow;
l’originale quintetto di fiati Slowind,
il
Lemanic
Modern Ensemble,
il quartetto Leonis
e il trio intitolato a Josef
Suk;
infine straordinari interpreti come il duo pianistico delle sorelle
turche Ufuk
e Bahar
Dördüncü,
il violoncellista Francesco
Dillon
insieme a Emanuele
Torquati
al pianoforte. E ancora due pianisti: Giuseppe
Albanese,
che ripercorre il pianismo ungherese nella linea che da Liszt
arriva a Bartòk
e Ligeti; e
David
Greilsammer,
che con sfoggio di virtuosismo attiva un cortocircuito tra le ardue
sonate di Scarlatti e il nuovo timbro della tastiera preparata di
Cage.
Raccontare
con l’arte la scienza è l’esperimento di Chemical
Free,
performance intermediale che affianca scienziati, musicisti, artisti
visivi sotto la guida del compositore Nicola
Sani
e dal maestro dell’elettronica Alvise
Vidolin:
dai suoni che viaggiano e si trasformano nello spazio alla capacità
delle molecole di combinarsi e dare vita a nuove molecole sempre
grazie alla tecnologia.
Anche
in Parole di settembre
- ispirato ai 15 testi
poetici che Edoardo Sanguineti dedicò alla pittura di Andrea
Mantegna - arte e tecnologia prendono forma scenica grazie al
compositore Aureliano
Cattaneo,
agli artisti visivi Arotin &
Serghei e ai musicisti del
Klangforum Wien.
Alcuni
concerti del 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea sono
realizzati in collaborazione con Ircam – Centre Pompidou di Parigi.
Si
ringraziano il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali
per il suo importante contributo e la Regione
del Veneto per il sostegno
accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della
Biennale di Venezia.
Da
oggi tutte le informazioni sulle attività 2015 dei Settori Danza
Musica e Teatro sono disponibili sul sito www.labiennale.org
Roma,
10 aprile 2015
Ufficio
stampa la Biennale di Venezia
Tel.
041/5218886/5218776
E
mail: dmtpress@labiennale.org
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