LA NOSTRA ROSA MAURO CI PORTA GLI ULTIMI DUE CONTRIBUTI SULLE VACANZE AMARE IN DUE IMPERDIBILI PEZZI , BUONA LETTURA
CAPITOLO 2
CAPITOLO 2
LA DIFFERENZA TRA IL DIRE E IL FARE
Diciamocela tutta: avere una carrozzina per compagnia spesso non
è il massimo
per le finanze.. se aggiungiamo anche un figlio particolare che ha bisogno di
essere accompagnato, ma anche di autonomizzarsi, avendo ormai quasi diciotto
anni, otteniamo delle vacanze per forza di cose limitate ad una settimana,
massimo dieci giorni.
Quindi, le mie vacanze fuori di Roma sono durate esattamente
dieci giorni, poi siamo stati a casa, con sporadiche uscite fuori porta.
Proprio di una di queste gite voglio parlare in particolare:
quella a cinecittà world.
Per chi non lo conoscesse, è
l'ultimo nato dei parchi a tema nei dintorni della capitale, e è incentrato sul
tema del cinema , con attrazioni a tema.
L'ho cercato e trovato su internet e l'ho scelto perchè nel sito,
accessibile, si trova una guida all'accessibilità
che permette di trattarci con particolare riguardo.
Particolare non trascurabile per le mie finanze, il la persona
con disabilità non
paga e il suo accompagnatore paga meno.
Quindi, ho imbarcato marito, figlio, accompagnatore del figlio e
anche una parte della sua famigliola che si voleva accodare, e siamo partiti
per quel di castel romano, dove è
situato il parco.
Abbiamo scelto volutamente un giorno feriale, per una prima
escursione non si può
fare a meno di tenere conto di fattori come il sovraffollamento, che non
ti permetterebbe di giudicare con serenità.
Inoltre, avendo GIovanni è
un ragazzo con autismo, e le folle non fanno per lui.
Un martedi di fuoco, visto che era uno dei giorni più caldi, ci avviamo
verso il luogo armati di buona volontà
e di affermazioni che facevano ben sperare, tipo l'ingresso star per
noi, la presenza di personale a seguirci, e la possibilità di provare le
attrazioni.
Ero personalmente accompagnata anche da alcune inquietudini del
tipi che alcune attrazioni si potevano fare anche con disabilità motoria, se non si
avevano problemi a collo e schiena... MI lamibiccavo il cervello all'idea di
persone con disabilità
motoria SENZA problemi a collo e schiena, confesso che non riuscivo a
trovarne nel mio sia pur vasto repertorio mentale..
comunque, arriviamo e come promesso, troviamo all'ingresso dei
gentilissimi addetti che ci fanno compilare dei moduli, ci consegnano dei
cartellini con l'ingresso star e anche una guida alla accessibilità, in nero, ahiahi,
non ce l'hanno in braille o ingrandita per i disabili visivi.. Non tutti
guardano il sito e sopratutto, lì,
dove sarebbero situate le attrazioni per tutti non ci sono.
Quindi, bisogna affidarsi agli accompagnatori anche per questo,
se si è disabili
visivi, il che ti fa sentire un po' poco star.
La prima impressione è
positiva, la strada è
piana, agevole, gli scivoli sono al punto giusto, le ricostruzioni sono
anche toccabili, cosa molto utile a chi ha problemi visivi, e ci sono sezioni
completamente visitabili, ma già
comincio a notare l'assenza di qualcosa.. ma ci tornerò più avanti.
Il primo, piccolo problema, alla prima giostra.
sono montagne russe che scendono in acqua, mi dicono, e
ovviamente, chi ha problemi di schiena e collo non ci può andare.
Per Giovanni, dovrebbe essere possibile provare, ma di fatto, su
sua insistenza, lui entra si, ma con
tutti gli altri, quindi anche se volesse fermarsi dopo il primo giro non può.
Quindi perchè
la guida alla accessibilità
dice il contrario? Mistero.
In ogni caso, Giovanni finisce solo apparentemente senza
turbamenti e continuiamo.
Arriviamo ad Ennio's
Creek, ricostruzione di una cittadina western.
E' visitabile il carcere e l'esterno, però le "comparse" prima dello
spettacolo non si presentano e non spiegano..
Mi hanno detto che salutano e sorridono, ma questo ad un
disabile visivo non serve, e di certo non serve a Giovanni, che è ipovedente e ha
problemi come detto di autismo.
Per interagire con lui bisogna parlare e presentarsi, ma nessuno
lo fa.
Ci vorrebbe qualcuno che gli spieghi qualcosa, invece lo faccio
io e , a detta dei miei amici vedenti, mi guardano pure male.
Che attenzione viene dedicata a questo ragazzo particolare?
Nessuna.
Senza preavviso inizia uno spettacolo di urla stetoree capriole
e spari.
La presentazione dello stesso è
fatta a voce molto alta, Gio si
spaventa e si deve allontanare.
Di inservienti che notano questo e aiutano l'accompagnatore a
calmarlo, non c'è traccia.
L'adrenalina combinata delle montagne russe precedenti e di
questa esibizione ci fa passare un poco di tempo a calmarlo e meno male che uno
spettacolo di burattini lo rasserena, un gelato e possiamo tornare a muoverci.
Destinazione: un sommergibile ricostruito, dove però si raccomandano di
non portarci le persone impressionabili, e che è
destinato a chi ha una buona abilità
fisica.
Quindi né
Giovanni né io,
che sono già stata
lasciata a terra durante le montagne russe.
Due su due attrazioni inaccessibili.
Dopo aver fatto fare il percorso a chi può, ci dirigiamo alla sezione bambini,
nella speranza che stavolta, qualcosa io possa fare.
Prima giostra: alcuni dischi alti, che ruotano, girano e sobbalzano.
NO, io non ci posso proprio andare, oltretutto bisogna
arrampicarsi per sedersi.
Giovanni però
ci va e si diverte molto, così
come al gioco successivo, alcune automobili tipo go -kart che devono
essere guidate in un percorso luminoso.. Le automobili sono piccole e lo
mandiamo con la sorellina quindicenne della operatrice, perché le auto sono
previste per i bambini al massimo per un bambino ed un adulto.. i ragazzi come
Giovanni, grandi ma per loro motivi attratti da questi tipi di giochi, non
potrebbero salirvi con un accompagnatore adulto, ma è tra i pochi giochi che può fare.
Finalmente arriva l'unico gioco accessibile per me: una barca
dove la sedia a rotelle può
essere fissata e dove posso spruzzare altre barche attraverso un piccolo
circuito.
Divertente, in una giornata così
calda, ma un pò
poco, se si considera quante alternative hanno gli altri.
Giovanni sceglie una piccola caduta libera, per bambini,
ovviamente, non prevista per me... almeno lui si diverte, ride con gli altri, e
si passa un altra bella diecina di minuti.
Ritorniamo indietro nel settore per grandi, ci son una grande
torre per la caduta libera, ovviamente non permessa e un'altra montagna russa,
stavolta al buio, dove all'ingresso circola un bel divieto per chi ha una
disabilità motoria,
ed ovviamente anche per chi ha un problema come quello di Giovanni, direi che
non si può rischiare.
A questo punto ne ho abbastanza, anche Gio ne ha abbastanza,
perché è stato
fuori almeno dalla metà
delle attrazioni, il tempo di vedere uno spettacolino sui gladiatori, da
lontano, e decidiamo di fare una capatina ad un bar, ma ha il gradino, al
bagno, accessibile per fortuna, e al negozio di souvenir dove non ci sono
problemi di sorta.
In tutta questa nostra visita, quando ci siamo avvicinati alle
attrazioni, nessuno è
venuto a chiedere meglio quale tipo di disabilità avesse Gio.
Tutti gentili, ma senza preparazione e anche senza voglia di
averne, se proprio bisogna essere chiari.
I set erano ben preparati, ma se qualcuno avesse avvicinato Giovanni
spiegandogli, che so qualche oggetto, sarebbe stato più tranquillo, dove erano gli addetti
che erano stati promessi nella guida?
Lì si
promette addirittura un lavoro individuale, ma noi non abbiamo visto nessuno.
E ci siamo andati in un giorno tranquillo, quindi il problema
non era un sovraffollamento, ma semplicemente una indifferenza a quelli che
tanto pomposamente chiamano gli ospiti star, o speciali.
Da un parco che ha aperto l'anno scorso, francamente mi
aspettavo di più,
mi chiedo come mai non si sia pensato almeno ad un percorso alternativo a
quello adrenalico, che è
proposto in misura minore anche ai bambini.
Non c'è
un tentativo di creare un percorso per chi ha problemi motori, che
restano fuori davvero da praticamente tutte le attrazioni, ma anche chi ha
problemi relazionali non sono trattati meglio avendo come alternativa al nulla
solo le attrazioni dei più
piccoli.
Io credo che tutti si gioverebbero anche di percorsi alternativi
alla paura di cadere e alle urla, magari mi sbaglio, ma il cinema non era anche
altro?
La differenza tra parlare di accessibilità e pensare al disabile come persona
reale e fruitrice del parco è
particolarmente evidente, io credo davvero che si pensi che un disabile
non abbia in realtà una
gran voglia di divertirsi, anzi , goda come un picchio a rimanere fuori dalle
attrazioni, meditando sulla sua sorte.
Così non
va, si deve cominciare a ripensare sul serio a costruire per tutti e la gratuità non può essere una specie
di alibi per lasciare le cose a metà.
Fateci pagare come tutti, e costruite seriamente anche per noi,
io spero che questo articolo serva da monito, e lo manderò anche ai contatti
del parco, se mi riesce.
Ho volutamente lasciato per ultima la accessibilità per i disabili
visivi perchè,
a parte la possibilità
di toccare quello che sono elementi della scenografia, non c'è nulla, nessuna
mappa tattile, nessuna tabella, braille, nessun percorso tattile.
Alla fine della storia, nessuno mi ha chiesto se volevo lasciare
detto qualcosa, o se avevo qualche consiglio, e quindi io lo farò attraverso questo
articolo.
Caro il mio mondo dei sogni, il cinema deve essere universale e
dunque anche il vostro parco.
Mettetevi a tavolino e inventate un modo perchè cinecittà world diventi un
esempio per gli altri parchi, con attrazioni calme e "educative" che
tengano conto della sensibilità
dei ragazzi con problemi, con percorsi di divertimento anche per chi si
sposta in carrozzina, con mappe tattili e tabelle braille che spieghino almeno
le ricostruzioni dei set.
E fermate gli ospiti speciali per farvi dire cosa va bene e cosa
non va, è dal
dialogo che si impara, ed è
con il confronto che si cresce.
Spero davvero che questo articolo possa farvi crescere.
Rosa Mauro
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