di Vincenzo Jacovino
La
vita del poeta dandy Michele Parrella è raccontata attraverso la
narrazione quotidiana del suo cammino esistenziale. Il racconto s'addentra,
immergendosi, nella storia della comunità di appartenenza del poeta, della sua
gente e, soprattutto, dei sogni che hanno attraversato e il secolo breve e gli
uomini, suoi protagonisti.
Giovanni
Caserta, Michele Parrella – il
rapsòdo che cantò la storia al suono del cupo cupo – , Villani libri
editore, ha scelto di farsi eco
dell'opera poetica per scrivere un bel e documentato saggio ballata. E'
possibile attraverso la narrazione quotidiana rivelare qualcosa di
rivoluzionario rispetto al sentire comune? Si, se lo scopo è di una “ricostruzione
storiografica, geografica, localistica ma per nulla provinciale”
della poetica espressa dal poeta, anche perché il rapporto tra centro e
periferia è, sempre, reversibile. Infatti Brodskij in un suo saggio scrive che:”l'atto
di conferire a un luogo lo status di realtà lirica comporta più immaginazione e
più generosità che non l'atto di scoprire o sfruttare qualcosa che era già
creato”.
E
Parrella, poeta “tanto dandy e tanto esteta” nonché
bohémien non avendo “un reddito sicuro”, ha dato dignità e
visibilità alla periferia pur sostando e vivendo al centro ove le condizioni di
vita favorevoli e rispettabili non inglobavano, necessaria-mente, chi viveva o
percepiva, fortemente, lo sradicamento dal proprio luogo. Scegliendo la
lontananza dal paese natio il poeta perde tutto quello che lo
contraddistingueva come individuo. La lontananza diventa, quindi, per il
poeta-dandy un tema di riflessione e uno stimolo alla ricerca “di
un'alba nuova che non vide”. Non manca, pertanto, nella poesia di
Parrella una vena di melanconica inquietudine. Ebbe, comunque, l'amicizia e i
contatti con le più importanti personalità culturali e politiche del tempo e,
vivendo al centro, assistette “ai cambiamenti di vita e di
pensiero che muta(va)no rapidamente il corso della storia nel mondo”.
Caserta, s'è detto, si fa eco della
poesia di Parrella ed effettua un escursus approfondito e dettagliato
sull'evoluzione della vita culturale e del sentire poetico in Basilicata ,
affiancando e menzionando, qua e là quando necessità richiedeva, sia Scotellaro
che Sinisgalli, quanto Pierro e Riviello nonché altri personaggi della cultura
che hanno operato o vissuto in terra lucana. Il tutto connesso, naturalmente,
al variare delle condizioni socio-economiche del territorio. Nel libro,
Caserta, parla della concatenazione degli eventi che portano il Parrella a
esplicitare le sue emozioni e cerca di mostrare, inoltre, come ogni personaggio
reale, nel poeta, incarni un sogno (però quasi sempre abortito).
E'
un saggio ballata dalla lettura facile e spedita che dà al lettore un'immagine
e idea ben chiara della poesia e della personalità di questo nostro poeta il
quale intrecciò il suo afflato poetico con gli avvenimenti storici e politici
che attraversarono la seconda metà del Novecento, coinvolgendo centro e
periferia del nostro Paese. Questo interessante lavoro di Caserta dà al
poeta-dandy Michele Parrella , finalmente, il posto che merita nel panorama
della poesia lucana e nazionale.
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