di Roberto Poppi
Il libro definitivo sulla bella attrice di Merano, bolognese di adozione, da La minorenne e La ragazzina sino al rientro televisivo con La famiglia Benvenuti, passando per La liceale, Il triangolo delle Bermuda, Il solco di pesca e Avere vent'anni. Una ragazzina scoperta da Imperoli, diretta da Amodio, passata nelle mani esperte di Nando Cicero e Tarantini, infine alla corte di Steno, Risi e Corbucci. Johnny Dorelli la rapisce al suo pubblico, ma è una fuga d'amore. Tornerà più bella di prima, come nonna più sexy d'Italia. Il libro definitivo del suo cinema.
Gloria
Guida, il sogno biondo di una generazione - pag. 250 - Euro 15
Collana
La Cineteca di Caino - Edizioni Il Foglio
Autore: Gordiano Lupi. Filmografia e Presentazione: Roberto Poppi
Introduzione:
Gloria Guida. Un articolo di Davide Pulici (Da Nocturno Cinema)
Il libro definitivo sulla bella attrice di Merano, bolognese di adozione, da La minorenne e La ragazzina sino al rientro televisivo con La famiglia Benvenuti, passando per La liceale, Il triangolo delle Bermuda, Il solco di pesca e Avere vent'anni. Una ragazzina scoperta da Imperoli, diretta da Amodio, passata nelle mani esperte di Nando Cicero e Tarantini, infine alla corte di Steno, Risi e Corbucci. Johnny Dorelli la rapisce al suo pubblico, ma è una fuga d'amore. Tornerà più bella di prima, come nonna più sexy d'Italia. Il libro definitivo del suo cinema.
Ci sono sogni
più lunghi della notte. Potrebbe essere il primo verso di una poesia. Il sogno
di Gordiano Lupi (ma non solo il suo), da quando ancora giovinetto fu folgorato
dalla bellezza sublime di una quasi sconosciuta ragazzina poco più grande di
lui apparsa d'improvviso sul telo bianco di un cinematografo, è più lungo di
mille e mille notti. La ragazzina quasi minorenne si chiamava Gloria. Si chiama
Gloria. Si chiamerà e sarà per sempre Gloria. Sogno e poesia (perché gli occhi
di Gloria, e non solo gli occhi, sono sogno e poesia), rimpianti di un tempo
che non tornerà più, amore cinefilo incondizionato e non solo cinefilo, si
fondono e confondono mirabilmente in questo libro che è omaggio a lei, la
divina dallo sguardo dolce e assassino, il volto di un angelo tentatore e il corpo
che è perfezione d'artista. Gloria Guida, all'anagrafe è di Merano. Ma è poi
diventata bolognese (casalecchiese...) come chi vi scrive. Un po' di sano campanilismo
non guasta, neppure nelle presentazioni. Gordiano Lupi, non contento di averle
dedicato – almeno in parte - un primo libro anni fa (Le dive nude,
pubblicato da Profondo Rosso) e in tempi recenti l'e-book Gloria Guida – La
Marilyn Monroe degli anni '70, riprende quest'ultimo lavoro, lo rivede, lo
integra e – che il dio della settima arte gliene renda merito – decide oggi di
pubblicarlo in libro con i fogli di carta. Da sfogliare e assaporarne il
profumo. Non me ne vogliano
gli alberi svedesi o amazzonici. Non moriranno, vivono e vivranno sempre sulle
scansie delle nostre librerie o in quelle delle biblioteche di mezzo mondo. A
chi vi scrive queste poche righe, l'Autore ha commissionato la stesura di una
filmografia di Gloria. Scrivere titoli e aggiungere qualche dato tecnico abbastanza
insignificante – pratica seguita dai cattedratici della storia e della critica
cinematografica – mi sembrava riduttivo. Nelle schede dei film ci ho messo di
tutto e di più. Forse convinto che anche a Gloria potrebbe far piacere trovare
il nome di una parrucchiera di cui si era dimenticata, un generico che recitò
una battuta insieme a lei o un elettricista che procurò corti circuiti
ammaliato dalla sua bellezza... Non contento ho aggiunto stralci dalle
documentazioni redatte dai Censori. Spesso e volentieri, oltre a sbrigativi “vietato
ai minori” (perché qualche tetta e culetto non erano cose per ragazzini
brufolosi) sono fonte d' (in)volontaria ilarità le motivazioni che
determinarono tali divieti, compresa la parolaccia ben evidenziata e avallata
con tanto di timbro e firma in calce a voler dimostrare che a loro, i Censori,
non sfuggiva proprio niente, neppure un sospiro. E, per non farmi (e farvi)
mancare nulla non potevano mancare, a corredo del tutto, le luminose e illuminate
recensioni – scritte frettolosamente sul tovagliolo di carta del ristorante –
dai critici coevi. E qui il discorso s'allargherebbe e anche di molto. Va detto
che i film di Gloria (ma non solo i suoi, ché era in buona compagnia) i togati
in cattedra li delegavano – fatte le debite eccezioni – ai loro vice o a quelli
che siglavano con le iniziali per non farsi riconoscere dal lettore a cui ben poco
interessava chi fosse il firmatario della quasi scontata stroncatura. Perché,
da sempre, c'è un critico ben più importante di quello pagato da
giornali o riviste ed è colui che paga il biglietto. Lo spettatore. Che, da
subito, premiò i film della Nostra facendo la fila ai botteghini. Il discorso
sull' astigmatismo miopico o ipermetropico della critica meriterebbe un lungo
approfondimento, ma mi fermo qui. Come diceva l'amico Morando Morandini
(purtroppo da poco scomparso), che in quanto a demolizioni critiche non era
secondo a nessuno, “tanto le presentazioni le leggo solo io, quindi siate brevi
e concisi”. L'invito di Gordiano Lupi è stato occasione unica e irripetibile,
per (ri)vedermi tutti i ventisette film (per il grande schermo) interpretati da
Gloria. Più o meno quarantacinque ore di meravigliose visioni, interrotte soltanto
dagli inopportuni richiami di Morfeo. Col risultato che poi, la ragazza mi è
apparsa in sogno per una settimana vestita da novizia in Avere vent'anni, correre
sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro ne Il triangolo delle Bermude o fare
l'infermiera di notte in una casa stregata. Inconvenienti
di piacevoli incubi notturni. Della signora Guida, figlia di Giorgio Guida e
sposata con Giorgio Guidi (sarà casuale? Io, convinto sostenitore che a
governarci sia il caso, ora nutro qualche dubbio...), leggerete vita morte e
miracoli (cinematografici) nel libro di Lupi. Che ha meriti non di poco conto.
L'autore, che pure ammira l'attrice senza se e senza ma, non si pone problemi
nel giudicare negativamente certi film mal riusciti, certe operazioni
commerciali fini a se stesse, certe sceneggiature o regie che meritavano e
meritano non troppa considerazione. È compito dello storico e del critico
(serio) non glorificare (mi sia consentito il gioco di parole)
aprioristicamente ma affrontare la materia trattata con obiettività. Lupi,
lodevolmente, lo fa. Così come mette gioiosi e giustificati punti esclamativi
laddove è il caso di farlo, perché la filmografia di Gloria è anche, e spesso,
vero cinema. Di gradevole intrattenimento o d'autore con ambizioni alte.
Vederla per le strade di Bologna dare gas al suo motorino Garelli in L'affittacamere,
ammirarne il culetto nel discutibile ma interessante e anticonformista film di
Liverani Il solco di pesca, incontrarla maliziosa liceale o
massacrata da quel simpatico geniale regista che fu di Leo, sono solo
dettagli. È sempre lei, Gloria. Altro merito di Lupi (e questo lo scoprirà il
lettore) è l'aver sezionato chirurgicamente ogni film, raccontandocelo sequenza
dopo sequenza. Invitandoci, semmai non l'avessimo ancora fatto, a rivederlo, gustarlo,
anche con un opportuno fermo immagine o un rewind per scoprire un dettaglio
sfuggito, un dialogo divertente da riascoltare. Perché un conto è la parola
scritta e un altro è l'immagine o la parola ascoltata. Non è mio compito, qui,
analizzare i film interpretati dalla divina Gloria. Spendo con anima e cuore
qualche parola (confidando nella comprensione dell'Autore e di Lei). La
filmografia di Gloria Guida è fra le più brevi, in assoluto, di tutta la storia
del cinema (escludendo, naturalmente, i fulmini a ciel sereno, non gratificati
da piacevoli successivi tuoni).
1974-1982, sempre da protagonista. Una intensa overdose di cinema che ancora ci
riempie serate di nostalgie. Usata, strumentalizzata da cineasti senza
scrupoli? Solo in cerca di una ragazzina per soddisfare voglie di un pubblico
privato da altre erotiche alternative? Sarà il tempo a dircelo. Erano, quelli,
anni che con gli occhi di oggi, difficilmente possiamo decifrare. Andrebbero in
tilt anche Freud e suoi allievi. Gloria
è stata (e quanto vorremmo lo fosse ancora!) interprete di razza. Oggi, come
lei, ne incontriamo poche. Commediante perfetta in film perfetti di Steno,
Capitani e Corbucci (quelli che, personalmente, preferisco). Recita anche con
un maestro come Dino Risi, che però - con Sesso e volentieri - si era
momentaneamente dimenticato di essere un maestro vestendo i panni meno eleganti
del semplice intrattenitore. Ma sarà il film di Fernando di Leo che ci lascerà
per sempre il ricordo dell'attrice vera. Essere protagonista di un capolavoro
(tale ritengo sia Avere vent'anni) è un bel traguardo raggiunto. Anche
se nella vita c'è sempre un altro traguardo, e un altro ancora da superare a
braccia levate al cielo. Sarà, questa, la bio-filmografia definitiva di Gloria
Guida? Non ci è dato saperlo. Se un giorno la Nostra Amata decidesse di tornare
davanti a una macchina da presa sono certo che Gordiano Lupi si metterebbe al
computer pigiando felice sulla tastiera per scrivere altre parole e altri pensieri
su di lei. Perché, come ho scritto in principio, ci sono sogni più lunghi della
notte.
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