ATTACCO ALLA STAMPA?

RITORNA ROSA MAURO , ROSA E LA STAMPA DI OGGI

                                                       ATTACCO ALLA STAMPA ?


Lo confesso: la stampa ufficiale non mi é mai stata eccessivamente simpatica.
Da quando, parecchio tempo fa, mi recai all'ordine dei giornalisti di Roma solo per sentirmi dire che: "se non avevo parenti e santi in paradiso non sarei mai diventata una giornalista", all'ultima volta che ho avuto a che fare con un giornalista di quelli "seri" che mi disse che era un peccato che fossi disabile perché sarei stata un'ottima giornalista.
Quindi, non é certo per simpatia che prendo la penna oggi, ma perché avverto una serie di campanelli d'allarme che, da amante di democrazia e libertà di espressione, non posso ignorare.
Ma andiamo ai fatti.
Ho cominciato a preoccuparmi ieri, quando ho letto che un uomo politico ha letteralmente deferito una lista di giornalisti e giornali all'ordine dei giornalisti come "diffamatori" dei cinque stelle.
Le liste dei proscritti sono davvero fantasmi che non vorrei vedere riemergere: quando non si può più parlare di qualcuno se non bene, la cosa diventa preoccupante, a maggior ragione se lo fa una "forza" che si sta candidando per governare e che di fatto governa la mia città.
Non ho, riguardo a quest'uomo politico, sentimenti né positivi né negativi: ma rivendico il diritto di fare illazioni su di lui e sulla sua forza politica come é stato fatto anche per le altre, sopratutto se sotto queste illazioni ci sono fatti che ancora devono essere chiariti.
Un giornalista é sopratutto una persona che pensa, quindi si forma una opinione e ne scrive, e questo vale per tutto e per tutti, da quelli che scrivono stipendiati per la stampa a me che scrivo su una testata on-line. Non si può impedirglielo perché non ci sta bene, eppure si sta cercando di fare proprio questo. E non perché il giornalista abbia espresso pareri sulla persona, ma perché ha tentato una ricostruzione dei fatti che di fatto la coinvolgeva, superando il confine che divide la normale difesa della propria reputazione da parte della persona o della forza politica e il tentativo di imbavagliare la libertà di stampa.
Siamo sul ghiaccio sottile.
Quando stamani ho letto che un uomo politico ha smentito un'intervista con la stampa mi é venuto in mente proprio questo, e bisogna perlomeno mettere in dubbio che la verità sia in una stampa che "si inventa" le notizie.
Una persona che firma un articolo é ben consapevole delle sue responsabilità, allo stesso modo del giornale che pubblica tale articolo.
Al contrario, e aggiungerei purtroppo, una persona può negare di avere colloquiato con un'altra, ma la maniera violenta con cui l'uomo politico lo ha fatto, chiamando delinquente il giornalista, addirittura accusandolo di manipolare conversazioni private, é quasi sospetta.
Un attacco del genere, senza prove se non quelle della persona in questione, é troppo grave per non nascondere una certa preoccupazione personale per la propria incolumità, qualora si ammettesse di aver parlato con il giornalista in questione.
Se l'uomo in questione avesse ammesso il colloquio, ma non la concessione del diritto di articolo, sarebbe stato credibile e avrebbe dato luogo ad un comportamento sanzionabile, ma veniale, da parte del giornalista.
Bisogna infatti domandare il permesso di pubblicare le dichiarazioni.
Ma accusare praticamente di spionaggio un giornalista implica quasi un eccesso di difesa.
Dall'altro lato il giornale in questione difende il giornalista, esibendo anche un audio che ho ascoltato, dove il colloquio sembra in effetti tranquillo e tutt'altro che rubato.
Io spero nel ripensamento del politico in questione, ma sopratutto spero che si stemperino gli animi.
Perché siamo sul ghiaccio sottile e, se non stiamo attenti, sotto l'acqua é gelida.


Rosa Mauro

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