Gordiano Lupi
Un libro geniale sin dal titolo. Un atto d’accusa in forma di romanzo. Un’invettiva
ironica e sarcastica scagliata in faccia a un mondo editoriale ormai alla
frutta. Chi sono gli autori italiani che vendono? Si chiede il
protagonista, uno sfigatissimo scrittore inedito, supportato dalla
fumettistica spalla Mombu, lui, invece, edito ma incazzatissimo. Volo,
Moccia, Gramellini, (Dio ce ne scampi e liberi dai suoi incubi, altro che bei
sogni!), ogni tanto una Melissa P., a volte uno Scarpa che vince lo Strega con
un libro del cazzo (Stabat mater!),
uno sceneggiatore che fa i riassunti, un nano, un elfo, una ballerina, la
fidanzata d’un calciatore, la bella figa di turno e via di questo passo. Non va
meglio con gli stranieri, a suon di Ken Follet e di gialli svedesi, stile Ikea -
Iperborea. Leggo Trama e rido come un matto quando scrive che in Italia tutti
scrivono gialli, da Camilleri a Vitali, passando per Lucarelli e Malvaldi, non
solo, tutti vogliono imparare a scrivere gialli, come se fosse la cosa più
importante del mondo, la sola cosa da fare in questo preciso momento storico. E
qualche scrittore tipo Roversi - Trama non fa nomi ma li faccio io - si crede
figo perché ha inventato il noir milanese. E Scerbanenco, povero illuso? E
Fernando di Leo che faceva cinema polar
pescando a piene mani dalle storie di uno degli autori meno considerati della
letteratura (sì, lo era, caro critico del cazzo che storci la bocca!) italiana?
Trama ne ha per tutti, anche per le fiere del libro, da Chiari dove alberga la
tristezza d’un paese affogato nella depressione padana, a Pisa e Torino, fiere a
base di vanità e lustrini per autori ormai stremati in attesa di esalare
l’ultimo respiro. Sì, lo so che Giulio Mozzi direbbe: “Caro Gordiano Lupi, un
romanzo che parla di uno scrittore non sa di niente, tanto tanto lo può
scrivere John Fante, mica Vincenzo Trama. E poi non si è mai visto un editore
che scrive la recensione al libro di un suo autore. Non è credibile”. Aspetta Primavera, Giulio! Aspettala,
che io intanto fo’ come mi pare. E proprio perché in vita mia non ho mai
scritto una recensione a un mio autore, credo che questa sia parecchio
credibile. Punto primo perché non è una recensione ma un racconto incazzato, di
quelli che non piacciono a te perché non puzzano abbastanza. Punto secondo,
perché penso che questo sia un libro utile e che in parecchi dovrebbero leggerlo,
facendosi delle domande, ponendosi dei dubbi. Magari un giorno immagino un
lettore che prende tutte le cazzate di Moccia, Volo, Baricco, Gramellini, Serra
(roba tipo Gli sdraiati, cazzo! Un libro inutile, deleterio, da macero)
e ci fa un enorme falò sul terrazzo di casa propria. Immagino quel lettore depresso
risorgere dal sonno di una ragione che ormai ha generato il suo mostro, brandire
una copia di Se fossi postumo sarei (Ba)ricco stile lancia metaforica
contro l’ingiustizia del mondo. E vedo in lontananza Mombu danzare un rito magico,
resuscitare l’anima di Brizzi ai tempi in cui scriveva Jack Frusciante,
Bastogne e i ragazzi immaginari, scorgo Bianciardi volare da tremendo
fantasma vendicatore, intravedo Pavese e Cassola prendere per mano Pasolini e
ribellarsi contro la merda che ci circonda. Perché, come disse Bombolo in un
famoso film con Tomas Milian, anche se condita con il parmigiano, sempre merda resta!
E questo è lo stato dell’editoria italiana oggi, della pseudo letteratura che
ci fagocita, commercialmente parlando. Bravo Trama. Invidio il tuo giovanile furore,
ché hai giusto l’età di quando scrissi Quasi
quasi faccio anch’io un corso di
scrittura. Posso morire felice, perché so di avere se non proprio un erede
- ché da ereditare c’è poco - almeno un collega di merende sotto forma di
salutari incazzature. Poi, Giulio, si fa per ride’- come diceva Benigni, quello
vero, non il sosia bonaccione che ha preso il suo posto e vota Renzi - lo
sappiamo anche noi che i problemi sono altri. Ma, pensaci bene, vedrai che te
ne rendi conto anche te, se solo per un istante abbandoni l’ultimo racconto di
Carver, quello che narra la triste vicenda di un cuoco dell’Oregon che puzza di
frittura di pesce, che una letteratura del niente è la cartina di tornasole per
scoprire la nostra povera Italia del niente.
Vincenzo Trama
Se fossi postumo sarei
(Ba)ricco
Edizioni Il Foglio -
Pag. 165 - Euro 12
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