LA MORTE DELL'UMANITA'

ROSA MAURO TORNA CON UN ARGOMENTO ASSORDANTE, IN QUESTA FINE ESTATE GLI STUPRI SI SUSSEGUONO, LE MODALITA' TRA LE PIU' DEPRAVATE. RIMANE CHE TRA I FEMMINICIDI SEMPRE ALLA TOP TEN, SEMPRE PIU' ABBIAMO STUPRI DI GRUPPO O SINGOLI, DI IERI SERA UNA DOTTORESSA DELLA GUARDIA MEDICA VICINO A CATANIA. UOMINI ALLO SBANDO E CIO' CHE E' PEGGIO UOMINI CHE PARLANO TROPPO POCO DI QUESTI UOMINI BARBARI, ITALIANI E NON ITALIANI.
SIAMO AL LUMICINO, QUANTO ANCORA DOVRA' SOPPORTARE UNA DONNA?

                                                                  FOTO DAL WEB
                                                     
                                                       LA MORTE DELL'UMANITA'

Lei era lì, nuda e sola.
Di notte, in una villa deserta, a pensare a quel ragazzo che pensava così gentile. Che le si é avvicinato, a lei che da sei mesi era diventata una invisibile, per inseguire chissà quale sogno, che si era infranto nella realtà crudele di Roma.
Quel ragazzo le si era avvicinato, le aveva forse pagato da bere e da mangiare, e lei per una volta si era sentita una persona normale, una donna normale.
Non sapremo forse mai di cosa avranno parlato, se hanno riso, e se lei ha sentito il suo cuore aprirsi alla speranza di essere di nuovo una persona. Perché improvvisamente quel ragazzo ha gettato la maschera, l’ha denudata, violentata, derubata.
Non solo di quei 40 euro che possedeva, pezzi di carta che servivano per un panino, per una doccia in albergo diurno, per sentirsi ancora persona.
Di Tutto, perfino di sè stessa. L’ha legata ad un albero, e l’ha lasciata lì, spaventata e sola, non sappiamo nemmeno per quanto tempo.
E lei é scappata, con la forza della disperazione, della vittima che deve solo correre, scappare. L’ha trovata un autista, e lei ha dovuto vedere un’altra volta gli occhi di un uomo sul suo corpo nudo, violato e picchiato.
Eppure, ne abbiamo parlato si e no per un giorno, concentrandoci sul degrado urbano, sul fatto che villa Borghese era poco sicura.
E su di lei, nulla, in fondo era solo una senza tetto, no?
Sul suo dolore, sulla sua vergogna, quasi nemmeno una parola, nemmeno da parte di noi donne, le giornaliste hanno parlato delle turiste americane, di quella polacca.
Di lei, si é parlato come se il fatto di cronaca dovesse prevalere sui sentimenti, come se quella nudità, quel dolore, fossero meno importanti perché viveva in strada.
L’urlo di quella donna non ha lacerato le orecchie di nessuno, ma é arrivato alle mie.
Una clochard é stata una delle mie migliori amiche per anni, mi sedevo accanto a lei e parlavamo di lei e della sua vita, di me e della mia non vita.
Se ho compreso chi ero veramente io, cosa volevo fare di me stessa, lo devo soltanto a lei. E mi é sembrato di vederla, in quella clochard tedesca che ha subito quella violenza, il mio cuore si é accartocciato al pensiero, io conosco la dignità di chi vive in strada perché preferisce quel luogo ad una finta casa.
Specchiamoci, in una donna spogliata di tutto, e violata da un uomo, perché questo ci rende umani, altrimenti siamo sulla terra come morti che camminano.
Chi china le ginocchia ad una effige di un uomo sulla croce, dovrebbe urlare di fronte ad un essere umano vivo e vero, la cui nudità e le cui ferite ci umiliano, tutti.
NON dimentichiamo lei, che non ha un nome, ma che é tutte noi.

Vi prego, torniamo ad essere umani.
ROSA MAURO

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