Sponz
2018. SALVAGG’
Salvataggi
dalla mansuetudine
Salvatico è colui che
si salva
Leonardo
da Vinci
Una peste percorre la
società contemporanea: l’ammansimento. La bestia educata a venire
sotto la mano. Siamo ammansiti dalla impossibiltà, dalla
frammentazione del lavoro, dal ricatto del precariato. Isolati e
connessi nell’individualismo collettivo e masturbatorio delegato
alla rete. Veniamo sotto mano ma in cambio di cosa? Sponz Fest 2018,
sviluppa il doppio tema del salvaggio, del salvamento, della
salvazione, e quello del selvatico in opposizione al mansueto
L’Irpinia prende il
suo nome dall’Hirpos, il lupo nella lingua osco sannita. Terra di
selve, di animali e uomini selvatici. Ammansiti dal “contributo”,
ma di indole selvatica, come le faine, le volpi e i lupi
dell’immaginario totemico locale.
Un Fest per
s-fasciarsi dall’idiocrazia. Per praticare la fierezza, a partire
dalla fiera non domesticata che è in noi. Per salvarsi
inselvatichendo.
Vinicio Capossela
Preceduto da un’anteprima
il 19 agosto, torna dal 21 al 26 agosto lo Sponz Fest, il
festival ideato e diretto da Vinicio Capossela. Giunto
alla sua sesta edizione, il Fest si svolgerà a Calitri e in 5
comuni limitrofi dell’Alta Irpinia. Tema e titolo di
quest’anno: Salvagg’ -salvataggi dalla mansuetudine.
Vero momento clou dello
Sponz Fest 2018, la “Notte Selvaggia” del 25 agosto,
durante la quale l’intero paese, percorso dal “vallone della
cupa” a Borgo Castello da uomini-bestia, uomini-alberi, sponzati
con pelo e sponzati semplici, diventerà, dal tramonto all’alba,
palcoscenico e, al tempo stesso, opera collettiva del rito.
Ad aprire le cerimonie
della “Notte Selvaggia” del 25 agosto sarà lo stesso Vinicio
Capossela in La Cupa ‘nta la Cupa. Concerto e
rappresentazione nel luogo della leggenda da cui prendono il nome le
canzoni della cupa, al loro atto finale, un
concerto/rappresentazione unico in compagnia di Mimmo Borrelli, una
delle voci più originali e profonde del teatro contemporaneo, che
disegna il ciclo ideale delle canzoni della cupa.
Autentici
protagonisti dello Sponz 2018 saranno i rappresentanti del popolo
Mapuche, in lingua tradizionale "Gente della Terra".
Popolo originario che abita il sud del Cile e Argentina, protettori
della Patagonia, i Mapuche sono gli unici indigeni i cui territori
sono stati riconosciuti dai conquistatori europei come “nazione”
proprio per non essere mai riusciti a conquistarli e che ancora oggi
conservano le loro tradizioni e i loro costumi millenari. Saranno
allo Sponz per l’intera settimana con le loro cerimonie ancestrali,
i riti propiziatori, le musiche e le danze collettive, la
preparazione del cibo, e ancora giochi, arti e mestieri, terapie
collettive, medicina naturale: un autentico programma nel programma.
Ad accompagnare gli sponzati nell’affrontare i temi che faranno da
filo conduttore di questa edizione ci saranno anche i Rumiti,
maschere ancestrali del Carnevale di Satriano di Lucania che
richiamano lo spirito dei boschi della Basilicata, completamente
ricoperto con foglie di edera, silente e anonimo: uomo che si fa
albero e albero che si fa uomo. Invaderanno i vicoli e i sentieri con
i Merdules, le maschere sarde di Ottana che svelano
tracce evidenti degli antichi culti del Mediterraneo arcaico, su
tutti il culto della fertilità. A loro
si aggiungeranno infine i diavoli dei Krampus di
Canazei (Tn): secondo la tradizione, durante le serate del 5 e 6
dicembre, hanno la funzione di accompagnare San Nicolò nella
consegna dei doni ai bambini. Allo Sponz si aggireranno nel buio
delle strade del paese assumendo, attraverso lo "spavento",
il ruolo rituale punitivo/educativo per rendere coscienti i più
piccoli della scelta fra il bene e il male.
Fra
i primi nomi confermati di quest'anno A
Hawk and A Hacksaw, duo americano
affascinato dall’est Europa e dalla natura selvatica in concerto
all’alba, Teho Teardo
con Music for Wilder Man insieme al fotografo francese
Charles Fréger, lo spagnolo Vurro, polistrumentista
virtuoso, uomo dal cranio di vacca circondato da strumenti infuriati
e il maestro Angelo Branduardi in un concerto speciale
accompagnato da un ensemble di musica antica. A rendere omaggio
all’indimenticabile Antonio Infantino, scomparso da pochi mesi,
ci penseranno i suoi Tarantolati di Tricarico guidati da Ago
Trans, al secolo Agostino Cortese, per tantissimi anni braccio
destro del Maestro mentre dalla Sicilia arriva Alfio Antico,
il tamburo più selvaggio della Trinacria, accompagnato al marranzano
e all’armonica da Giuseppe Milici. Dal Cile arriva invece il
Chinchinero, artista da strada che suona un tamburo da spalla
al contrario. Il pianista e compositore Stefano Nanni dirigerà
l’orchestra degli allievi del conservatorio di Avellino nel Requiem
per animali immaginari.
Un festival che durante
il giorno è itinerante, toccando luoghi di grande suggestione
selvatica come la località Santa Maria in Elce, la rupe di Cairano,
il vallone cupo e il vallone della Cupa che ospiteranno eventi
all’ora del tramonto, per concentrare poi le attività serali e
notturne a Calitri, dopo una serie di attività che, come da
tradizione, iniziano fin dal mattino. Anche quest’anno inoltre sarà
riattivata la linea ferroviaria di interesse storico Avellino –
Rocchetta.
Ogni sera a Calitri,
dalle 21 in poi, appuntamento con lo sponzamento nel Ballodromo
del piazzale della Casa dell’Eco (piazza Giolitti): orchestre da
ballo, la quadriglia-batticulo di Tonuccio, l’omaggio al ’68 a
’68 giri, un grande tributo della band swing The Goodfellas
a Louis Prima e tanti gruppi locali che si alterneranno in questa
balera, come una giostra tra il paese e il bosco del Pascone. Il bar
Diavolo, ricavato dal vecchio mulino, assisterà gli sponzanti a ogni
ora. Perché quest’anno, in questa ritualità della festa che
include e rigenera, oltre a ballare fino a cadere “sponzati come
baccalà” bisognerà fare uno sforzo in più: salvarsi dalla
mansuetudine quotidiana.
È sempre pronto ad
accogliere gli sponzati tutto il centro storico di Calitri, con i
suoi scalini “disegnati da Esher e dai muli”, con due teatri
“grotta” per concerti individuali, atti unici e indimenticabili,
e un tunnel stradale che ospiterà fino a tarda notte selvaggi Flussi
di musica contemporanea ed elettronica.
Come sempre, i linguaggi
dell’arte saranno di casa nella sezione SponzArti che
quest’anno avrà il titolo “Selvaggio io o selvaggio tu?”
e sarà dedicata a sauvagerie e identità. Dopo lo straordinario
successo della scorsa edizione, tornano anche gli incontri e le
lezioni della Libera Università per Ripetenti che quest’anno
propone i Corsi di “antiaddomesticamento alla mansuetudine”.
E poi ancora ci saranno gli “Sciuochi”, giochi e
laboratori per grandi e bambini non mansueti; le Radure,
spettacoli pomeridiani in luoghi selvatici da raggiungere a
piedi). Gli “S-fascismi”, ovvero le liberazioni dal
fascio razziale e ideologico e le “Restanze”, sezione
ospitata in alcune stazioni della ritrovata linea ferroviaria che
rifletterà sui temi della consapevolezza, della scelta, della
volontà e della responsabilità, all’opposto della rassegnazione e
dell’attesa. I “Salva–genti” (esperienze di
salvataggio, profughi, frontiere, lingue in estinzione) e i
“Salva-Taggi” (lotta agli attentati senza regola
all’ambiente, alla salute, all’abbruttimento sociale. Abusivismo
selvaggio, eolico selvaggio, trivellazioni).
Il tema, infine, verrà
declinato anche sul fronte gastronomico dall’associazione I
Mesali con la “Selvaggineria”.
La maggior parte delle
attività dello Sponz Fest 2018 sono gratuite. Per alcuni eventi è
previsto un ingresso a pagamento mentre per partecipare ad altre
attività sarà necessario iscriversi in anticipo.
Info su www.sponzfest.it
www.gdgpress.com
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