Italiani popolo di confusi, popolo di "ma mi si nota di più se mi fido, o se non mi fido...?"
Secondo l'Annuario Scienza, Tecnologia e Società del 2018 pubblicato da Observa Science and Society l'anno passato, si è arrestato il - lento - miglioramento che si stava registrando negli anni scorsi sul tema analfabetismo scientifico. Crescono ambiguità , dubbio e incertezza.
Ci credo. Considerata la confusione generata da fake news, bufale, conflitti d'interesse, integrità di ricercatori e comunicatori, mi sorprende che i dati non siano peggiori, onestamente.
Ma lo stesso Annuario del 2019 fa luce su un altro dato interessante che si muove di pari passo: la Scienza diventa social, e il pubblico risponde bene. Negli ultimi dieci anni sembra che gli italiani che usano il web per informarsi su temi tecnologici e scientifici siano cresciuti del +20%. Certo, solo il 34,5% di fida degli scienziati. Ma la Scienza non si offende, non demorde, e comincia ad affacciarsi al pubblico in maniera diversa, reclutando mediatori, comunicatori, che possano stendere un ponte tra i due mondi.
Si parla soprattutto di digitale, ma penso che lo stesso discorso si possa traslare nel reale, e soprattutto parlare di una grossa novità : l'Italia è tradizionalmente affezionata alla comunicazione tradizionale, che forse tempo fa ha purtroppo contribuito ad allontanare le persone, vuoi la poca empatia, la poca praticità , la sterilità del linguaggio lontano dal pubblico.
Ora la novità è questa: la Scienza scende in piazza, letteralmente. La Scienza la puoi trovare fuori dal laboratorio e dal museo, la trovi sul palco, quella Scienza che grazie a nuovi comunicatori semplifica senza semplicismo, è leggera ma non superficiale, e finalmente avvicina e include.
Un esempio lampante, bello, esaltante, è stato il Food&Science Festival che si è svolto per il terzo anno a Mantova dal 17 al 19 Maggio 2019. Un esempio di divulgazione scientifica freschissima promosso da Confagricoltura Mantova e ideato da FRAME-Divagazioni scientifiche.
Tema: la Scienza che studia ed innova la produzione ed il consumo di cibo. Svolgimento: mostre interattive e fotografiche, workshop e laboratori per grandi e piccoli, conferenze, dibattiti, degustazioni, spettacoli, interviste, presentazione di libri, quiz, documentari...
Impossibile spiegare il fermento di questi tre giorni rimanendo freddi e analitici.
Sì, si è parlato di marketing con la classe di laurea magistrale in Food Innovation and Management dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Ma come ne abbiamo parlato, seduti per terra perché la struttura era piena, con i cellulari in mano partecipando ad un quiz interattivo per valutare il nostro grado di pensiero critico ed informato, va al di là del "parliamo di marketing".
Sì, si è parlato di sostenibilità , cambiamenti climatici ed innovazione. Ma l'abbiamo fatto durante la rassegna stampa moderata da Roberta Villa e Marco Ferrari la mattina presto in piazza, all'aperto, con 9 gradi, e la Loggia nonostante ciò piena, e (forse) non certo perché nel frattempo si faceva colazione insieme condividendo sbrisolona e caffè.
Sì, abbiamo parlato di metodo scientifico rigoroso. Ma l'abbiamo fatto ridendo fino alle lacrime durante uno degli spettacoli interattivi condotti da Alessio Perniola.
Sì, Deborah Blum ci ha condotti in un viaggio strabiliante dal latte con formaldeide alla nascita delle leggi sulla sicurezza alimentare, ma chi l'avrebbe mai detto che la Poison Squad ci avrebbe fatto emozionare così tanto?
Sì, si è parlato di Scienza nel piatto, l'alimentazione quella vera, che si mangia, ma l'abbiamo fatto con Gabriele Bernardini, in collaborazione con Focus e con la presenza della bravissima Beatrice Mautino in veste di moderatrice, che ha risposto in tempo reale alle domande del pubblico, senza filtri, senza paroloni, come se fossimo a tavola tutti insieme, pane al pane, vino al vino.
E sì, Dario Bressanini, il nostro amichevole chimico di quartiere, ci ha guidati attraverso la giungla che è oggigiorno la comunicazione del cibo, tra un gin tonic e un pesce d'Aprile.
Ci ha anche parlato del latte e dopo abbiamo mangiato il gelato, ma questa è un'altra storia.
Si è parlato di packaging funzionali, di divulgazione giuridica, di disturbi alimentari, di biodiversità , di bufale e leggende, di Leonardo Da Vinci e di Darwin...
Ruggero Rollini, divulgatore scientifico attivissimo tra Instagram e YouTube, ha portato in giro per Mantova un divano, sì, un divano, ospitando interviste improvvisate e non agli ospiti del Festival.
Bisogna scriverli, due numeri, quando si parla di queste cose.
Bisogna dire che si è trattato di più di 200 eventi. Più di 20000 presenze. Ma presenze non mi piace. Direi più di 20000 persone che hanno deciso di fidarsi, o di mettere in discussione, ma comunque di esserci, e partecipare. Di incontrare la Scienza.
Perché dire presenza non è abbastanza.
Io c'ero, e l'ho respirata la partecipazione. La voglia di essere coinvolti, di imparare, di sentirsi critici, di meravigliarsi, di farsi mettere sotto sopra il cervello da un punto di vista nuovo che non avevi preso in considerazione, di non avere paura di quello che fino a ieri non si capiva, perché oggi ci sono persone che da un palco, da un divano, attraverso un quiz, attraverso un giro di domande e risposte, bevendo un caffè insieme, le cose te le spiegano.
E sono cose che riguardano tutti noi, perché si tratta di scelte che compiamo ogni giorno più volte al giorno, e che hanno un impatto non solo su di noi, ma sul mondo intero.
Ci stiamo abituando a ragionare per tifoserie, per nero contro bianco, per buono contro cattivo. Ma la Scienza in realtà include e apre le menti, non le chiude. E quindi tra le tante frasi che mi sono rimaste impresse, ne dirò solo una:
"L'Innovazione salva la Tradizione".
All'anno prossimo!
Secondo l'Annuario Scienza, Tecnologia e Società del 2018 pubblicato da Observa Science and Society l'anno passato, si è arrestato il - lento - miglioramento che si stava registrando negli anni scorsi sul tema analfabetismo scientifico. Crescono ambiguità , dubbio e incertezza.
Ci credo. Considerata la confusione generata da fake news, bufale, conflitti d'interesse, integrità di ricercatori e comunicatori, mi sorprende che i dati non siano peggiori, onestamente.
Ma lo stesso Annuario del 2019 fa luce su un altro dato interessante che si muove di pari passo: la Scienza diventa social, e il pubblico risponde bene. Negli ultimi dieci anni sembra che gli italiani che usano il web per informarsi su temi tecnologici e scientifici siano cresciuti del +20%. Certo, solo il 34,5% di fida degli scienziati. Ma la Scienza non si offende, non demorde, e comincia ad affacciarsi al pubblico in maniera diversa, reclutando mediatori, comunicatori, che possano stendere un ponte tra i due mondi.
Si parla soprattutto di digitale, ma penso che lo stesso discorso si possa traslare nel reale, e soprattutto parlare di una grossa novità : l'Italia è tradizionalmente affezionata alla comunicazione tradizionale, che forse tempo fa ha purtroppo contribuito ad allontanare le persone, vuoi la poca empatia, la poca praticità , la sterilità del linguaggio lontano dal pubblico.
Ora la novità è questa: la Scienza scende in piazza, letteralmente. La Scienza la puoi trovare fuori dal laboratorio e dal museo, la trovi sul palco, quella Scienza che grazie a nuovi comunicatori semplifica senza semplicismo, è leggera ma non superficiale, e finalmente avvicina e include.
Un esempio lampante, bello, esaltante, è stato il Food&Science Festival che si è svolto per il terzo anno a Mantova dal 17 al 19 Maggio 2019. Un esempio di divulgazione scientifica freschissima promosso da Confagricoltura Mantova e ideato da FRAME-Divagazioni scientifiche.
Tema: la Scienza che studia ed innova la produzione ed il consumo di cibo. Svolgimento: mostre interattive e fotografiche, workshop e laboratori per grandi e piccoli, conferenze, dibattiti, degustazioni, spettacoli, interviste, presentazione di libri, quiz, documentari...
Impossibile spiegare il fermento di questi tre giorni rimanendo freddi e analitici.
Sì, si è parlato di marketing con la classe di laurea magistrale in Food Innovation and Management dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Ma come ne abbiamo parlato, seduti per terra perché la struttura era piena, con i cellulari in mano partecipando ad un quiz interattivo per valutare il nostro grado di pensiero critico ed informato, va al di là del "parliamo di marketing".
Sì, si è parlato di sostenibilità , cambiamenti climatici ed innovazione. Ma l'abbiamo fatto durante la rassegna stampa moderata da Roberta Villa e Marco Ferrari la mattina presto in piazza, all'aperto, con 9 gradi, e la Loggia nonostante ciò piena, e (forse) non certo perché nel frattempo si faceva colazione insieme condividendo sbrisolona e caffè.
Sì, abbiamo parlato di metodo scientifico rigoroso. Ma l'abbiamo fatto ridendo fino alle lacrime durante uno degli spettacoli interattivi condotti da Alessio Perniola.
Sì, Deborah Blum ci ha condotti in un viaggio strabiliante dal latte con formaldeide alla nascita delle leggi sulla sicurezza alimentare, ma chi l'avrebbe mai detto che la Poison Squad ci avrebbe fatto emozionare così tanto?
Sì, si è parlato di Scienza nel piatto, l'alimentazione quella vera, che si mangia, ma l'abbiamo fatto con Gabriele Bernardini, in collaborazione con Focus e con la presenza della bravissima Beatrice Mautino in veste di moderatrice, che ha risposto in tempo reale alle domande del pubblico, senza filtri, senza paroloni, come se fossimo a tavola tutti insieme, pane al pane, vino al vino.
E sì, Dario Bressanini, il nostro amichevole chimico di quartiere, ci ha guidati attraverso la giungla che è oggigiorno la comunicazione del cibo, tra un gin tonic e un pesce d'Aprile.
Ci ha anche parlato del latte e dopo abbiamo mangiato il gelato, ma questa è un'altra storia.
Si è parlato di packaging funzionali, di divulgazione giuridica, di disturbi alimentari, di biodiversità , di bufale e leggende, di Leonardo Da Vinci e di Darwin...
Ruggero Rollini, divulgatore scientifico attivissimo tra Instagram e YouTube, ha portato in giro per Mantova un divano, sì, un divano, ospitando interviste improvvisate e non agli ospiti del Festival.
Bisogna scriverli, due numeri, quando si parla di queste cose.
Bisogna dire che si è trattato di più di 200 eventi. Più di 20000 presenze. Ma presenze non mi piace. Direi più di 20000 persone che hanno deciso di fidarsi, o di mettere in discussione, ma comunque di esserci, e partecipare. Di incontrare la Scienza.
Perché dire presenza non è abbastanza.
Io c'ero, e l'ho respirata la partecipazione. La voglia di essere coinvolti, di imparare, di sentirsi critici, di meravigliarsi, di farsi mettere sotto sopra il cervello da un punto di vista nuovo che non avevi preso in considerazione, di non avere paura di quello che fino a ieri non si capiva, perché oggi ci sono persone che da un palco, da un divano, attraverso un quiz, attraverso un giro di domande e risposte, bevendo un caffè insieme, le cose te le spiegano.
E sono cose che riguardano tutti noi, perché si tratta di scelte che compiamo ogni giorno più volte al giorno, e che hanno un impatto non solo su di noi, ma sul mondo intero.
Ci stiamo abituando a ragionare per tifoserie, per nero contro bianco, per buono contro cattivo. Ma la Scienza in realtà include e apre le menti, non le chiude. E quindi tra le tante frasi che mi sono rimaste impresse, ne dirò solo una:
"L'Innovazione salva la Tradizione".
All'anno prossimo!
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