Diasporas, l'evento culturale dedicato alle nuove musiche migranti



 Dal 9/10 al 12/10, all'Auditorium Parco della Musica di Roma, ha avuto luogo l’evento "Diasporas", con tre serate che hanno dato voce a diversi musicisti provenienti dall' Africa e dal Medio Oriente. Sono i nuovi volti della musica contemporanea, che racchiudono nella loro missione artistica sperimentazione, tecnica, ricerca e appartenenza alla terra d’origine.
L’arte che, ancora una volta, si adopera per fare i nostri interessi, l’arte figlia di stati d’animo che ambiscono a farsi specchio immenso in cui scorgere il sentire comune, per abbracciare, per apprezzare e riconoscere quella bellezza che ci riguarda. L’armonia della vita che per esistere necessita conoscenza, amore e premura nei confronti di tutte quelle culture che, presentandosi a noi come diverse, ci porgono il dono inestimabile dell’uguaglianza.
L’evento ha promosso una reciprocità sana tra uomo e cultura, quella riconoscenza che
recita: “L’unicità può tutelare l’umanità, solo se l’umanità difende le unicità”.
La giornata di sabato 12/10, si è aperta con di "Le Cri du Caire",  pura energia composta dalla suggestiva voce di Abdullah Miniawy, dal sassofono di Peter Corser, dal violoncello di Karsten Hochapfel e dalla tromba di  Erik Truffaz. Musicisti che hanno dato vita a risonanze al limite tra il richiamo spirituale e la vita terrena, con sonorità liquide che fluiscono tra il rock- il jazz, l’elettronica, la poesia sufi e le sonorità orientali.
I testi di Abdullah Miniawy, presentati in arabo, ci raccontano la speranza e la poesia, la libertà e la repressione, l’autenticità di quella sofferenza che ha rubato la voce alla preghiera per farsi ascoltare.
La produzione musicale suggestiva e sapiente e la presenza di richiami politici rendono la produzione dell’artista uno strumento per sfidare l’inibizione politica, sociale e religiosa.
Kant diceva che ciò che costringe un paese ad avere un esercito, è un esercito che si muove nella direzione opposta. Io rispondo: “smettete di mungere le nostre risorse, smettete di disturbare la mucca…”
Da: Students of the third world- Abdullah Miniawy.

A chiudere la serie di concerti del festival si sono esibiti Rayess Bek, Mirza, Mehdi Haddab e Julien Perraudeau con “Love and Revenge” concerto visivo che ha omaggiato la cinematografia del mondo arabo, attraverso scene di quei film che raccontavano passioni e tragicità amorose con la fantasia e il coraggio proprie del cinema egiziano nei suoi anni d’oro. Le scene proiettate erano accompagnate da armonie elettroniche e le espressività degli attori trovano spazio nel sound contemporaneo.

Link diretto per ascoltare l'album "Love and Revenge"
 Canale Youtube di Abdullah Miniawy

Gloria Randisi 

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